Il test

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Corri. Corri. Continuavo a ripetermelo con la speranza che il mio cervello desse più ascolto alla mia voce che al fitto dolore che proveniva dal mio fianco per aver corso più di quanto fossi in grado. Non potevo fermarmi, quella cosa era dietro di me, potevo sentirne il fiato sul collo, letteralmente. Svoltato l'angolo, trovai una porta socchiusa e senza pensarci entrai in un edificio chiudendomela alle spalle. Tutto buio. Nessun rumore, eccetto il mio affanno. Accesi la torcia del cellulare e mi guardai attorno. Sembrava una tipografia abbandonata. C'erano vecchie stampanti impolverate ovunque; pile di fogli e quaderni, uno sopra l'altro, che sembrava di stare in una caverna con stalattiti e stalagmiti. Per un attimo ho dimenticato il motivo del mio fiato corto. Sentii un rumore provenire da dietro quella che probabilmente una volta stampava giornali; il rumore sembrava il fruscio del vento, ma a mala pena c'era ossigeno in quella stanza. Mi avvicinai. Il fruscio aumentò per qualche secondo e poi tutto tornò a tacere, ma al posto del rumore, davanti a me, era apparsa quella cosa e mi fissava come un leone fa con la sua preda.

[K si presenta]

8.05.  

Adoro questa canzone, ma sentirla ripetere ogni mattina per buttarmi giù dal letto non è stata una mossa furba, inizio ad odiarla.
Così inizia la mia giornata tipo: ore 8.00 la sveglia; ore 8.05 l'ennesima ripetizione della canzone che ho come sveglia perché troppo pigro per alzarmi alla prima; mi guardo allo specchio, mi lavo, mi guardo allo specchio, mi vesto e... mi guardo di nuovo allo specchio: questi capelli proprio non si vogliono aggiustare. Suor Clara dice sempre che non è necessario che sistemi i miei capelli mossi e castani, tanto nessuno ci farà caso perché incantato dai miei "bellissimi" occhi arancioni (sì proprio arancioni, ma tendenti all'oro). 

Alle 8.30 c'è la campanella e tutti noi dell'orfanotrofio ci precipitiamo per la colazione. Dalle 9.00 alle 13.00 abbiamo lezione, alle 14.00 pranzo e dalle 15.00 alle 17.00 studio. Poi c'è il mio momento preferito: l'ora in palestra! Ci tengo davvero tanto al mio fisico, questi muscoli non si mantengono così solo studiando. Alle 20 cena e poi a nanna.

Questa è la mia giornata, o lo era fino a ieri.
Oggi è il giorno della svolta, avrò il test per cui ho studiato per tutta l'estate (la mia ultima estate in orfanotrofio). Devo assolutamente passarlo e non solo perché adoro l'archeologia, ma soprattutto perché frequentare l'Olympos'College significherebbe avere una nuova casa: per gli studenti è previsto un alloggio all'interno del campus e con la mia borsa di studio potrò permettermelo.
Non so in cosa consista precisamente la prova, però il mio amico Joshua, diplomato l'anno scorso, mi disse che per superarla doveva studiare i miti greci e romani, in particolare dovevo conoscere gli dei e i titani, le loro storie e tutto ciò che li riguardava. Nessun problema per me, ne sono sempre stato affascinato, non so come mi sia venuta questa passione, forse me l'ha trasmessa mio padre.
Ad ogni modo, ho passato l'estate a conoscere Zeus, Poseidone, i loro figli e Ade; ho studiato i titani, la loro sconfitta e caduta.
Sono pronto per il test.

[Fine della intro di K]


Alle 9.30 ero già davanti al cancello d'ingresso del college e non era stata un impresa semplice: i mezzi a Roma sono una certezza... la certezza che sai quando parti con il bus, ma non sai se e quando arrivi. Il cancello, come tutto l'edificio, era immenso, maestoso, mi ricordava molto una di quelle università inglesi, tipo Oxford e Cambridge. L'ansia mi assaliva, ma vedendo le decine di ragazzi che come me avrebbero affrontato il test, mi sentivo ricaricare da quel sano senso di competitività che mi saliva ogni volta che partecipavo ad una gara, perché in fondo di quello si trattava: solo i primi 15 che avrebbero ottenuto il punteggio migliore sarebbero stati ammessi. Io devo essere tra quelli.

Prima che potessi accorgermene, il test iniziò. Passavamo uno per volta attraverso uno stretto cancello, sembrava il classico metal detector degli aeroporti, se la luce diventava verde potevi accedere, in caso contrario, il rosso ti diceva che dovevi seguire l'uomo in giacca e cravatta che ti portava altrove (solo in seguito ho scoperto dove). Al mio passaggio la luce diventò verde. Un uomo ben vestito mi indicò la porta di un ascensore. Ci entrai e non appena si chiusero le porte mi resi conto che all'interno non c'era una pulsantiera... come avrei fatto?
Ad un certo punto echeggiò nell'ascensore una voce suadente:
"Qual è il nome del dio scelto da Zeus in persona per istruire nell'arte del combattimento corpo a corpo le giovani reclute dell' Olympos?"

Olympos' College: scuola di semideiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora