Ar'Khorona Sydara 'Rhenna Valas, I

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"Ci sono occasioni in cui mi ritrovo a chiedermi, indecisa tra l'inquieta o l'affascinata, se gli dei athmannei abbiano creato la guerra così che le Stirpi degli Uomini potessero, tra caso e guadagno, imparare la geografia."

-Ar'Khorona lysyssive Sydara 'Rhenna Valas.

Estratto dalle sue "Riflessioni Nomin-eirulantiqaee",

vergate tra la Sesta Fragmentha di D.A.421.001 e la Nona Fragmentha di D.A. 421.007



Adagiandosi allo schienale della poltrona, Sydara rivolse i suoi occhi a seguire il ticchettante andirivieni delle due cameriere. Soffiò sul bordo della tazzina per raffreddare il tè che Qashytra le aveva appena servito e un filo di fumo profumato si allontanò, disperdendosi nell'artificiale tepore dello studio. Quella sciagurata! Preparare una tazza di tè senza sfornare un intruglio bollente da tirare ad un plotone d'invasori era chiederle troppo? Forse.

Carezzò il bordo della tazzina, sospirando. Se Qashytra non fosse stata una probabile spia, per quell'ennesimo fallimento avrebbe seriamente considerato l'idea di farla annegare in un canale di scolo da Ràh-Shun. Siccome lo era, quel proposito continuava a tentarla da vicino. Soffiò ancora una volta prima di sorbire un sorso, così caldo da pungerle le labbra.

La cameriera si volse a capo chino e intrecciò le mani in grembo. Sydara ponderò che avrebbe potuto dirle quanto era sorpresa, anzi allibita, da quel brodo amarognolo. Se lo sarebbe meritato, ma nutriva il sospetto che la cameriera già lo sapesse.

«Qashytra.»

«Sì, Vostra Grazia?»

Descrisse un nuovo cerchio con l'indice lungo il bordo della tazzina, carezzandolo con deliberata lentezza e inspirò il profumo della vaniglia e del gelsomino. Era quasi piacevole. Anche un chronometròn rotto riusciva a segnare l'ora giusta almeno una volta al giorno.

Ripose la tazzina e il suo abbinato piatto di porcellana di Calen sul tavolino. «Manca la panna.» Avvicinò il servizio al vassoio d'argento senza farlo tintinnare, spingendolo pian piano con l'indice.

«Davvero, Vostra Grazia?»

L'Ar-Khorona guardò la cameriera di traverso. «Sì.» Che genere di domanda era? «Eri distratta mentre lo preparavi? Posso chiedere se stessi pensando a qualcosa d'importante?»

Era dal giorno in cui il favorito di sua sorella gliela aveva regalata, assieme alla sua indegna pari Vyntsa, che dubitava lei fosse in grado di compiere un atto tanto complesso. Aveva covato quella sensazione perfino nei rari momenti in cui il buon umore l'aveva portata a trovarla d'una stilla meno intollerabile del solito.

La frequente, organizzata assenza di quella cameriera durante tali momenti era di certo un mero caso. Mi chiedo se sussista una correlazione.

«No, Vostra Grazia» Qashytra si avvicinò al tavolo e si chinò a prendere il vasetto che conteneva la panna. «Io... devo essermi dimenticata di metterla. Vi chiedo scusa, Vostra Grazia.»

«Oh, se soltanto questa nuova rivelata riuscisse a stupirmi...» disse, accavallando le gambe e tirando l'orlo della gonna a coda di sirena perché continuasse a coprire le allacciature dei tacchi. Vide l'accenno d'una smorfia sul viso della cameriera, ma quando strinse gli occhi trovò ad accoglierla la solita espressione di amorfa inutilità.

«Allora consideravi quali spese fare con il tuo prossimo stipendio?»

La cameriera sollevò il coperchio del vasetto, intinse un cucchiaio d'argento nella panna e lo versò dentro la tazza, dosandola con l'aiuto di una bacchetta. «No, Vostra Grazia.»

Il volo dell'Aquila DayrakynaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora