Mathias:
《Grazie mille e arrivederci》 dico per poi uscire dalla panetteria.
Rimetto la musica e cammino verso casa. Inizio a pensare a mia zia e al suo comportamento. Mi sta nascondendo qualcosa; non era da sola, c'era qualcuno con lei, qualcuno che non voleva che io vedessi, sennò perché non mi avrebbe fatto passare per andare nella mia stanza e perché iniziare a comportarsi in un modo strano tutto d'un tratto?
Prima devo scoprire che cosa mi nasconde.
Vedo il cielo iniziare a diventare grigio, segno che sta per piovere.
Accelero il passo con Walking The Wire dei Imagine Dragons riempirmi le orecchie.
Piccole gocce iniziano a cadermi sul viso.
Mi piace la pioggia, mi rilassa, mi fa sentire in un certo senso "pulito".
La pioggia scende per pulire la terra sporcata da noi umani, ecco perché mi da la sensazione di essere "pulito", forse perchè in verità sono io che vorrei essere pulito ed essere un altra persona con una vita normale.
L'ideale per me è correre sotto la pioggia.
Correre è come una via di scampo, corro per essere libero, corro per sentire quell'adrelina quando acceleri, corro per dare sfogo ai miei problemi, corro senza una meta, corro e basta.Arrivato all'appartamento, entro e prendo l'ascensore.
Raggiunto il nono piano esco e mi dirigo verso la mia porta.
Apro e grido 《Ziaaa, sono arrivatoo》.
La vedo spuntare dalla cucina. Non sta bene, ha un colorito che non mi piace affatto, è pallida.
Poso le baguette in cucina poi torno da lei.
《Va tutto bene?》chiedo scollegando le cuffiette dal telefono.
《Sì sì, perché ch-chiedi》risponde balbettante.
Ha una voce stanca, esausta direi.
《No, niente solo che non hai un bel colorito》replico mettendo il cellulare sul tavolo con le cuffiette.
《Sarà perché non ho ancora mangiato. Non preoccuparti》 dice sorridendo.
Non mi convince quel sorriso, però faccio finta di niente e le dico 《Okay. Vieni dai, andiamo a mangiare》dico facendo un gesto invitante con il braccio verso la cucina.
《Ho già preparato qualcosa, dobbiamo solo riscaldare》 mi dice intanto che toglie il coperchio ad una pentola piena di buona pasta al tonno.
Accendo i fornelli e metto a riscaldare osservando nello stesso tempo i suoi gesti.
È persa, non sa quello che fa e balbetta qualcosa che non riesco a capire.
《Ecco, si è riscaldato》 dico prendendo la pentola e mettendola sul tavolo da cucina.
《Perfetto. Apparecchio io. Tu vatti a sedere》dice prendendo due piatti e posandoli sul ripiano.
《Fa lo stesso, ti aiuto》dico prendendo le forchette.
《No. Ti ho detto di andartene. Adesso》mi risponde irata quasi.
《Zia sei stanca, ti voglio solo aiutare》le dico.
《Aiutarmi? Tu. Mi prendi in giro spero. Da quando sei nato ci hai sempre solo portato problemi, a me e a tua madre. Ester adesso sarebbe viva se tu non esistessi, invece no è morta e di chi è la colpa? Tua. Tuo fratello se n'è andato e diventando un cazzo di mostro per colpa tua e adesso mi vuoi aiutare, l'unica cosa che puoi fare è toglierti di mezzo e non farti vedere.》urla.
Mi vedo cascare tutto addosso. Le sue parole mi hanno trafitto il cuore come delle lame. Mia zia, l'unica persona che mi era rimasta, mi dice queste cose. Mi sento cadere in mille pezzi, lei era la mia unica speranza in un nuovo inizio. Ha detto quello che ho sempre provato ad opprimere, ha distrutto quella poca luce che si stava facendo strada in me.
La guardo, mi sento gli occhi pizzicare.
Sento un lampo e nello stesso tempo un senso di rabbia contro me stesso mi assale. Prendo la prima cosa che mi capita tra le mani e la scaravento contro il muro, poi un'altra, un'altra ancora, finché non mi ritrovo più nulla da rompere.
Cado per terra e sprofondo in un pianto profondo. Le lacrime scendono lungo le mie guance, le mie mani si stringono in due pugni ben stretti, fino a vedere le nocche diventare gialle.
Sposto lo sguardo e guardo mia zia, è terrorizzata dal mio gesto, ha una mano sulla bocca e le lacrime che le rigano il viso.
Riporto lo sguardo al pavimento e sbatto i pugni su di esso urlando《Perché tutto a me, perché sono così, perché sono sempre io il problema. PERCHÈ》.
《Ti prego smettila》 sento mia zia con la voce tremante.
La sento avviccinarsi e venire vicino a me, mi prende il viso tra le sue mani e mi asciuga le lacrime.
Io mi scosto e mi alzo ignorandola.
Ho capito, lei non mi vuole qui, nessuno mi vuole, è sempre stato così.
Esco dalla cucina e apro la porta intento ad uscire da questo posto e rifugiarmi non so dove.
Nel momento in cui apro la porta, la vedo, vedo Lèa.
È in lacrime.
Perfetto oggi è giornata per tutti a quanto pare.
《C-Ciao》dice asciugandosi il viso con il dorso della mano.
Non sono d'umore, quindi le rispondo bruscamente 《Togliti di mezzo, non è giornata》.
La spingo facendomi strada verso le scale.
Non mi giro a guardarla, non è il mio primo pensiero adesso.
Esco da questo maledetto posto e mi metto il cappuccio.
Inizio a correre sotto la pioggia come un matto.
Dopo aver corso per un po rallento e cammino.
Comincio a pensare a cosa fare, mia zia mi ha detto esplicitamente di non volermi qui, quindi o torno a Barcellona oppure vado non so dove.
Mi fermo e mi siedo su una panchina anche se bagnata.
Metto i gomiti sopra le ginocchia e le mani tra i capelli bagnati, ho una rabbia dentro che vorrei solo sfogare, ma non so come, mi sta divorando.
《Ehi bello tutto bene?》 sento una voce femminile che mi è familiare.
Alzo il capo e la guardo, la riconosco è Ines.
È vestita in tuta anche lei.
Le sorrido, mi limito a fare solo questo.
《Brutta giornata》dice.
Annuisco.
《Adesso vado spagnolito, ci vediamo domani. Se ti serve parlare sono quì magari sull'asciutto è meglio, ecco il mio numero.》dice alzandosi e tirando fuori dalla tasca della felpa un piccolo foglio con un numero scritto sopra.
Lo prendo e la ringrazio.
Lei parte correndo, la seguo con lo sguardo finché non gira l'angolo.
Guardo il pezzo di carta e lo infilo nella tasca evitando che si bagni, mi tornerà utile.
Mi alzo e parto anche io correndo.
La differenza? Io non so dove sto andando lei invece sì, a casa sua. Io quello non ce l'ho mai avuto e non ce l'ho tutt'ora.
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LA MIA LUCE NEI TUOI OCCHI (In Revisione)
RandomUn ragazzo con un passato difficile, costretto a cambiare vita a causa di un'etichetta che le persone gli hanno assunto, scapperà lontano da tutto e tutti. Riuscirà nonostante il suo carettere introverso e chiuso a tirarsi fuori dal buio in cui vive...