dicembre 1998
RagazzinaIl Natale invade l'aria del castello.
Palline colorate e vischio penzolano stancamente da ogni porta, da ogni davanzale gelato.
E' il primo Natale dopo una guerra sporca.
Il primo Natale in cui non ci saranno più intere famiglie intorno ai tavoli imbanditi.
E io sono una donna nuova.
Con un nuovo segreto da nascondere.
Minerva tenta invano di ricreare la magia di cui era invasa l'aria quando Albus era ancora qui.
Dispensa ordini da uno studio che non riesce a sentire suo.
Niente sarà più come prima.
Ma loro non vogliono capirlo.
Ron, Harry, Ginny.
Non capiscono.
Mi guardano cercando l'Hermione che rideva con loro prima della guerra.
Ma lei non c'è più.
E loro non riescono ad accettarlo.
Mentre schivo i goffi tentativi di Ron che cerca di ricreare un sentimento che non esiste più.
Che forse non è mai esistito.
Mi chiede perché.
Mi implora di dirgli cosa è cambiato.
E io vorrei urlarlo al mondo.
Cosa è cambiato.
Ma non posso.
Cocciuto, testardo, solitario mago.
Cosa devi ancora nascondere Severus?
Mi lanci negli occhi teorie strampalate di professori e studentesse.
E io mi innervosisco.
Sbatto le porte.
Stringo i pugni fino a farmi male.
Sempre.
E adesso siamo di nuovo qui, nel tuo studio.
Nascosti.
Perché nessuno deve sapere.
Sono morti migliaia di innocenti.
Di amici.
Hai affrontato una guerra.
Eppure questo ti spaventa.
L'idea che qualcuno scopra l'esistenza di un cuore che batte sotto la tua perfetta casacca nera.
- "Smettila Hermione!"
La tua solita risposta alla mia solita domanda.
- "Vuoi nasconderti per sempre Severus? Cosa c'è di così sbagliato in me? Di cosa cazzo ti vergogni?"
Sto urlando contro di te, come faccio da settimane ormai.
Mi guardi.
Fai una smorfia di disgusto.
- "Sei una ragazzina!"
Ma davvero?
Sembri accorgetene solo adesso.
- "Sì, sono una ragazzina Severus. La stessa ragazzina che ti scopi sulla tua cattedra, non appena l'aula si svuota."
Faccio una pausa.
I tuoi lineamenti si irrigidiscono.
I tuoi occhi sputano fiamme pericolose.
Continuo.
Non ce la faccio più.
Ho finto per anni.
Adesso non ne posso più.
- "Ma lì va bene, non è vero Severus? Basta che il mondo non veda. Se nessuno guarda tutto diventa lecito..."
Ti spazientisci.
Ti giri di scatto.
Poi torni a guardarmi.
- "Sono il tuo professore, Hermione. Possibile che tu non riesca a comprenderlo?"
Non sibili.
Non parli.
Sputi parole gelide.
- "Ah è questo allora? Hai sostenuto per anni il giudizio di chi ti credeva un traditore. Ma non puoi sopportare il pettegolezzo del professore innamorato della sua studentessa!"
Ti appoggi pesantemente alla scrivania.
Le braccia strette sul petto, la mascella serrata.
- "Finiscila!"
Sai dire solo questo.
Non una spiegazione.
Mai.
Tu non parli mai.
- "C'è il ballo di Natale, lo sai?"
Sollevi un sopraciglio con aria schifata.
- "E io voglio andarci. Voglio ballare in mezzo alla gente. Voglio guardare negli occhi le persone, ridere con loro. Voglio un po' di maledetta normalità, Severus!"
Ti giri.
Mi dai le spalle.
Superi la scrivania.
Armeggi con la miriade di ampolle che invade il tuo studio.
- "Voltati e guardami!"
Urlo.
Niente.
Tu sempre di spalle.
Io sempre più in preda alla rabbia.
- "Se non vieni tu ci andrò con qualcun altro!"
E' una minaccia.
Una stupida minaccia.
- "Fai cosa vuoi, Hermione!"
La tua voce è un sussurro esasperato.
Non ti volti.
Continui a non guardarmi.
Sento le lacrime premere al bordo degli occhi.
- "La verità è che hai paura."
Ti volti adesso.
Le braccia di nuovo incrociate, il viso sempre contratto.
Mi fai infuriare.
Mi viene da piangere.
Abbiamo superato la guerra, le torture, la lontananza.
Ma non questo.
Non un amore da vivere a testa alta.
- "Hai paura di affrontare le persone senza quella tua stramaledetta maschera."
Faccio una pausa.
La rabbia sale.
- "Sei più disposto a sostenere il ruolo di assassino che quello dell'uomo innamorato. Sei riuscito ad uccidere il tuo unico amico, sei..."
Batti una mano sul tavolo.
Un rumore secco invade la stanza.
Riecheggia tra le volte.
Fa tremare i vetri.
- "Esci da questa stanza!"
Urli.
I tuoi occhi sono pieni di fiamme minacciose.
Ho paura.
Mi porto una mano sulla bocca.
Lascio uscire il fiato tra le dita.
Stupida!
Io non volevo dire questo.
- "Scusami Sever..."
- "Ti ho detto di uscire. Subito!"
Tremo.
Faccio un passo indietro.
Ti avvicini alla porta.
La spalanchi nervosamente.
E io esco.
Perché non riesco a sostenere il tuo sguardo.
Le tenebre che vedo nascere nei tuoi occhi.
Inforco il corridoio.
Sono una ragazzina, solo una ragazzina.Buongiorno a tutti!
Capitolo intermedio per permettere alla storia di evolversi in alcuni punti.
Come sempre vi ringrazio per aver speso parte del vostro a leggere le mie righe e spero che vorrete farmi sapere cosa ne pensate.
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Senza maschera
FanfictionQuesta è una storia d'amore. L'amore tra Hermione e Severus. Nato timidamente dietro alla curva di un corridoio, esploso senza un preavviso, senza una ragione apparente. Soffocato dalla paura e da un passato che non lascia respirare. Questa è la sto...