Charlie Weasley preferiva i draghi alle ragazze.

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Charlie Weasley preferiva i draghi alle ragazze, e su questo non c'erano dubbi.
Eppure... Eppure quell'allegra ragazzina dai capelli rosa con cui aveva parlato un paio di volte, alla fine, non era male. Forse.

Charlie Weasley preferiva i draghi alle ragazze, e su questo non c'erano dubbi.
E allora perché il suo giovane cuore da quindicenne si metteva a fargli le capriole nel petto quando era vicino a lei?
Quando le loro mani si sfioravano?
Quando lei rideva?

Charlie Weasley preferiva i draghi alle ragazze, e su questo non c'erano dubbi.
E allora perché aveva appena baciato una di loro?
Perché si sentiva come se non potesse essere più felice di così, anche se non era con un drago?

Charlie Weasley preferiva i draghi alle ragazze, e su questo non c'erano dubbi.
Soprattutto ora.
«Come sto?» gli domandò Tonks, raggiante, facendo volteggiare la gonna del suo abito.
«Da togliere il fiato,» rispose Charlie, resistendo al groppo in gola.
«Avrei voluto che ci fossero tutti, il giorno del matrimonio» sospirò Tonks, improvvisamente meno allegra.
Charlie le prese una mano. «Ehi,» sorrise, «tranquilla. Quando tutto questo sarà finito faremo le cose in grande. Te lo prometto.»
Anche Tonks sorrise, dando un bacio sulla guancia a Charlie.
«Devi andare ora.»
«Vero. Ci vediamo di là.»
Tonks si voltò e andò verso la porta, mentre Charlie restava a fissare il suo unico amore andarsene per sempre tra le braccia di un altro.

Charlie Weasley preferiva i draghi alle ragazze, e su questo non c'erano dubbi.
Anche in quel momento, anche lì, se ci fosse stato un drago sarebbe stato più felice.
Ma di draghi non ce n'erano.
C'erano solo macerie, distruzione, corpi, e silenzio.

E poi c'era lui, Teddy Lupin, qualche settimana appena, che dormiva ignaro tra le sue braccia. Ignaro del fatto che i suoi genitori non c'erano più, ignaro del fatto che era solo al mondo.
«Ehi Teddy,» Charlie si sforzò di sorridere, prendendo la minuscola manina tra le sue dita. «Tu non sarai mai solo, ok? Te lo promette lo zio Charlie.»
Singhiozzò, il bimbo aprì appena gli occhietti e lo fissò.
«Ci sono tante persone, qui, che si prenderanno cura di te. Tante. Io volevo bene alla tua mamma, tanto bene, e ora la cosa migliore che posso fare e avere cura di te. E cercherò di farlo nel migliore dei modi.»

Charlie Weasley preferiva i draghi alle ragazze, e su questo non c'erano dubbi.
Ma ai draghi preferiva ancora di più quel buffo bimbo dai capelli cangianti che d'abitudine ciondolava per la Tana strappando a tutti un sorriso anche nei momenti peggiori.
Come in quel preciso istante.
«Ciao Teddy» sorrise Charlie, inarcando un sopracciglio, quando le manine del piccolo si poggiarono sulle sue ginocchia.
«Chaaa-i» rise Ted, indicandolo.
Lui lo sollevò seduto sulle sue gambe: «Vuoi cavalcare un drago, Teddy?»
Il piccolo gorgogliò di gioia, sapendo già cosa sarebbe nato da quella frase.
«E allora via!» Charlie lo mise seduto sulle sue spalle. «Tieniti che si parte!»

Charlie Weasley preferiva i draghi alle ragazze, e su questo non c'erano dubbi.
Ma quando, quel nebbioso primo Settembre, dovette salutare il bambino - quasi ragazzo - che praticamente aveva cresciuto, avvertì un certo peso allo stomaco che, ne era certo, se si fosse trattato di un drago non avrebbe provato.
«Teddy» lo richiamò, prima che il ragazzino corresse a salutare il padrino, gli zii, i cuginetti e i fratellastri. Teddy lo fissò accigliato, e per un attimo, gli ricordò Tonks. Poi scosse la testa e gli si inginocchiò davanti, prendendogli la mano. «Ascoltami: se vedi... Se c'è qualcuno che ti piace, chiunque sia, ti prego, non lasciartelo scappare. Mai. Non pensare che-» si bloccò un attimo. «Non pensare mai e poi mai che se aspetti inerte le cose accadano da sole, perché non è così.»
Ted lo fissava perplesso: avrebbe capito tutto ciò diversi anni dopo. «Forse... Forse ora non ti è chiaro ma fidati. Devi promettermelo Teddy.»
«Lo... prometto?» biascicò il ragazzino, e Charlie gli scompigliò i capelli rialzandosi. «Bravo. Ora vai, il treno non aspetta.» sorrise.
Per un attimo attese un abbraccio che non ci fu.
Teddy, semplicemente, sorrise a sua volta e si allontanò.
Charlie restò a fissarlo, mentre il suo cuore si spezzava per l'ennesima volta.
Poi scosse la testa: «Teddy!» chiamò. Quando il ragazzino si voltò spalancò le braccia.
«Non mi saluti?»
Ted rise, per poi correre verso di lui e saltargli addosso.
Quasi si sbilanciarono.
«Ci eri cascato, zio, hai pensato che non ti avrei salutato!»
Il cuore di Charlie si fece più leggero, e lui strinse Ted più forte, lasciandosi sfuggire una risatina.
«Ci ero proprio cascato, Tonks.»

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