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Mathias:

« Mathias svegliati è tardi, sono le quattro del pomeriggio » sento mia zia urlare dal salotto. Apro gli occhi con fatica e mi giro verso il comodino per vedere l'ora, effetivamente sono le quattro del pomeriggio, mi alzo dal letto e vado in bagno a lavarmi la faccia. Uscendo dal bagno mi fermo e prendo la foto che è sul tavolino nel corridoio.
In essa sono raffigurate quattro persone, mia zia e un'altra donna con due bambini, uno in braccio e l'altro per terra. Stanno sorridendo, sono felici. Mi soffermo sulla donna vicino a mia zia, è mia madre e quello che ha in braccio sono io e quello per terra è mio fratello maggiore. Mi metto a fissare lei. Era così bella, due occhi verdi le illuminavano il viso e quel suo bellissimo sorriso completava il quadro, era perfetta. Una lacrima scende e cade sulla foto.
Lei mi manca tanto, mi sono detto di provare ad andare avanti, nonostante ho sempre voluto sapere la vera causa della sua morte. Mi hanno sempre detto che è morta per un incidente stradale per stato di ebbrezza, ma io non ci credo, lei non beveva nessun tipi di alcool. Era una menzogna per insabbiare la verità.
Mi asciugo le lacrime e poso la foto al suo posto, vado in salotto da mia zia e mi butto sul divano.
« Non hai fame ? »chiede mia zia
« No, tranquilla » dico.
« Okay, quando vuoi ti preparo qualcosa di buono» mi dice con sorriso
« Grazie zia» dico ricambiando il sorriso
« Ma di cosa, è mio dovere nutrirti » dice ridendo «Certo» dico ridendo a mia volta.
Prendo il telecomando e cerco qualcosa di interessante da vedere, mi soffermo a vedere il telegiornale.

« Trovata ragazza  di 16 anni residente a Grenoble vicino a Lyon, strangolata nel suo appartamento. Dell'assassino non si sa nulla, ha lasciato solo il nome della vittima -Sarah Rousse-  scritto con il suo sangue sul muro e sotto scritto una specie di firma S.G » continuo a guardare e ascoltare la giornalista.
Mille ricordi mi tornano in mente ascoltando l'accaduto. Grenoble è distante un'ora e mezzo da qui, è vicino, non è possibile, io me ne sono scappato da Barcellona per colpa sua e lui mi ha seguito fino a qui. Spero solo che non mi trovi, non voglio distruggere un inizio che non è ancora partito anche se non sono sicuro se è la persona a cui sto pensando, magari mi sbaglio magari no Spero di sbagliarmi.
«Mathias va tutto bene ? » chiede mia zia.

«Non è possibile, non può essere qui » dico con un tono di rabbia, sbattendo con forza la mano sul tavolo.

«Ascoltami e calmati ci sono due punti che devi capire per bene. Uno non sappiamo neanche se è lui magari è solo un malato mentale che se l'è presa con quella povera ragazza. Due in ogni caso devi sapere bene che lui non ti starà mai lontano, non lo farà mai, ha distrutto la vita a tuo fratello, l'ha totalmente cambiato, gli ha fatto provare dell'odio nei tuoi confronti e verso tua madre, non è neanche venuto al suo funerale , ha distrutto anche lei , l'ha portata alla morte, lui è fatto così, non gli piace vedere qualcuno felice, per lui tutti devono provare odio, vendetta e rabbia, quindi potrai scappare dove vorrai ma lui ti starà sempre dietro, sempre vicino a te, quindi devi semplicemente vivere la tua vita bene o male venga, capito, sono stata chiara?» dice spegnendo la televisione.

Tutto quello che ha detto è verità, lui mi perseguiterà per sempre, ovunque io vada. Devo solo provare ha dimenticarlo per un po e vivere come un ragazzo di diciotto anni.
«Si sei stata chiara, proverò ha scordarmelo per un po e occuparmi di me stesso » dico.

«Bene, adesso esco devo andare alla posta e da Thomas. Dopo passo a lavoro torno tardi ho il turno di sera oggi. Ti ho preparato la cena mentre dormivi, se ti serve qualcosa chiamami » dice  alzandosi dal divano e prendendo la borsa con le chiavi della macchina.
«Tu e Thomas vi sentite ancora ? Comunque tranquilla me la cavo per una notte da solo» dico con un tono alto e sarcastico.
«SI CI SENTIAMO ANCORA» risponde lei urlando e uscendo dalla porta d'ingresso sbattendola poi.

Rido alla delicatezza di mia zia, è paragonabile a quello di un elefante.
Vado a chiudere la porta a chiave e mi dirigo in camera a prendere il computer e torno in salotto. Lo accendo e vado su Netflix, un bella serie ci vuole. Cerco e decido di guardare Blacklist.
Prima di fare partire la prima puntata della prima stagione mi fermo un attimo a pensare. Mia zia prima ha detto che lui l'ha portata alla morte. Che cosa c'entra mio padre con la morte di mia madre? Mi hanno detto  che è morta in un incidente stradale, l'ho intuito da tempo che c'è qualcosa che non va in questa storia. Devo scoprire cos'è successo quella notte e per partire posso andare a vedere lì dov'è stata uccisa quella ragazza e scoprire se è stato lui ad ucciderla così in quel modo atroce oppure no, e se sì che collegamento questa Sarah ha con mio padre da farla morire in quel modo brutale.
Muovo la testa e torno alla realtà, così schiaccio la puntata e inizio a guardare.
Ero cosi tanto preso dalla serie tv che non sento il campanello suonare. Guardo l'ora, cavolo sono le otto di sera ormai.
Spengo il computer e vado a vedere chi è a quest'ora. Apro la porta e vedo la ragazza dell'aeroporto, sgrano gli occhi e mi passo una mano tra i capelli.
«Ehm...Forse ho sbagliato porta» dice grattandosi la nuca per poi girarsi per andarsene.
Io rimango lì a fissarla, quanto cavolo poteva essere bella questa ragazza.

«Chi cerchi, forse ti potrei aiutarti» dico.

Lei si gira e mi guarda con un sorriso, è come se non volesse che io la lasciassi andare. Ha pure un sorriso fantastico.

«Cerco Linda Marin » dice.

È mia zia chissà perchè la cerca.

«Si abita qui, io sono suo nipote » dico.

«Ah sì, che bello, allora sei il famoso nipote di cui mi aveva parlato» dice con ancora quel bellisimo sorriso stampato sul suo viso.

Cavolo già mia zia mi faceva pubblicità prima che arrivassi, penso divertito.

«Si sono io, entra se vuoi tanto sono solo » dico io sorridendo a mia volta.

«Mhh...Okay anche io sono sola a casa, di solito salgo da tua zia per passare del tempo con lei, mia madre e lei sono amiche da tanto tempo»

Perfetto direi allora.

«Perfetto, entra » la invito con un gesto della mano. Entriamo e andiamo in salotto e ci sediamo.

«Allora cosa stavi facendo spagnolo di cui non so ancora il nome » mi dice girandosi nella mia direzione sorridendomi.

È vero mi sono scordato di presentarmi.

«Ah sì scusa, mi sono dimenticato di presentarmi. Comunque mi chiamo Mathias Garc...Marin, t-tu ?»chiedo.
È meglio che non dico il mio vero cognome. Non voglio tornare allo stesso circolo di Barcellona, allora ho usato quello di mia zia anche per i documenti e l'iscrizione alla scuola.

«Piacere, io mi chiamo Lèa Lacroix » dice. 

« Piacere mio» dico io.

«Comunque stavo guardando una serie tv, se vuoi raggiungermi nel mondo di Blacklist» dico riaccendendo il computer.

«Sei fortunato ho iniziato a guardarla da poco» dice avvicindosi a me.

«Quanti anni hai Mathias ?» chiede.

«Diciotto presto diciannove, tu ? » le rispondo guardandola e sorridendole.

«Ah sei grande, io diciasette appena compiuti, sono piccola» dice ridendo. 

Dopo aver fatto partire la serie tv mi alzo e vado in cucina a prendere i popcorn e quando torno, lei è già accucciata sul divano e concentrata sulla puntata. Mi dirigo verso la sua direzione e mi siedo.

Dopo un po sento qualcosa sul mio petto abbasso la testa e vedo la sua chioma di capelli che è appoggiata su di me. Una scossa percorre il mio corpo con il suo contatto, come se qualcuno mi avesse pizzicato, è una sensazione strana però mi piaceva quindi non le dico nulla e torno alla puntata.

LA MIA LUCE NEI TUOI OCCHI (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora