Melanzana meccanica.

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<D'accordo, d'accordo, riconosco che hai avuto una giornata peggiore della mia, ma non puoi dare tutta la colpa a me per la storia delle schede, tantomeno per lo spoiler di Harry, si chiama Harry il moretto, giusto?> Ed se ne stava seduto sopra un pomposo cuscino appoggiato vicino al letto di Sofia. Aveva ascoltato tutta la storia sgranocchiando una melanzana con fare molto rumoroso.

< Ma davvero ti piace quella roba?> Aveva chiesto Sofia stupita.

< Non so, non dovresti mangiare tipo... le ossa dei bambini?>

<Ma quali ossa! Ma quali bambini! Quella è solo una sporca demonizzazione della classe dei mostri > rispose Ed visibilmente seccato.

< La maggior parte di noi ormai segue una dieta vegana, al massimo vegetariana. E poi il cibo degli umani è così buono. Dovresti mangiare più verdure sai? Ne vuoi un morso? > concluse il mostro porgendo l'ortaggio verso la ragazza.

< Per carità! Mi ci manca solo la melanzana cruda! > Rispose acidamente Sofia dirigendosi verso la finestra della sua camera.

All'esterno, le deboli luci della città brillavano come brace morente in un camino.

Sofia picchiettò nervosamente le dita contro il vetro, lasciando dei piccoli segni sulla condensa, per poi tornare nuovamente a rivolgere parola al mostro.

< Qualcosa non mi torna però... > disse Sofia accarezzandosi leggermente il mento.

< Ma come fai a conoscere il colore dei capelli di Harry? Tu ci hai per caso visti stamattina? >

A quella domanda seguirono alcuni secondi di silenzio, secondi in cui il mostro guardò avanti a sé con fare apatico e torvo. Ora Ed non sembrava più l'essere buffo e scherzoso che Sofia aveva conosciuto il giorno precedente.

Una strana aura sembrò avvolgerlo trasmettendo inquietudine alla ragazza, che per tutto il tempo non gli aveva staccato gli occhi di dosso, in trepida attesa di una risposta.

Dopo circa sei secondi di silenzio il mostro si mosse di scatto, cambiando improvvisamente espressione.

< Mi hai beccato! > Esclamò Ed strizzando l'occhiolino alla ragazza con fare complice.

< Effettivamente non ti ho detto proprio tutto riguardo noi mostri piccola > aggiunse poi ghignando.

Vedere la faccia di Ed ridere restituì a Sofia un po' di serenità.

< Facciamo così > incalzò la creatura.

<Propongo un gioco. Ora tu potrai farmi tutte le domande che vuoi. Io ho ancora una mezz'ora prima di finire il turno. Ovviamente io sarò obbligato a dire sempre la verità. >

< L'unica condizione è questa > aggiunse.

< Prima di andarmene, anche io ti sottoporrò una domanda. Avrai tutto il giorno per pensarci, ma domani sera, quando tornerò, vorrò avere una risposta. Dimmi melanzana, accetti?>

< Perché mi stai chiamando melanzana scusa? >

< Ho deciso che ti chiamerò melanzana fino a quando non ti vedrò assaggiarne una, cara la mia melanzana >

< Oh andiamo, quanti anni hai? > sbuffò Sofia alzando gli occhi al cielo.

< Giochiamo... e lo scoprirai > rispose prontamente il mostro.

A Sofia parve di distinguere una strana luce brillare in fondo alla nera pupilla della creatura, ma fu solo per un attimo e non ne ebbe la certezza.

Lo strano caso di Sofia BakerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora