~ Sigari e Sangue -Pt.2

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Il penetratore aveva fatto il suo dovere, la trivella aveva sensibilmente penetrato lo spesso scafo, di cui era composta un attimo fà. Schegge di dilitio incandescenti sfioravano, e illuminavano la passerella pressurizzata, colorata di rosso dai loro lampeggianti. Mille e cinquecento uomini, in armatura pesante, armati fino ai denti, e assetati di sangue; aspettavano il fatidico ordine che il sottoscritto doveva impartire. Ma loro che ne sapevano di strategia? All ecquipaggio importava solo tre cose: libertà, soldi e fortuna. Io sono solo la loro luce, la propria guida che doveva portarli ad avere tutto ció; praticamente: sono la mente, gli ufficiali il sistema nervoso, che fanno eseguire gli ordini. Poi ľ ecquipaggio, le mani e le gambe della nave, coloro a cui toccava il lavoro sporco, e il diritto di scegliere cosa fare; composto da: rinnegati, ex-schiavi, criminali e tossico- dipendenti, sono il muro portante delle attività quotidiane, al interno della nave.
Il piano consisteva in tre fasi: irruzione, furto e fuga; ma non c'era tempo per rivalutarlo, la trivella usata dal penetratore per aprire lo scafo, stava finendo il suo dovere. Una volta aperto un varco, avremmo dato sfogo alle mitragliatrici e ai fumogeni, e succesivamente avremmo avuto trenta minuti, per sottomettere capitano, ed ecquipaggio nemico. La fuga, doveva essere veloce e inrintracciabile, perchè se il mercantile avesse già inviato ľ allarme prima di collidere, i rinforzi non avrebbero tardato e sarebbero arrivati, con le piú cattive intenzioni. I caccia ricognitori scandagliavano il sistema, per poter darci in tempo la brutta notizia, e iniziare una velocissima ritirata, con fuga turbolenta nel iper-sapzio. Per temporeggiare decisi di indurre un discorso all' ecquipaggio: " compagni! Oggi assalteremo il mercantile che per giorni, abbiamo pedinato. Le informazioni che ci sono state date, sono state chiare! Il carico descritto è allettabile. Ma sarà sufficente per noi? Per i nostri cari che muoiono di fame e di sete? Per poter sopravvivere un altro giorno in questo far-west, schiacciato dalla schiavitú, o represso dal capitalismo? Solo dopo aver varcato e massacrato ció che sta dietro, potremmo capire cosa abbiamo guadagnato. Non fate gli eroi o i kamikaze, ve lo dico da pirata e non da capitano. Perché anche se perderemmo qualche minuto, voi valete molto di piú, in confronto ad una semplice cassa di leghe!" un rumore assordante, e delle sirene, comiciarono ad ecchegiare per la passerella; interrompendo il mio discorso, e zittendo tutti. In lontananza notai un bagliore, era il segnale! Urlai con tutto il fiato che avevo, attraverso il microfono del caschetto "CARICA! CARICAAA!" E come dei barbari, cominciammo a correre. Arrivati all' estremita, tutto ľ ecquipaggio si gettó freneticamente oltre le porte stagne, all interno dell mercantile, sparando e urlando come degli assatanati; io invece rimasi al sicuro, protetto dal mitragliere sopra al trapano, e dalle torrette a guardia dei due portelloni. Il mio compito era molto piú complesso e delicato, dovevo raggiungere la sala comandi, e neutralizzare: ufficiali, capitano, allarmi interdimensionali, difese elettroniche e il generatore; per poi inserire ľ autodistruzione, e cancellando le possibili prove. Per poter svolgere il mio compito, dovevo scannerizare la nave; Iniziai a iserire il comando, con ľ ausilio dei vari software neurali presenti dentro il mio cervello; Scoprendo che in realtá, la fatidica stanza non risultava. Una schermatura elettromagnetica stava coprendo ľ intera nave; compromettendo ogni mio possibile tentativo, e cambiando drasticamente il mio piano. Avanzai ľ idea di usare il watch-hole, ma teletrasportarsi a caso in una nave carica di soldati, non mi sembrava molto conveniente. Poi, cosí al improvviso; mi saltó in testa un idea, loro sapevano chi eravamo e cosa potevamo farli, ľ unico modo per capire realmente dove si trovava la sala; era chiedere a qualche schiavista, figlio di puttana. Nei corridoi del mercantile si stava scatenando ľ inferno, sangue e svariati pezzi di corpi tumefatti dallo scontro, erano sparsi per il pavimento bianco, ormai tinto di rosso; mentre camminavo percepí una presenza, provenire nella stanza succesiva a sinistra. Il soldato uscí allo scoperto, puntando solo il fucile dall angolo della porticina, facendo fuoco; i proiettili foravano pareti e soffitto, ma non il sottoscritto. Scaricate le munizioni colsi ľ attimo, dopo aver finito di schivare i suoi proiettili, mi tuffai a capofitto su di lui, placcandolo e facendolo rovinosamente cadere al suolo, picchiando la testa.
Incazzato come non mai, per avermi spento la sigaretta sul parka di pelle nuovo, dopo lo scontro; lo afferai per il collo e lo alzai di peso sbattendolo contro il muro tre volte, e facendo rombare il metallo su cui pesantemente, colpiva con quella sua testa vuota. cominció a farfugliare idiozzie come: " per favore, non disintegrarmi! " oppure "ammazami ora! Ma non mangiarmi ľ anima, MOSTRO!" Non sapevo se ridere o arrabiarmi ancora di piú, ma dovevo muovermi, non potevo giocarci su, rischiavamo tutti di rimanerci secchi. Dopo svariati tentativi, riusci a strappagli le informazioni che cercavo; e subito dopo averlo legato con dei fili di ferro, gli appiccicai in fronte una bomba adesiva, minacciandolo che lo avrei fatto saltare in aria, se le informazioni erano sbagliate. Prima di aprire il portale con il watch-hole, accesi un sigaro e cominciai ad osservarlo; con tono arrogate il soldato rispose: "cazzo hai da guardare, animale! Se non fosse per questi fili ti avrei gia sgozzato, lurido figlio di puttana!" Io, sedutomi vicino a lui, e assorto dal fumo intenso che emanava quel Cohiba, non ci feci caso alle cazzate che stava sparando. Mi avvicinai di piú a lui, e gli sbuffai in faccia per poi guardare ancora una volta il cronometro, sovraponendolo con il polso al suo volto; avevo ancora quindici minuti, giusto il tempo di fare due chiacchere con la mia vittima. Gli chiesi in primis il nome, ma mi mando direttamente a quel paese, sputandomi in muso; schifato dalla bile sgocciolante dalla mia barba, mi asciugai con ľ orlo della manica, e feci altre due boccate di fumo; poi tranquillamente comiciai a parlagli: " ho visto che avevate una bella nave, ma sapete.... portare con se oggetti di valore in queste zone, e molto piú pericolose che viaggiare con un reattore instabile, sotto il culo. Prima mi hai sparato, insultato e sputato; quella povera troia di tua madre, non ti ha mai insegnato che non si sputa agli sconosciuti? Bè dai, per questo sei perdonato.... Ma per il buco sulla giacca in pelle no. Sai quanto costa questo parka? Se facciamo i conti.... vale quanto un occhio umano, sul mercato nero." Mi inginocchiai abbasandomi al' altezza del suo orecchio e gli sussurai: " io non spaccio organi. Ma in compenso li buco o li taglio." Imapurito cominció ad urlare e a chiedere pietà, ma ormai avevo deciso; lentamente afferai il sigaro e con la brace rovente, cominciai ad inserilo lentamente nella cavità oculare. Agonizzato e spasmante, urlava come se lo stessero castrando senza anestesia, ma a me poco importava, anzi ci stavo prendendo gusto, a tal punto di giraglielo lentamente all interno della cornea; poveraccio, pensai.... ma in fondo non mi dispiaceva, e dopo avergli completamente spento il sigaro nell occhio, svenne ed io aprí il portale, attraversandolo con un balzo. Piombai come un ghepardo, sopra al vice-capitano infilzandolo sulla nuca con il mio stocco-atomico, uccidendolo sul colpo; logicamente allertai tutti gli ufficiali compreso il capitano, che in pochi secondi scatenarono ľ inferno, sparandomi e ferendomi alla gamba; Il combattimento era appena iniziato, e gia riportavo una ferita che perdeva molto sangue, ma non mi tirai indietro e mi mimetizzai diventando invisibile.
Mentre ero occultato, potei in velocita fermare ľ emorragia, che per poco non mi uccideva; ma sprecai un possibile attacco furtivo, poichè ľ ufficiale tattico mi scoprí dopo aver lanciato una flash-scanning, ma non persi tempo, e sparai bucandogli la testa, facendolo cadere a peso morto sul pavimento. Lo scontro si era appena amplificato, ma ben presto sarebbe finito, perchè io ero piú veloce e letale di loro; seccandone uno dopo ľ altro, e schivando i loro colpi da mezze-seghe, riusci a lasciare a secco di munizioni il capitano, ormai privo di uomini e difese.
Impavido sfoderó lo stocco atomico, e con tono minaccioso cominció a provocarmi, mentre faceva svolazzare la lama luminescente; io tranquillamente guardai il cronometro, che mi informava che mancavano cinque minuti, ma non mi accorsi che il mio nemico, mi stava per attacare ed affondare la lama nel torace; all ultimo lo schivai, sbilanciandolo e tirandoli un destro sulla testa, Cadde a terra come un sacco di patate, mollando ľ arma e svenendo. Dopo l' incidente corsi alla postazione di comando, spensi i reattori e i sistemi di difesa; notai anche che gli S.O.S di soccorso non erano stati attivati, regalandoci la possibilità di smontargli la nave, e temporeggiare per tutto il ciclo cosmico. "Ora sarai felice, laido infame!" Disse il capitano nemico, mentre si alzava scombussolato da terra; lo osservai con la coda degli occhi, e lentamente poggiai la mano sull'elsa, per estrarre dalla fondina lo stocco, pronto ad uccidere. "avanti. Che cazzo aspetti! Non mi vuoi squartare? ha! Si, Giusto vuoi farmi schiavo, oppure, vendere i miei organi sul mercato nero?" Io sorrisi, ed estrassi lo stocco, subito dopo con tono autoritario, gli spiegai cosa sarebbe successo: " senti: io non uccido un mio pari, senza prima confrontarmi con lui." La mia vittima, scoppió in una risatina isterica; soffocata dal discorso che mi stava per fare, forse ľ ultimo della sua vita. " all'ora voi infidi porci avete un briciolo di dignità!"disse ridacchiando, e alla pronuncia di ció, io mi misi in posizione di guardia, pronto ad uccidere e a difendermi; con la lama in avanti, e il braccio all indietro per bilanciarmi.
Lo scontro inizió, e capí subito che era solo un dilettante, ma un degno avversario; infatti al primo affondo perfetto, riuscí a sfiorarmi lo stomaco, ma nessuno poteva competere con uno spadaccino come me. Contrattacaii con un bel destro dritto in bocca stordendolo, e aspettai che si riprese, per dagli la prova che ero un uomo ď onore; e con un ghigno, sputó in terra il dente, e il sangue accumulatosi in bocca. Tornato in posizione di guardia provó a distrarmi blaterando discorsi inutili, e domande troppo stupide da avere una risposta logica; comunque sia, la sua morte avvenne con una rapida parata, un contrattacco sbagliato che gli costo una mano, che tranciai di netto come fosse burro; e la testa che schizzó in aria una volta tagliata, spargendo sangue e imbrattandomi come una garza.
Intanto, nel magazzino della nave mercantile....
" compagno stouk a rapporto signore!" un pirata con occhi e braccia cibernetici, mi si paró davanti; era visibilmente entusiasta. "Compagno, cosa ti porta qui?" Rispose ľ ufficiale, e specialista tattico Regghi, con fare curioso; "signore!" Disse allegro il pirata mentre apriva la mano, mostrandogli un talismano, con al centro un prisma. Sir. Alexander Regghi, non poteva credere hai suoi occhi; aveva sperato diversi anni, anzi secoli. "Signor. Stouk, lei sarà il pirata dell anno, dopo che il capitano avrà visto, ció che egli ha trovato." Nessuno a primo impatto credette a ció, ma ben presto capimmo, che quello che avevamo trovato; ci avrebbe portato ai confini del universo conosciuto.

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