Il professore

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Dire che ero agitata é poco.Quella notte non avevo dormito per niente, risultato:due belle occhiaie.

Ero agitata, elettrizzata, curiosa, stupita, entusiasta tutto mischiato insieme. Ora moltiplicate al cubo e otterrete come mi sentivo.

Mi alzai di corsa quasi rotolando giù dal letto e corsi in cucina per fare colazione.Trovai Geraldine alle prese con la teiera.Arrivandole alle spalle gliela presi di mano, ci misi l'acqua dentro e la sistemai sul fornello.Lei mi sorrise compiaciuta.Afferrai un biscotto e volai di sopra a scegliere cosa mettermi.

Optai per una maglia una camicetta bianca semplice, un paio di denim chiari,Converse nere  e giacca.Mi feci una doccia per svegliarmi, mi infilai velocemente i vestiti e andai allo specchio.Per la prima volta da quando ero arrivata a Parigi mi truccai. Misi il correttore per coprire le occhiaie, un filo sottile di eyeliner e mascara.Pettinai i capelli e li lasciai sciolti. Presi la borsa e la riempii con tutto quello che potrebbe essermi servito:chiavi, telefono, libro di arte,penne, occhiali da vista, fazzoletti, piccola guida della città.

Scesi di sotto nuovamente e mi versai il tè già pronto, acchiappando alcuni biscotti fatti in casa. Deliziosi.

Il tempo di mangiare ed ero già fuori.

******

Venti minuti d'anticipo.Venti minuti! Avrei fatto la figura dell' ansiosa.

"...Appuntamento alle 8.30 di mattina, davanti all'entrata del museo. Mi raccomando, puntuale"avevo imparato a memoria quelle due righe dell' email che mi era arrivata il giorno del mio arrivo a Parigi.E ora, avevo di sicuro soddisfatto il mio futuro insegnante, battendo tutti i miei record personali.

5,10,15 minuti di anticipo,ma venti mai!

Almeno non sei arrivata in ritardo...

Ancora con questa storia?

Guarda che se tu ci pensi non é mica colpa mia!

Ma sei tu che ci pensi non io!

...

Ok forse ci penso e allora? Non c'é niente di male a voler conoscere in anticipo il professore che ti insegnerà per un anno della tua vita...o forse di più.

Jeremy POV's

In anticipo. Ero sorpreso di me stesso.Cavolo, non avevo proprio niente da fare quella mattina. Ero curioso di vedere la studentessa? O volevo semplicemente rimbeccare mio zio? Forse tutti e due.Avevo un po' la testa fra le nuvole in quei giorni.

Il fatto é che mi era rimasta in mente la ragazza del panino.A momenti scoppiavo a ridere davanti a lei, quando mi aveva riconosciuto, perché aveva fatto una faccia buffissima, a metà tra lo spaventato e lo stupito.

Poi quando le avevo parlato in italiano...lì non so proprio come avevo fatto a trattenermi.Chissà cosa pensava.

Era stata stata una...fortuna che l'avessi sentita imprecare. Se avessi potuto tornare indietro lo avrei rifatto di sicuro.

Mi staccai dal muro dove ero appoggiato per vedere se era arrivato qualcuno davanti al museo, oltre ai turisti. Nessuno. Non vedevo nemmeno lo zio.

Cominciai ad attraversare la piazza, per ingannare il tempo.

Attraversai la strada e per poco non mi feci investire.

Eh si, hai proprio la testa fra le nuvole...

Me ne ero accorto già da solo, ma grazie per l'avvertimento.

Guardai di nuovo verso l'entrata. Ancora nessuno. Ci credo, erano le 8.15, troppo presto perfino per il parente.Restai con lo sguardo attaccato a quella porta, finché non la notai.

(In revisione)Paris, Paris...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora