Primo capitolo

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I diversi taxi sfrecciavano per le strade mentre le diverse persone camminavano per la strada o entravano nei negozi, vedo che Ale cercava con insistenza del denaro,  io feci lo stesso presi il portafoglio ma quando l'aprii volò fuori una farfalla,  merda,  pensai,  per poi sentire il suo sguardo su di me,  mi girai per guardarla,  sapevo che era preoccupata... Lo ero anch'io visto che in attimo ci siamo ritrovati da Venezia a New York,  ma non lo feci vedere sorrisi e risposi <<anch'io>>. Lei sospirò alla mia affermazione rimettendo via il portafoglio,  io feci lo stesso e tirai fuori il telefono chiamando mia mamma,  anche se ovviamente mi avrebbe tempestato di parole come solo Adolf Hitler nel suo discorso saprebbe fare ma va bene, chiamai ma il numero era inesistente... Come poteva essere inesistente... Ricontrollai il numero per vedere se era giusto... Era quello... Mi salì un po di panico.
Io ed Ale incominciamo a camminare io controllando sempre il telefono per vedere se aveva qualche malfunzionamento. 

Erano ore che camminavano e niente il telefono non aveva niente... Ero tentata di buttarlo giù per strada prendere una mazza e romperlo in mille pezzi,  ma decisi di rimanere calma,  ricominciando da capo.  Sentii la mano di Ale strattonarmi con forza il braccio,  seccata e innervosita mi volta i verso di lei e dissi <<che hai?! >> lei non rispose e mi indico un edificio con una A sul lato... No non può essere...non ci credevo... Sgranai gli occhi incredula, sentii Ale rispomdermi eccitata con la voce tremante <<h-hai capito... ora?>> non feci in tempo a rispondere che qualcuno mi urtò, persi l'equilibrio e caddi a terra,  sentii una voce familiare...
<<s-scu...us-ami... N-non...t...ti a-ave...vo...v-vist-ta...>>
Disse un ragazzo bruno forse piu alto di me e ale.  Mentre mi rialzavo lo guardai meglio ed ero sicura di averlo già visto e la sua voce... Di sicuro però non era mio parente... (Haimè).  Lui rese reali tutti i miei sospetti con una semprlece frase
<<i-io... Son-no...P-Pe...eter...  Peter Parker... >> disse continuando a balbettare,  entrambe stupite sgranamo gli occhi  incredule,  aprila la bocca e lo indicai con il dito indice per dire "Spider-Man" ma ale mi fermò in tempo, chiusi la bocca e tesi la mano <<io sono Martina>> gli sorrisi. Poi si volto verso di Ale ma li non capii molto pensavo solo una cosa...ok forse piu cose... Ma lui in particolare era al centro di tutto.  Fu Parker a interrompere i mie pensieri salutando e andandosene,  io ricambiai il saluto.  Ale si girò verso di me e mi chiese <<perché diavolo siamo finite qui? >> io non dissi niente cercando di rimanere calma e capire cos'era successo.  Lei continuò a farmi domande <<beh... Almeno siamo fortunate no? >> io volevo rispondergli che domino era fortunata questo è culo ma mi usci solo un urlo strozzato. Lei scoppiò a ridere e mi abbracciò,  a quel gesto non sapevo come ricambiarlo quindi rimasi cosi per un bel po',  per poi ricambiare e dire <<non vedo l'ora di vederlo>> per poi mettere la testa tra il suo collo e la sua spalla,  lei mi strinse di più a se e disse <<anch'io non vedo l'ora di vederli>>

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