CAPITOLO 11/revisionato

610 39 14
                                    

Pov's Jason

Dopo gli allenamenti di oggi sono finalmente tornato a casa, Sara è tornata prima di me insieme a nostra madre che passava di lì dopo aver fatto un giro al centro commerciale della città. Sono arrivato giusto per l'ora di cena, entro nella sala pranzo del branco e trovo tutti ai tavoli intenti a mangiare, mi avvicino al tavolo dell'alpha e mi siedo nel posto tra mia sorella e mia madre, Jacopo, una bella bistecca di carne al sangue accompagnata da delle carote soffritte al burro sono sul mio piatto fumanti e dopo aver salutato tutti inizio a gustarmi il mio pasto.
"Chi era quel ragazzo bassino che era con te Sara?" chiede nostra madre a mia sorella, per intavolare un discorso e non rimanere nel silenzio.
"Un nuovo membro della squadra delle cheerleader." risponde semplicemente mia sorella, senza scendere nei particolari. Ma la domanda posta in precedenza dal suo compagno ha avuto potere di calamita per l'attenzione di nostro padre che ora è pronto a partecipare alle chiacchiere tra famiglia e non vuole perdersi neanche un dettaglio, iniziando a fare lui stesso delle domande centrate sul nuovo amico di mia sorella.
"Quindi, quanti anni ha?" ecco la prima che non si può certo dire sia stata fatta con solo scopo di curiosare.
"Diciassette." risponde di botto mia sorella, facendoli capire che non è affatto interessata al suo nuovo compagno di squadra aggiungendo che essendo diventati amici, lui stesso le aveva confessato di essere gay, che spesso si era trovato a fissare i ragazzi con bramosia ma che il suo carattere forte, indipendente ma sotto certi versi timido lo aveva portato a non avere nessuna relazione sia che a solo scopo carnale. Ad essere sincero questa conversazione stava fruttando in me grandi aspettative future, se nn fosse stato per la domanda che nostro padre fece esattamente dopo:
"E come si chiama?" aveva fatto quella domanda con il sorriso di qualcuno che, ora, voleva solo curiosare non troppo interessato ma comunque felice di parlare teneramente con la figlia minore, con la quale aveva sempre avuto un singolo rapporto di protezione desideroso che prendesse si il suo carattere ma più che felice che esso assomigliasse perfettamente al suo compagno, unico nel suo genere.
"Toryn Black." aveva continuato tranquilla a conversare Sara, aggiungendo il fatto che fosse incredibilmente basso, ma che nonostante la sua altezza non si facesse intimidire da nessuno e che contrariamente agli altri cacciatori lui vedeva in tutte le creature il bene e il male e che non fosse interessato a distruggere nessuno al di fuori dei demoni.
L'ordine Alha che venne da nostro padre di stare alla larga da Toryn e che se non l'avremmo fatto avrebbe fatto l'impossibile per tenerlo separato da noi, distrusse il mio cuore e la speranza in mia sorella di avere finalmente un amico l di fuori della nostra stessa specie.
Non possiamo più stare con Toryn e questo sentimento di costretta lontananza mi riempiva il cuore di tristezza e rabbia pura, che era arrivata anche al mio lupo che senza accorgermene aveva fatto uscire i miei canini e colorare i miei occhi neri di rosso, fino a trasformarmi e correre, lontano da mio padre e seguendo la scia di un profumo che in soli due giorni aveva intasato i miei ricordi e le mie narici.

credo di aver sbagliato dei verbi molto probabilmente ho anche cambiato i tempi ma vabbè...

PERCHÉ PROPRIO IO? In revisione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora