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Lèa:

Mi sveglio di colpo con il respiro affannato. Mi guardo attorno e mi ricordo di essere a casa di Inès. Abbasso lo sguardo e vedo appoggiata la chioma di Mathias sulla mia pancia. Vorrei spostarmi ma ho paura di svegliarlo quindi rimango nella mia posizione. Lo vedo muoversi e inclinare la testa verso la mia direazione.
《Buongiorno orsacchiotto》dice passandosi una mano sul viso.
È così bello e buffo. Ha tutti i riccioli cadenti sul viso e le guance arrossate dal sonno.
Sorrido al suo "buongiorno" anche se è sera e al nomignolo, nessuno mi ha mai chiamata così.
《Buongiorno anche a te》rispondo ridendo.
《Che tempo fa oggi? Piove ancora?》chiede.
Continuo a ridere.
《Siamo a Lyon, qui piove sempre pure d'estate. Quindi non aspettarti le super estati spagnole》affermo ancora ridendo.
《Nooo adesso come faccio orsacchiotto. L'estate è la mia stagione preferita》dice alzandosi e mettendosi comodo vicino a me.
《Vivi come faccio io》rispondo sarcastica.
Lo vedo fissare la finestra con uno sguardo confuso.
Capisco che ha realizzato di aver sbagliato momento della giornata.
È così buffo che scoppio in una risata fragorosa.
《No ma aspetta. Da quando fa buio di mattina?》chiede perplesso.
Non capisco se lo fa apposta oppure è serio, in ogni caso fa ridere.
《Da mai. Sai sono le-》dico interrompendomi per vedere che ore fossero. Prendo il telefono sul comodino e lo accendo guardando l'orario.
《Sono le diciannove e un quarto》dico staccando lo sguardo dal display.
《Orsacchiotto mi hai fatto credere che sia mattina. Questo non va bene》dice mettendo il broncio.
Scoppio a ridere un'altra volta.
《Dai su vai a lavarti così poi ti cambi》dico scendendo dal letto e facendo il giro dirigendomi verso il comodino della parte opposta ove sono poggiati i vestiti puliti.
Li prendo e mi giro verso il letto. Sbatto contro il suo petto facendomi male al naso.
《Ahia!》esclamo massaggiandomelo.
《Ops.. Scusami orsacchiotto, non è colpa mia se sei alta un metro e un tappo》dice ridendo.
《Allora innanzitutto sono un metro e sessantatre quindi non mi criticare. Sono cresciuta di tre centimetri quest'estate e seconda cosa quello troppo alto sei tu》dico fiera puntando un dito contro il suo petto.
《Che bravo il mio orsacchiotto. Vedi che cresci piano piano.》replica iniziando a tirarmi le guance.
《B-Basta》borbotto.
《Ho deciso. Ti porterò con me ovunque io vada, d'ora in poi sei il mio orsacchiotto. Mi spiace Bob ma adesso c'è Lèa》dice staccando le sue mani morbide dal mio viso.
Ridacchio al nome del suo orsacchiotto e al fatto che alla sua età lui ne abbia ancora uno.
Mi incanto a guardare il suoi occhi profondi.
Adesso cosa siamo? Fidanzati? Amici? Mille domande iniziano a frullarmi in testa.
《Potresti lasciare così vado a lavarmi che puzzo come l'escremento di un cane》sento la sua voce che mi risveglia da i miei pensieri.
Lo vedo tirare i vestiti ancora stretti tra le mie mani contro il mio petto.
《Ehm, scusami》dico lasciando la presa.
《Non scusarti adesso filo a lavarmi》dice posandomi un bacio sulla fronte e sparendo dietro la porta color rosa pastello.
Quel bacio mi ricorda mio padre. Me ne dava uno ogni volta che usciva per il lavoro e prima di dormire. Lo faceva sempre, non dimenticava mai.
Sento gli occhi pizzicare ma trattengo e prendo un bel respiro. Mi siedo sul bordo del letto e prendo la mia felpa e il telefono. Ricordo le foto quindi tiro fuori dalla tasca il portafoglio e accendo il telefono premendo l'icona della galleria e schiacciando la foto scattata prima.
Appoggio il telefono sul letto e apro il portafoglio prendendo la sua carta d'identità.
Riprendo il telefono e ingrandisco sul bambino seduto per terra.
Avvicino la carta d'identità e il cellulare. Vedo delle somiglianze nei tratti del viso e negli occhi ma sopratutto il bambino porta la sua stessa cicatrice sulla fronte.
È Christopher? mi chiedo tra me e me. Il bambino è nella stessa foto in cui è presente Mathias, forse si conoscono.
Decido di chiederglielo appena uscito dalla doccia. Se lo conosce, cosa vuole dire? Chi è Christopher Lambert? È veramente quello che pretende di essere?
La devo smettere con tutte queste domande.
Rimetto la carta d'identità nel portafoglio prima di rischiare di perderla e farmi uccidere da quel verme. Finito lo rimetto nella tasca e riprendo il telefono riguardando la foto. Immagino che la donna che porta Mathias in braccio sia sua madre. Chissà dov'è?
Mi sono sempre chiesta da quando l'ho conosciuto del perchè sia venuto qui lasciando Barcellona alle sue spalle e i suoi genitori. Barcellona è una delle città più belle del mondo e non si può comparare a Lyon. Certo quest'ultima è una bellissima città anch'essa però Barcellona rimane Barcellona.
Mi sdraio e inizio a guardare il soffitto pensando al nostro bacio.
È il mio primo bacio e sono felice di avercelo avuto con lui. Lo so lo dovrei conoscere meglio però mi sembra che ogni volta che si accenni qualcosa che centri con la sua vita lui si agita e inizia a panicare. È molto chiuso quindi preferisco per adesso andarci piano con il fatto di conoscerlo non voglio ferirlo.
Sento il cigolio della porta e mi rialzo di scatto.
《Orsacchiotto sono io tranquilla》dice entrando e chiudendo la porta alle sue spalle.
Si siede vicino a me e mi guarda intanto che si asciuga il collo.
Io lo guardo a mia volta sorridendo.
Finito appoggia l'asciugamano sul comodino e si gira verso di me.
《Allora profumo vero? Adesso sono un bimbo pulito》dice soddisfatto.
Mi fa divertire e questo mi piace. È così spontaneo con me, non c'è nessuna barriera che li impedisce di sorridere e divertirsi e questo mi rende contenta.
《Posso chiederti una domanda?》chiedo giocando con le mie dita imbarazzata.
《Certo, chiedi quello che vuoi Bob due》dice sorridente
Ridacchio per poi prendere coraggio e aprire bocca.
《Ehmm adesso cosa s-siamo?》chiedo quasi balbettando.
Lui sorride. Brutto segno forse sono io che mi sono afrettata e illusa.
Abbasso lo sguardo e aspetto una sua risposta.
《Per te cosa siamo?》chiede a sua volta.
《N-Non lo so》rispondo.
Mi alza il mento con il suo indice e mi guarda intensamente negli occhi. Sì avvicina, i nostri nasi si sfiorano, le nostre labbra si cercano, i nostri respiri si mischiano. Sento le sue labbra soffici sulle mie. È un bacio soffice, delicato.
Le nostre labbra danzato armoniosamente insieme, si completano. Sento la sua lingua chiedere accesso alla mia bocca. Cedo e la lascio entrare. Le nostre lingue si intrecciano, un intreccio perfetto. Siamo due pezzi di un grande puzzle che si sono ritrovati e adesso combaciano perfettamente. Ci stacchiamo e lui mi passa il pollice lungo la mia guancia delicatamente.《Ti basta come risposta questa?》mi chiede sorridendo.
《S-Sì》rispondo imbarazzata.
Mi sorride e si allontana piano dal mio viso buttandosi poi sul letto.
Mi ricordo della foto quindi decido di domandare.
《Ti posso far vedere una cosa?》chiedo.
《Vai》risponde sedendosi.
Prendo il telefono e lo accendo trovandolo già sulla foto in questione.
《Ecco. Riconosci l'altro bambino?》chiedo mostrandola.
Lui prende il telefono e guarda il display con uno sguardo pieno di tristezza e rancore.
《L'hai scattata a casa mia?》chiede.
《Si》rispondo.
《Perchè vuoi sapere chi è lui, lo conosci?》domanda.
Non posso rivelare la verità, specialmente a lui.
Quindi mento dicendo che è pura curiosità.
《È mio fratello maggiore》risponde ridandomi il telefono.
Suo fratello? Christopher? Impossibile, non ci credo.
《Come si chiama?》chiedo.
《Lucas》risponde abbassando lo sguardo al pavimento.
Lucas? Non ci capisco più nulla. Devo scoprire di più su questo Lucas o Christopher qualunque sia il suo nome.
Riposo lo sguardo sul mio ragazzo. È cambiato, è triste.
Sapevo di ferirlo e non volevo ma l'ho fatto.
《Va tutto bene?》chiedo.
《Sì》risponde.
《Okay allora cosa vuoi fare?》chiedo spezzando il silenzio.
《Voglio stare da solo》dice con le mani strette ai bordi del letto.
《Ci sono se vuoi parlar-》non finisco la mia frase che vengo interrotta da lui.
《Vai fuori e basta.》dice con un tono duro.
《Okay...》dico quasi sussurando, alzandomi e dirigendomi verso la porta, uscendo e chiudendola.
L'ho ferito, non dovevo chiedere, lo sapevo.
Sono un disastro, non stiamo insieme neanche da un giorno e già faccio casini.
È meglio che sparisco, non mi vuole qui.
Vado verso l'ingresso, apro la porta lasciando Inès addormentata sul divano.
Esco dall'appartameno. Noto che fa buio quindi incomincio a correre verso casa mia per fare in fretta. Arrivata salgo le scale fino al nono piano e mi incammino verso la mia porta.
Busso e aspetto un po di secondi prima di vedere la porta aprirsi e lui spuntare dietro.
Cavolo, si sarà accorto dell'assenza del suo portafoglio.
Entro e mi tolgo le scarpe, lui mi guarda attentamente osservando ogni mio movimento.
《Dov'eri?》chiede autoritario.
Chi si crede di essere, non è nessuno che abbassi il tono di voce.
Mi sono promessa di non farmi mai più nè toccare nè mettermi i piedi in testa da questo animale.
Mi alzo e mi avvicino a lui mettendomi a pochi centimetri di distanza.
《Allora ci sono due punti. Uno abbassi il tono. Due non sei nessuno per chiedermi dove sono stata.》dico decisa.
Inarca il sopracciglio e per poi scoppiare a ridere.
Si avvicina al mio orecchio.
《Piccola peste, inutile che tu faccia la tosta con me e sai perchè? Ti rispondo io. Ti ho piantato così tanta paura dentro al tuo piccolo cuore che ogni volta che ti passo solo vicino tu inizi a tremare. Sono fatto per distruggere le persone non per averne paura quindi non credere di avermi spaventato》sussura.
Io mi stacco da lui e a mia volta mi avvicino al suo orecchio stando al suo gioco di sussurri.
《Non siamo fatti per essere soli ed è per questo che ti ostini a stare qui prendendo in giro mia sorella e facendomi paura. Sei solo e per sopravivvere ti nutri della paura degli altri. Sai che ti dico vai al diavolo e ti giuro che la prossima volta che ti avvicini a me ti ritroverai dietro le sbarre》sussurro a mia volta.
Mi allontano da lui e guardo la sua espressione.
È bloccato col viso duro.
Versa il suo sguardo pieno rabbia sul mio.
《Sarai la rovina pure di tua madre allora》dice.
《Non provare a toccarla, animale che non sei altro》rispondo.
《La scelta sta tra le tue mani principessa》replica con un sorrisino.
Mi giro per andarmene ma mi blocco dopo aver sentito la sua affermazione.
《Il mio portafoglio》dice alle mie spalle.
《Cos'ha?》chiedo, girandomi e facendo finta di niente.
《Ridammelo. Adesso》dice con tono duro.
《Non ce l'ho》rispondo aprendo la porta.
Accelera verso la mia direzione e appena si trova davanti alla mia figura infila le mani nelle mie tasche con un gesto brusco.
《Cosa stai facendo, togli quelle mani dalle mie tasche!》esclamo .
Estrae il portafoglio e mi guarda arrabbiato iniziando a vedere se tutto è in ordine e se ho rubato qualcosa.
《Sai cosa ti meriti adesso una bell-》dice infilandolo nella tasca del pantalone.
Entro dentro nella mia stanza con velocità e sbatto la porta chiudendo a chiave ignorando le sue parole.
Scivolo su di essa e guardo fuori dalla finestra presente davanti ai miei occhi.
Non sento nulla segno che forse non è più dietro la mia porta.
Per sicurezza non esco e mi cambio per poi mettermi a letto spegnendo la lampada.
Chiudo gli occhi e ripasso tutti gli avvenimenti avvenuti oggi.
È stata una giornata molto intensa e non ho manco avuto il tempo di andare a comprare i quaderni per la scuola.
Mi addormento profondamente trascurando qualsiasi cosa mi circondi.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 30, 2019 ⏰

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