- Jimmy Page.
Ci siamo seduti ad un tavolo, mentre Robert Plant finiva di firmare alcuni autografi, Jimmy mi ha portato una cioccolata calda e si è seduto accanto a me:
«Dai, prendi qualcosa con me...non preoccuparti degli altri.»
Io gli ho sorriso timidamente, era magro e alto ma comunque mi intimoriva un po', forse per il suo modo di fare un po' altezzoso o comunque la sua popolarità, ma di certo non era qualcosa che faceva di proposito. Ho preso il bicchiere e ho iniziato a soffiarci sopra, cercando di non scottarmi le labbra ogni volta che prendevo dei piccoli sorsi:
«Allora Jenna, quanti anni hai?» ha chiesto lui, cercando di fare conversazione, ho pensato subito che se gli avessi detto la mia vera età, lui sarebbe scappato a gambe levate, così ho mentito.
«Diciotto anni.»
«Oh, sei appena maggiorenne...hai un lavoro?»
«Ehm...» ecco, ormai avevo parlato, cosa potevo dire? «No, sto cercando ma non riesco a trovare nulla.»
«Aspetta, mi è venuta un'idea.»
Si è alzato ed è andato verso Robert, che stava pagando alla cassa e intanto cercava di flirtare con la barista, dopo qualche minuto Jimmy è tornato al nostro tavolo e mi ha sorriso con tutta la gioia che potesse sprigionare:
«Ottime notizie» si è avvicinato a me e ha aggiunto «ho detto a Robert che saresti venuta in tour con noi, per il primo album.»
Ho sgranato gli occhi ed è mancato davvero poco che mi strozzassi con la bevanda calda, il chitarrista sembrava stupito dalla mia reazione inaspettata, così si è preoccupato:
«Non sei contenta?»
«Cosa?! No, certo che sono contenta!» ho sorriso cercando di nascondere tutte le bugie che avevo creato, lui mi ha preso la mano e l'ha stretta.
«Oddio mi ero preoccupato, quindi ci stai? Sei dentro?» i suoi occhi erano così speranzosi che non sono riuscita a dire di no, sapendo comunque che mi sarei cacciata in un mare di guai.
«E, se già lo sapete, quando inizierebbe il tour?»
«Questa estate, dopo l'uscita dell'album.»
«Oh perfetto!» stavo per urlare, quell'anno io avrei finito la scuola e quindi sarebbe andato tutto per il meglio. Ma ovviamente le mie bugie erano abbastanza rischiose da portare avanti, un piccolo imprevisto avrebbe rovinato tutto.
«Sono veramente felice di averti con me in tour, ci divertiremo.» mi ha sorriso in un modo strano, quasi maliziosamente, ma io avevo una cotta per lui già da parecchio e non ci pensavo neanche alle conseguenze.
Mi ha pagato la cioccolata calda e mi ha accompagnato fuori dal bar, seguito dal suo amico e compagno di band. Robert non aveva ancora spiccicato parola e io pensavo già che gli stessi antipatica, non avevo neanche immaginato come potesse essere il tour se uno dei componenti della band mi odiava:
«Penso di aver capito che tu sei Jenna, giusto?» ha improvvisamente detto Robert, sorridendo e allungando la sua mano verso di me, io l'ho stretta, incredula.
«Oh sì, sono io. Ovviamente so chi sei tu.» ho detto ridendo nervosamente, il cantante ha riso insieme a me e ha lanciato uno sguardo a Jimmy, come se cercasse di ammonirlo per qualcosa. Il chitarrista lo ha ignorato o, semplicemente, non l'ha neanche visto.
Mi stava osservando e sembrava come preso da ogni mia caratteristica, cercava di capire ogni mossa che avrei fatto ed era come se cercasse di anticiparle così da ricordarsi meglio la mia persona. Non sapevo se esserne attratta o imbarazzata.«Grazie di tutto, Jimmy, ma adesso dovrei proprio tornare a casa...» gli ho lasciato un bacio delicato sulla guancia «È stato un piacere, a presto.»
Gli ho sorriso e lui ha fatto lo stesso verso di me, Robert ha alzato la mano in segno di saluto. Ho preso la strada della stazione, cercando di arrivare in tempo per beccare l'ultimo treno di Leicester Square, nel frattempo pensavo costantemente alla proposta di Jimmy. Un lavoro nel loro staff, durante il tour che avrebbe preso tutta l'estate di quell'anno.
Speravo con tutta me stessa che il tour sarebbe iniziato dopo la fine della scuola, non volevo dire a nessuno di quella storia e soprattutto non volevo che Jimmy scoprisse la verità su di me. Era come se per una volta nella vita, ero riuscita a realizzare uno dei miei sogni, una rockstar mi aveva notato e voleva portarmi con lui in giro per il mondo, mi offriva cioccolate calde e mi trattava come una vera donna.
Forse era stata proprio quella caratteristica di Jimmy Page a colpirmi, forse è stato il suo modo di fare, di corteggiare, che mi aveva completamente rapito e stregato.
Anche se forse avrei dovuto dare retta ai segnali di Robert Plant, alle occhiate che lanciava al suo amico e a come mi guardava in modo strano, perché lui sapeva in che guai mi sarei cacciata, ci saremmo cacciati: io, Jimmy e la band.
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Groupies stories
Short StoryQuesta è una raccolta di diverse storie raccontante da diverse donne che, nella loro vita, hanno deciso di intraprendere viaggi in compagnia di famose rockstars. Le storie che vengono riportate potrebbero sembrare davvero inverosimili ma, quando ent...