Luna

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Guardare la luna.

Lo fa spesso chi prova mancanza.

"Ti prego calmati" lo supplicai.

"Questa è la fine che fanno i bastardi come lui" disse senza nessuna emozione. I suoi occhi erano odio puro. Non erano più quegli occhi che avevo tanto amato. Il nero delle sue iridi lo aveva risucchiato del tutto.

"Ti prego non fare stronzate" si girò e puntò verso di me la pistola.

"Stronzate? Anche tu farai la sua stessa fine troia. Stai tranquilla"

Nuovamente quel rumore assordante.

E poi il nulla.

Mi svegliai di soprassalto, tutta sudata. Avevo il fiatone. Per l'ennesima volta sognai la scena che aveva cambiato la mia vita per sempre. Si ripetevano nella mia mente in loop, come un disco rotto.

Erano le sette del mattino e la mia testa pulsava. Il mio corpo tremava. Sudavo.

Mi alzai di botto e andai in bagno. Avevo bisogno di una doccia. Dovevo calmarmi, dovevo riprendere il controllo.

Il getto dell'acqua calda mi fece rilassare. Finalmente.

Restai sotto l'acqua per un tempo che mi sembrò infinito mentre nella mia mente rivivevo tutto ciò che avevo sognato. Un incubo.

Mi svegliai dal mio stato di trans solo quando mi accorsi che il mio cellulare stava suonando.

Avvolsi l'asciugamano attorno la mia figura e gocciolante mi diressi in camera.

Era Jenny. Sapeva gli orari. Involontariamente sorrisi.

Assurdo. Quella ragazza mi conosceva bene.

Risposi immediatamente e la sua voce mi tranquillizzò.

"Isi tutto ok?". Era preoccupata lo sentivo.

"Si Je. Tutto ok stai tranquilla". Risposi rassicurandola.

"Ok, allora buongiorno principessa"

Sorrisi al suo cambio d'umore. Era assurda. In senso positivo ovviamente.

"Buongiorno anche a te". Ricambiai.

"Ti ho chiamata per dirti che torno a casa stasera".

"Serena, non ti preoccupare, non ti vincolare mai per me lo sai che mi incazzo"

"E tu lo sai che non me ne fotte nulla" mi rispose sarcastica.

"Ma come devo fare con te?" le chiesi.

"Non lo so, me lo chiedo pure io, però lo sai che è difficile liberarsi di me."

"Eh, lo so. È sei anni che cerco tutti i modi per farlo". Scherzavo ovviamente, lei era un motivo per cui ancora credevo nelle persone di animo buono. Mi aveva costretta a darle fiducia e devo dire che aveva fatto bene.

"Cogliona". Stava facendo la finta offesa. Sbuffai a ridere.

"Cretina". Ricambiai ridendo. "Io devo asciugarmi posso andare o continuiamo ad insultarci, sappi però che poi la pulisci tu la mia stanza domani"

"No no sia mai, ciao per qualunque problema chiama" mi rispose dolcemente.

"Stai tranquilla. Ciao scema"

"Ciao cogliona". Ricambiò prima di riattaccare senza darmi il tempo di ribattere alla sua offesa che velava tantissimo affetto.

Presi una tovaglia e tamponai i capelli facendo una sorta di turbante per evitare che si sciogliessero. Indossai una tuta e andai in cucina.

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