Sono questa: prendere o lasciare!

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Un sacco di gente là fuori sogna cose che non esistono

e ha aspettative altissime da cui poi si lanciano e si feriscono.


Dopo quel pomeriggio insieme Damon non lo incontrai più. Era come se fosse scomparso nel nulla.

L'unico segnale di vita che ebbi fu la mia auto parcheggiata fuori casa il giorno dopo, con un bigliettino sul parabrezza con scritto: "Come nuova. Trattala bene. D.".

Ovviamente gli scrissi immediatamente un messaggio per ringraziarlo, ma non ricevetti nessuna riposta.

Era sparito, non era più venuto in facoltà e non riuscii nemmeno a beccarlo in giro. Come un fantasma nessuno sapeva che fine avesse fatto. Un po' mi mancava lo dovevo ammettere.

Lo pensavo tutti i giorni e so che era sbagliato, ma non riuscivo a capire il motivo di questo suo comportamento. Quel ragazzo era riuscito in sole 24 ore ad entrarmi dentro la mia testa.

Perché questa sua assenza?

Forse gli aveva dato fastidio qualcosa che avevo detto, forse non voleva essere più il mio tutor.

Parlai anche con il Professor Parker, ma come da prevedersi, mi aveva confermato il tirocinio insieme a lui.

Ma allora perché non farsi sentire? Tra qualche giorno dovevamo iniziare a lavorare insieme, però di lui nessuna traccia. Non so che cosa mi fosse preso, ma la sua presenza mi mancava. Il suo sguardo, il suo comportamento nei miei confronti aveva riacceso in me qualcosa che era spento da fin troppo tempo. Il mio cuore batteva e con lui, non so spiegarmi come, correva.

Dovevo riuscire a fermarlo perché non potevo permettermi di perdere la testa o provare qualcosa nei confronti di una persona che aveva questi comportamenti. Mi sarei fatta male me lo sentivo. Erano passati sei lunghissimi giorni senza avere sue notizie e questa cosa non solo mi preoccupava, ma mi faceva alquanto incazzare. Era un atteggiamento anche poco professionale. Questo cosa significava? Che quando avrei iniziato il tirocinio alla prima cosa sbagliata mi avrebbe mollata senza darmi sue notizie per giorni? E come avrei fatto?

Attiravo tutte le situazioni complicate e questo non andava bene né per la mia sanità mentale, né per il mio futuro che era la mio priorità assoluta in questo momento della mia vita.

-Iside stai bene? -

Ero appena tornata dalla lezione del professor Parker, erano quasi le sette di sera e come sempre fuori pioveva.

-Si Jenny tutto bene, sono solo stanca- Risposi poggiando la borsa sul divano della mia camera.

Mi buttai sul letto e mi levai le scarpe, volevo solo dormire e svegliarmi il giorno dopo tanta era la stanchezza. La febbre ormai era passata da giorni, ma ancora non mi ero ripresa del tutto. Avrei approfittato del fine settimana alle porte per riprendere le forze e recuperare lo studio arretrato della settimana precedente.

Jenny entrò nella mia stanza e si buttò sul divano sospirando.

-Cosa è successo? - le chiesi voltandomi verso di lei. Aveva uno sguardo triste e incupito, non mi piaceva per niente vederla così.

-Non posso vederti così, cosa è successo? – mi chiese dolcemente.

-Niente Je non so che fine ha fatto Damon, non mi ha risposto ai messaggi, è da due settimane che non lo vedo completamente e non ho sue notizie. Mi giro ogni volta che sento il rumore di una moto e questa cosa mi disturba, non è da me e lo sai- sbuffai.

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