Capitolo 1

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Ero stufa della mia vita. Non sapevo neanche come sarebbe stato il mio futuro... Allora perché stavo ancora vivendo? Che cosa mi spingeva ad andare avanti?
Non avevo risposte alle mie domande e dovevo rassegnarmi a rimanere nell'incertezza.
Ma un giorno, finalmente, una persona mi donò la luce che mi sarebbe servita per vivere veramente!

Un giorno mi svegliai di cattivo umore; stava piovendo e il sole era oscurato da delle grandi nuvole nere. Andai di sotto per fare colazione e come ogni mattina non c'era ancora nessuno, i miei genitori si svegliavano sempre tardi rispetto a me che dovevo andare a scuola molto presto e anche mia sorella stava ancora sognando nel suo caldo letto, quindi, come ogni mattina, ero tutta sola con la mia tazza di latte caldo in mano. Per passare il tempo andai vicino alla finestra e mi misi a guardare fuori le gocce di pioggia che cadevano fino al suolo creando una melodia quasi perfetta... In quel preciso istante ebbi l'impressione di essere stato l'unico essere vivente sul pianeta terra... Eravamo solo io e la pioggia.
Ero rimasta incantata, ma la mia coscienza mi aveva invitata ad uscire di casa, allora presi il mio cappotto, il vecchio ombrello nero di mio padre e infine uscii dalla porta che divideva il mio mondo da quello esterno.
Andai come ogni giorno alla fermata del pullman. Ero sempre la prima a prendere il bus e l'unica che andava in quella fermata. Nella norma salivo sul pullman e salutavo
l'autista con un misero "Buongiorno", per poi prendermi un posto in fondo al pullman... Non c'era mai nessuno... Eppure in quella giornata di pioggia non ero sola.

Appena salii sul pullman notai in fondo una ragazza piccola. Appena la vidi pensai che fosse una bambina con la stessa età di mia sorella, ma non era possibile perché solo chi andava al liceo prendeva quel catorcio. Il primo particolare che mi colpì furono i suoi capelli che erano di color platino; inizialmente pensai ad una tinta ben fatta, ma ecco che un altro strano aspetto risaltò dal suo gracile corpo, i suoi occhi erano rossi come una mela matura e più mi avvicinavo più riuscivo a distinguere i colori della sua pelle pallida, quasi come se fosse un cadavere.

Ero impressionata dallo strano aspetto di quella ragazza e senza accorgermene ero rimasta in piedi di fronte a lei.

- Mi dici cosa stai guardando?-

Mi sorpresi quando sentii la sua voce, mi girai per vedere se c'era qualcun altro, ma lei stava parlando con me.

-Ecco... Il fatto è che il tuo aspetto è strano-

Cosa avevo detto? Perché le parole mi erano uscite spontaneamente dalla mia bocca? Avrei dovuto rispondere con "Niente" eppure i miei veri pensieri erano stati esposti.

-Cioè, non sei strana... Ecco... Cioè sei carina, ma sembri strana... No aspetta... Io...-

Che cosa stavo dicendo? Perché non parlavo normalmente? Ero sicura che lei si sarebbe infastidita, ma ad un certo punto i miei pensieri erano stati fermati dalla sua dolce risata.

-Ahahahahaha... Dio... E io sarei la strana? Ma ti sei vista? Ahahahaha-

-Ahah...-

Risi anche io, ma la mia era una risata di imbarazzo dato che non sapevo come rispondere. Perché lei mi faceva quello strano effetto?

-Scusami, io non volevo offenderti... Ma ecco... È solo che non ti ho mai vista... Chi sei?-

La curiosità stava crescendo dentro di me e allo stesso tempo l'angoscia stava prendendo possesso del mio corpo e della mia mente.

-Chi sono Io? Beh, sono una ragazza normale che sta avendo un incontro insolito con una ragazza probabilmente... stordita!-

Ci erano voluti alcuni secondi per capire che mi stava prendendo in giro.

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