𝐄𝐏𝐈𝐋𝐎𝐆𝐔𝐄

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" amavo amarti ed amavo immensamente essere amato da te [

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" amavo amarti ed amavo immensamente essere amato da te [...] "
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𝟸𝟶𝟹𝟷
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Il giorno in cui t'incontrai per la prima volta, wong yukhei, il sole era alto nel cielo, splendendo ed emettendo coi suoi raggi quel tepore primaverile che come una delle tue dolci carezze, mi accarezzava il corpo in movimento. Le mie gambe sfrecciavano lungo la strada che affannato percorsi da casa mia alla nostra scuola finché, attraversati i cancelli che ne delimitavano la proprietà, m'imbattei in te, voltando lo sguardo per guardarti l'istante prima di superarti. Sbattetti le palpebre un paio di volte sconcertato dalla tua visione, desiderando immensamente di potermi fermare poiché incuriosito dal tuo viso, ma la campanella suonò e presto le nostre strade si divisero. Una parte di me sperò di vederti varcare la soglia della mia aula, così che potessi imprimere per bene la tua immagine nella mia memoria, ma nulla. Scoprii presto che fossi stato aggiunto all'elenco della classe opposta alla mia da un gruppo di ragazze che parlando tra loro nominarono un certo nuovo ragazzo dai tratti un po' esotici.

La mia curiosità crebbe e più non riuscivo a vederti, più il mio desiderio diveniva implacabile, finché poi, durante i corsi pomeridiani, passando davanti la palestra, ti vidi. A torso nudo, un po' sudato ed affaticato per lo sforzo fisico che stavi compiendo. Riconobbi i tuoi occhi grandi e quella bocca carnosa che sembrava come esser stata rubata alla più bella delle modelle di Jan Vermeer - artista che in quel periodo sentivo particolarmente vicino per via del suo uso dei colori. Mi nascosi dietro al muro della porta a due ante, pensando più volte se varcarla o meno fino al mandare all'aria ogni pensiero razionale. Di soppiatto, raggiunsi le gradinate, guardandoti da lì in silenzio. Eri così bello.. ed il tuo sguardo così enigmatico tale dal rendermi incapace dallo staccarti gli occhi di dosso. Pensai a quanto sembrassi irraggiungibile, a quanto di già mi sembrassi lontano, così tanto che probabilmente avrei potuto sfiorarti soltanto in quel modo, solo nei miei pensieri, o nei miei sogni che, a dirla tutta, speravo sempre di rammentare il giorno dopo.

Tu non mi vedevi, circondato com'eri da tutte le persone che ti adulavano come fossi un re, nonostante dalle tue espressioni corrucciate, sembrassi odiare tutte quelle attenzioni. Ed una persona come me, un po' invisibile oserei dire, non avrebbe mai avuto la possibilità di parlarti; certo, non che a quei tempi avessi davvero il coraggio per farmi avanti. Mi convinsi che guardarti da lontano fosse già abbastanza, seppur in cuor mio, desiderassi almeno per una volta camminarti accanto, come all'illudermi, anche solo per un po', che tu mi conoscessi. Che tu, almeno tu, sapessi chi fossi. Un anno sembrò volare via velocemente e le cose non furono diverse; durante le vacanze estive ripensai ai momenti passati a rimirarti a scuola, attraverso gli innumerevoli schizzi e piccoli ritratti che ti rappresentavano. Un sospiro mi accompagnava sempre in quegli attimi in cui con lo sguardo concentrato nei tuoi occhi intinti di vari colori, sfioravo la tua immagine coi polpastrelli, ritrovandomi a pensare a quanto, immensamente, desiderassi che la pausa estiva terminasse in fretta così dal poterti vedere, così dal poter tornare a dipingere.

𝐉𝐔𝐒𝐓 𝐁𝐄𝐓𝐖𝐄𝐄𝐍 𝐋𝐎𝐕𝐄𝐑𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora