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Novembre 2016, Firenze

• Beatrice's pov •

〈〈E stop, questa era l'ultima. Per oggi abbiamo finito〉〉 la voce del fotografo risuona per tutto lo studio. Finalmente, questa lunga giornata è finita, penso nella mia mente. Non vedo l'ora di tornare in albergo e gettarmi a letto, questa giornata di scatti fotografici mi ha distrutto.

Mi dirigo verso il mio camerino dove posso, finalmente, togliermi questi dolorosissimi tacchi e cambiarmi d'abito. Si spalanca la porta e compare Azzurra, l'altra ragazza del servizio fotografico che, con voce squillante, mi fa sobbalzare 〈〈Bea, che ne dici se andiamo a mangiarci qualcosa? Non so te, ma sto morendo di fame〉〉

〈〈Certo, è da tutto il giorno che non tocco cibo〉〉

Mentre lei è intenta a parlare al telefono, io finisco di cambiarmi. Nel camerino sembra essere scoppiata una bomba visto che ci sono vestiti sparsi ovunque. 〈〈Senti Bea, un mio amico ci aspetta il discoteca. Ti va?〉〉

〈〈Ma sei seria?〉〉

〈〈Non fare la noiosa, ti porto a ballare〉〉 mi trascina per un polso senza darmi la possibilità di replicare. Nonostante siano le 22.19, c'è ancora gente che gira per la città. Ho sempre amato passeggiare di notte, tutta la frenesia del giorno lascia spazio alla tranquillità della notte. Ogni tanto, chiacchieriamo della giornata appena trascorsa finché non arriviamo davanti alla discoteca.

Azzurra si avvicina ad un ragazzo e, beh, lo saluta a suo modo. Mi guardo attorno giusto per togliermi dall'imbarazzo e, dopo un paio di minuti, do un leggero colpetto di tosse per richiamare la loro attenzione 〈〈Avete intenzione di limonare per tutta la serata?〉〉

Non appena mettiamo piede nel locale, la musica alta copre tutti i miei pensieri; Azzurra ed il ragazzo misterioso scompaiono tra la folla di gente ed io rimango come una scema circondata da gente che balla. Forse, è il caso di bere qualcosa.

Mi siedo sull'unico sgabello rimasto libero e il barman, subito, mi domanda 〈〈Che ti faccio?〉〉

〈〈Basta che sia qualcosa di forte〉〉

〈〈Lascia, offro io〉〉 sento la voce del ragazzo seduto accanto a me

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〈〈Lascia, offro io〉〉 sento la voce del ragazzo seduto accanto a me. Alza lo sguardo, fino a quel momento rivolto al bicchiere davanti a lui e mi sorride.

〈〈Grazie, ma non dovevi〉〉 mi sporgo un pochino per farmi sentire da lui visto che la musica è veramente troppo alta.

〈〈È un piacere offrire da bere ad una ragazza così carina〉〉

Non so se è colpa della frase che ha appena detto oppure del cocktail estremamente forte, ma le mie guance sembrano andare a fuoco. Certo, la conversazione è quasi impossibile. Così, il ragazzo di avvicina e mi sussurra nell'orecchio 〈〈Andiamo a ballare?〉〉

Ci troviamo in mezzo alla gente a ballare, uno vicino all'altra; le sue mani scendono e si poggiano sui miei fianchi. Sento il suo fiato dietro il mio orecchio e i brividi percorrono tutta la mia schiena.

Dopo altri cocktails, gentilmente offerti dal ragazzo, mi propone di andarci a sedere su un divanetto per parlare in tranquillità.

〈〈Comunque, piacere Federico〉〉 mi porge la mano schiacciandomi l'occhiolino 〈〈Beatrice〉〉

Gli racconto del perché mi trovi proprio a Firenze e ci troviamo a chiacchierare come se ci conoscessimo da una vita. Forse, l'alcol ha aiutato; di solito, non sono così estroversa, soprattutto in un primo incontro con un ragazzo.

〈〈Merda〉〉 esclamo rendendomi conto di non aver un posto dove andare a dormire. Federico scuote la testa chiedendomi quale fosse il problema 〈〈Sono venuta qua con una mia amica e probabilmente è andata a casa del suo amico. E le chiavi della stanza, le ha lei〉〉

〈〈Puoi venire da me, se vuoi〉〉

〈〈Potresti essere un serial killer o un maniaco. Non so niente di te〉〉

Si avvicina a me facendo sfiorare le nostre labbra e, dopo avermi spostato una ciocca di capelli dalla spalla, mi sussurra 〈〈Sono un calciatore, niente di tutto quello che hai pensato. Casa mia non è tanto distante〉〉

E così, mi ritrovo nella macchina di un calciatore appena conosciuto e ci stiamo dirigendo a casa sua.

〈〈Spike, scendi subito dal divano〉〉 saluta il cane mentre mi fa accomodare in casa. Ormai, il sonno se n'è andato e rimaniamo svegli a chiacchierare ma c'è una strana tensione tra noi. Le mani si sfiorano, sguardi fissi uno sull'altra e, in men che non si dica, le sue labbra sono appiccicate al mio collo, poi si spostano più in altro per incontrare le mie. Mi siedo sopra di lui mentre continuiamo a baciarci. Ma rimaniamo poco sul divano perché mi alza e ci spostiamo in camera sua. Mi sdraio sul letto mentre lui si toglie la maglietta e poi si sdraia accanto a me...

Lentamente, apro gli occhi per abituarmi alla luce del giorno; l'unico raggio che passa attraverso la tenda della finestra illumina la schiena di Federico che sta dormendo accanto a me. Solo quando vedo che sto indossando una sua maglia, realizzo di aver fatto l'amore con un ragazzo sconosciuto... e i vestiti sparsi per la stanza sono una prova più che evidente.

È la prima volta che mi succede, non sono quel genere di ragazza; raccolgo i miei indumenti e mi sposto in bagno dove mi cambio. Forse è il caso di andarmene da questa stanza, da questa casa e da questa città. Ma prima, gli lascio un bigliettino sul comodino affianco a lui:

Questo è il mio numero, se mai volessi chiamarmi. 
Bea

Alessio Romagnoli • Filofobia •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora