Capitolo 6

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Mentre richiudo la porta della classe alle mie spalle sento qualcuno venirmi incontro.

«Sapevo che prima o poi saresti uscita, Madison»

Le parole di Jackson fanno si che il mio cuore inizi ad accelerare per poi lasciarmi senza fiato quando pronuncia il mio nome.

Com'è possibile che una sola persona possa fare così tanto rumore all'interno di un organo così dannatamente piccolo?

Recupero quel tanto di ossigeno che mi permette di ricominciare a respirare tranquillamente e nel frattempo cerco qualcosa di sensato da dire ma, come al solito, non mi viene in mente nulla.

«Come facevi ad esserne così sicuro?»

Non risponde, si limita solo a guardarmi dritta negli occhi.

«Che hai da fare questo pomeriggio?»

Resto sbigottita da quelle parole ma rispondo ugualmente che, oltre allo studio, ho l'intero pomeriggio libero.
Nel sentire quelle parole mi porge un bigliettino, tipo post-it, con un indirizzo e un orario.
Reprimo l'istinto di ridere.

«Ne hai scritto uno anche per la ragazza biondina tanto carina?» quelle parole lo destabilizzano un po' prima di farlo scoppiare in una risata isterica.

«Cosa c'è da scherzare? Ti ho visto, sai, stamattina con quella ragazza!»

Non so nemmeno io perché mi sto arrabbiando, in fondo non dovrebbe interessarmi la sua vita privata. Lui è perfettamente libero di fare ciò che vuole, e allora perché mi da tanto fastidio?

«Ma chi, Jessica? Non dirmi che sei gelosa di lei!»
«No, affatto»
«Benissimo. Allora ti aspetto questo pomeriggio!»

Se ne va via senza nemmeno salutare, lasciandomi da sola al centro del corridoio con uno stupido bigliettino tra le mani.

Quale promessa, sei la mia scommessa persa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora