Capitolo 5

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Odio i lunedì.
Odio dovermi di nuovo svegliare presto ma ancora di più odio quando finisce il caffè e nessuno lo rimette nel barattolo.

«Colazione al bar stamattina?»
«Finito di nuovo il caffè? Ti passo a prendere alle 7:45»

Rimetto il telefono in carica e sfreccio a cambiarmi.

Semplici jeans e una felpa dei 'Metallica' che mi ricorda il mio primo concerto qui a Seattle.

Di scatto mi volto per guardare quella foto sul comodino, quella in cui sono abbracciata con i miei difronte lo stadio. Tre enormi sorrisi spiccano sui nostri volti e, d'istinto, sorrido anche io.

Il trillo del telefono mi riporta alla realtà e alla consapevolezza di non essere ancora pronta.

Veloce come un fulmine mi cambio e infilo nello zaino quei pochi trucchi che sono solita mettere e scendo di sotto.

«Ciao Ad!» la saluto mentre salgo in macchina e partiamo alla volta del bar.

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«Latte macchiato o caffè espresso?» chiedo una volta accomodate al solito tavolo del solito bar

«Caffè tutta la vita!»
«Vada per due caffè allora!»

Una volta arrivate le nostre ordinazioni la mia amica mi chiede ancora una volta quali sono le mie intenzioni con Jackson e io, naturalmente, mi limito ad una alzata di spalle.

Quasi a voler sottolineare la mia grandissima voglia di parlare del ragazzo, mi alzo per andare a pagare il conto seguita da Ad, stranamente silenziosa adesso.

Durante il percorso che ci condurrà a scuola il mio sguardo è rivolto solo ed esclusivamente al finestrino mentre le note di una canzone che non conosco risuonano all'interno della macchina.

«Ti aspetto all'uscita, se vuoi» le parole di Ad mi sembrano lontanissime, lei mi sembra lontana così come tutto ciò che mi circonda. I miei occhi sono concentrati su Jackson che non appena parcheggiato la moto è subito raggiunto da un numero incalcolabile di ragazze e amici.

Alla luce del giorno è ancora più bello. Il modo in cui si tira indietro quei capelli neri dopo essersi tolto il casco mi lascia quasi senza fiato.
Quelle labbra che ho toccato, anche se per poco, adesso si poggiano su quelle di una biondina che non la smette di ondeggiare i fianchi...

«Mi hai sentita?» chiede spazientita la mia migliore amica riportandomi alla realtà. La ringrazio mentalmente mentre con la testa faccio un accenno di assenso.

Mi lascio trascinare all'interno della scuola fino all'armadietto dal quale recupero il mio libro di fisica e matematica.

Svogliatamente, per la prima volta, seguo la lezione disegnando stupidi omini che giocano all'impiccato sul quaderno. Quando mi rendo conto di ciò che sto facendo strappo immediatamente la pagina e chiedo se posso andare al bagno.

Probabilmente era meglio se non uscivo...

Quale promessa, sei la mia scommessa persa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora