Morte, perchè m'ài fatta sì gran guerra,
che m'ài tolta madonna, ond'io mi doglio?
La fior de le belleze mort'ài in terra,
per che lo mondo non amo, nè voglio.
Villana morte, che non à[i] pietanza,
disparti amore e togli l'allegranza
e dài cordoglio.
La mia alegranza post'ài in gran tristanza,
chè m'ài tolto la gioia e l'alegranza,
c'avere soglio.
Solea aver sollazo e gioco e riso
più che null'altro cavalier che sia;
or n'è gita madonna in paradiso,
portòne la dolze speranza mia,
lasciòmi in pene e con sospiri e planti,
levòmi de [sollazo], gioco e canti
e compagnia;
or no la vegio, nè le sto davanti
e non mi mostra li dolze sembianti
che [far] solia.
Oi Deo, perchè m'ai posto in tale iranza?
ch'io son smaruto, non so ove mi sia,
chè m'ài levata la dolze speranza,
partit'ài la più dolze compagnia,
che sia i[n] nulla parte, ciò m'è aviso.
Madonna, [ chi lo tene ] lo tuo viso
in sua balia?
lo vostro insegnamento e dond'è miso?
e lo tuo franco cor chi mi l'à priso
[ma]don[n]a mia?
Ov'è madonna e lo suo insegnamento,
la sua belleza e la gran canoscianza,
lo dolze riso e lo bel portamento,
gli oc[c]hi e la boc[c]a e la bella sembianza,
suo adornamento e sua cortesia?
Madonna, per cui stava tut[t]avia
in alegranza,
or no la vegio nè notte nè dia,
non m'abella, sì come far solia
in sua sembianza.
Se fosse mio 'l reame d'Ungaria,
con Greza e Lamagna infino in Franza,
lo gran tesoro di Santa Sofia,
non por[r]ia ristorar sì gran perdanza
come fu in quella dia che si n'andao.
Madonna de sta vita trapassao,
con gran tristanza
sospiri e pene e pianti mi lasciao,
e già mai nulla gioia mi mandao
per confortanza.
Se fosse al meo voler, donna, di voi,
dicesse a Dio sovran, che tut[t]o face,
che giorno e notte istessimo ambonduoi.
Or sia il voler di Dio, da c'a Lui piace.
Membro e ricordo quand'era co mico,
sovente m'appellava «dolze amico»,
ed or no 'l face,
poi Dio la prese e menolla con sico.
La Sua vertute sia, bella, con tico
e la Sua pace.
sec. XIII
altro Poeta della Scuola Siciliana.
METRO: canzone di dieci strofe composte ciascuna da otto endecasillabi e due quinari con rime secondo lo schema ABABCCdEEd.
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Afflati: Origini di nostra Letteratura
Poetry"Fermatevi in su le vie, e riguardate; e domandate de' sentieri antichi, per saper quale è la buona strada, e camminate per essa; e voi troverete riposo all'anima vostra..." (Ger 6,16)