𝐈𝐈 ー 𝐖𝐄𝐀𝐕𝐄𝐑 𝐎𝐅 𝐃𝐑𝐄𝐀𝐌𝐒

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" ti avrei stretto a me come nessun altro mai avrebbe fatto, fino al lasciarmi sanguinare, fino allo svenire fra le tue braccia

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" ti avrei stretto a me come nessun altro mai avrebbe fatto, fino al lasciarmi sanguinare, fino allo svenire fra le tue braccia. "
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Gemiti. Nelle mie orecchie risuonavano i tuoi gemiti soffocati tra i baci che le nostre bocche si scambiavano e quelle lenzuola sgualcite e strette tra le tue dita magre. La tua presa, sempre più salda, come la mia sul tuo corpo con le mie mani ad accarezzarti la pelle rosea e perfetta. I miei occhi, tracciavano linee immaginarie sul tuo viso dall'espressione contratta, avevi le palpebre chiuse ed il labbro inferiore incastrato tra i denti lattei. I nostri corpi uniti, cosparsi da un sottile strato di sudorazione per l'atto che stavamo compiendo, sembravano esser diventati un tutt'uno, così come le nostre mani strette tra loro che ad ogni mio affondo dentro di te rendevano quella presa sempre più salda. Sentivo il battito del cuore accelerato ed il desiderio di averti con ogni mia possibilità accrescere per ogni secondo in più che passava. Dopo anni che stavamo insieme, dopo innumerevoli volte in cui le nostre anime erano entrate in sintonia, sentivo come fosse sempre la prima.

E quella volta, ricordo, ero davvero nervoso.

Ricordo ancora quel giorno d'autunno come se non fosse mai passato. Eravamo a casa mia e come al solito ad aspettarmi non c'era nessuno. L'idea iniziale, e questo mi fa ancora ridere al pensiero, era quella di farti da modello per un'altra tela che poi avresti presentato a scuola, ma devo ammettere che al tempo accettai la tua richiesta solo per passare del tempo in tua compagnia. Eri quel genere di persona che presa da un lavoro spariva anche per giorni interi per poi ritornare come nulla fosse solo dopo averlo completato e, si, anche quel lato di te mi piaceva, nonostante non mi consentisse di starti accanto tanto quanto lo desiderassi.

Il mio sguardo perso sulla tua figura, scrutava ogni piccola parte di te che te ne stavi seduto davanti a me col capo chino. L'unico suono percettibile tra le quattro mura della mia camera da letto, altro non era che l'infrangersi della punta della tua matita contro lo sketch-book sul quale stavi creando la bozza per il tuo nuovo dipinto ed il leggero passaggio della tua mano contro la carta per cacciar via i trucioli delle cancellature. Bellissimo, era l'unico aggettivo che riuscivo ad appellarti e spesso mi chiedevo quando avrei potuto vedere le altre tue forme, espressioni, quelle che ancora non conoscevo e quelle che un po' mi nascondevi. E forse, al pensarci bene, fu proprio la mia curiosità l'artefice di tutto; a sciogliermi dalla mia posizione statuaria ed al farmi avvicinare a te, lentamente, senza lasciarti alcuna via di fuga.

La mia presa sulla tua mano che venne bloccata dal tracciare un nuovo tratto, il tuo sguardo che fulmineo incontrò il mio e la tua espressione sorpresa dall'essere trascinato via, sul letto dove prima sedevo da solo. Non dissi una parola, un po' sprovvisto di termini in quel momento in cui avrei solo preferito sprofondare nella vergogna. Eravamo così giovani e inesperti che al solo sfioro delle nostre mani sentivamo il cuore battere all'impazzata nel petto ed io, senza pensarci due volte, fui in grado di metterci in quella situazione che ci vide entrambi con le gote tinte di rosso. Non osavo guardarti negli occhi e per quello fui sorpreso dal dolce tocco della tua mano contro il mio viso accaldato, poi, quando finalmente calai lo sguardo verso di te notai l'espressione che avevi sul viso. Una nuova, forse imbarazzata, forse nervosa, o forse eri curioso quanto lo ero io?.

𝐉𝐔𝐒𝐓 𝐁𝐄𝐓𝐖𝐄𝐄𝐍 𝐋𝐎𝐕𝐄𝐑𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora