Terra era seduto vicino alla finestra della sua stanza, stava guardando Aqua e Ven allenarsi. L'apprendista lanciò Blizzara verso il suo avversario, e dei cristalli di ghiaccio esplosero dalla punta del suo Keyblade per andare contro il ragazzo. Quest'ultimo cercò di parare la magia con un colpo della sua arma, fallendo e cadendo a terra, mentre Aqua ridacchiava compiaciuta. Un angolo della bocca di Terra si alzò, facendogli fare un sorrisetto. La sua amica stava migliorando nella magia molto velocemente, e per fortuna: l'esame di Maestria si sarebbe tenuto tra poco meno di un anno, e loro dovevano iniziare a prepararsi sin da quel momento, a detta sua.Un suono dietro di lui lo fece scattare, un po' per la sorpresa un po' per l'abitudine data dall'esperienza in battaglia. Qualcuno stava bussando alla porta, in un modo piuttosto leggero. <<Avanti.>> disse il ragazzo, che si girò verso la porta mentre si stava aprendo e un'alta signora dai capelli biondi stava entrando, seguita da una bambina. <<Buongiorno, Terra>> disse sorridendo Lusamine, la donna appena entrata <<S-salve>> borbottò Terra, avvicinandosi; il fascino della Wielder era indiscutibile, aveva degli occhi di un verde chiarissimo, sempre illuminati di una luce vagamente strana, capelli liscissimi che le ricadevano dolcemente sulle spalle e si muoveva con grande grazia...la donna emanava sempre un'aura carica di mistero. Spesso attorno a lei si sentiva a disagio, e non era l'unico: una volta, ricordava con divertimento, aveva visto Ventus arrossire mentre Lusamine rideva elegantemente.
<<Devo andare in una missione piuttosto lunga...>> disse la donna mentre abbassava la testa e guardava la bimba, nascosta dietro la madre. <<...quindi, se non è un problema per te, potresti tenere Camille per un paio di giorni?>> continuò, accarezzando la testolina della figlia e alzando gli occhi scintillanti <<Uh..>> rispose il ragazzo <<Veramente non so, mi dovrei allena->> <<Va bene, allora è deciso! Grazie mille!>> lo interruppe Lusamine, che non badava all'espressione corrucciata e sorpresa di Terra. Quindi, la donna uscì velocemente dalla stanza chiudendo la porta, con la solita leggiadria. Camille, rimasta sola, salutò il ragazzo con la mano guardando il pavimento, gesto che Terra ricambiò, ancora un po' confuso per l'accaduto. La piccola alzò lentamente lo sguardo per incrociare quello del giovane. Un lampo violaceo guizzò agli angoli del campo visivo del ragazzo e sentì rimbombare nelle orecchie un fischio leggero, come se si fosse improvvisamente incantato. I suoi muscoli si tesero all'unisono, mentre la bambina tratteneva il respiro e aveva gli occhi completamente spalancanti, fissi in quelli scuri di Terra. Camille distolse lo sguardo e quello strano momento finì, il corpo dell'apprendista si rilassò e il fischio cessò. Era la prima volta che i loro sguardi si erano incontrati? Che cosa era appena successo? Terra sentiva un dolore bruciante nel petto, ma non gli sembrava acutissimo. La bambina stava invece ansimando e aveva una mano sul petto. Calò il silenzio nella stanza, le uniche cose che si sentivano erano i loro respiri e i suoni che provenivano da fuori. Quando Camille smise di ansimare, Terra si avvicinò <<Stai bene?>> chiese esitando un poco, siccome non sapeva come comportarsi dopo quello strano evento. La bambina, con una mano ancora sul piccolo petto, annuì, tenendo la testa bassa. Il ragazzo quindi si accucciò davanti a lei, mentre quest'ultima faceva ricadere il braccio lungo il fianco. Quindi, sollevò il capo e guardò negli occhi Terra, con un espressione sbigottita. Aveva ereditato gli occhi della madre: erano in egual modo scintillanti e sembravano capaci di scrutarti dentro con un semplice sguardo. Poi, gli sorrise, un sorriso gentile e compassionevole <<Ciao>> iniziò a parlare la piccola, come se non fosse successo nulla <<Io sono Camille! E tu come ti chiami?>> e dondolò sul posto. <<Mi chiamo Terra>> rispose il ragazzo, sorpreso dalla reazione della bambina. Era veramente una copia in miniatura di Lusamine. Stessa corporatura magra, stessi capelli, occhi, stessi lineamenti fini, stessa aura misteriosa. Qualcuno bussò alla porta ed entrò. Erano due persone, un ragazzo ed una ragazza. Il ragazzo era un po' basso, biondo e con occhi di un blu profondo, mentre la ragazza era alta e slanciata, con corti capelli azzurri e occhi dello stesso colore.
<<Ciao Terra! Ah, c'è un altro ospite qui>> esordì Aqua, sorridendo <<Oh, davver->>disse Ven, notando poi Camille <<AH! LA PICCOLA PESTE!>> esclamò facendo un salto, mentre Aqua e Terra ridevano sotto I baffi e la bambina gongolava. Uno dei passatempi preferiti della piccola era fare scherzi a Ventus, infatti spesso vedeva quest'ultimo rincorrerla per la Terra di Partenza per qualche marachella.
<<Cosa fai nella stanza di Terra? Volevi dare fastidio anche a lui?>> ribattè alle risate Ven. Camille scosse la testa. <<No>> disse Terra, passandosi una mano sulla nuca <<A quanto sembra le dovrò badare per due giorni>> <<Davvero? E come mai?>> chiese l'aspirante maga. Il ragazzo scrollò le spalle. <<La madre ha una missione lunga>> <<Almeno smetterà di prendersela con me->> disse Ven <<Mai!>> esclamò la piccola, facendo saltare l'apprendista biondo di nuovo.~~~~
Terra era steso sul suo letto, un braccio sulla fronte, e stava guardando il soffito. Era notte fonda e non riusciva a dormire, cosa non strana per lui; molte volte gli capitava di mettersi sotto le coperte ed iniziare a viaggiare con la mente, finendo poi per perdere il sonno. Ma stavolta era diverso, infatti stava rimurginando su quando aveva incrociato lo sguardo della piccola Camille. Aveva sentito nel petto, come un qualcosa smuoversi e deformarsi, più e più volte, che però era tornato calmo quando aveva distolto lo sguardo. Non gli era mai capitato qualcosa di simile, eppure la sensazione era incredibilmente familiare. Di quell'accaduto, però, aveva capito una cosa. Quel qualcosa che si era smosso in lui era la sua stessa oscurità, lo sentiva. E lo spaventava. Serrò le mani a pugno. Cosa aveva fatto quella piccola bambina? Cosa le era successo per averla fatta rimanere così silenziosa? Chiuse gli occhi e sbattè un pugno sul materasso. Era frustrato, aveva troppe domande che non avevano risposta e le risposte a cui riusciva a pensare erano troppo assurde e insensate. Quindi cercò di rilassarsi: era molto tardi e l'indomani avrebbe dovuto faticare molto in allenamento. Si girò su un fianco e, con la luce della luna che gli sbatteva sulla schiena, si addormentò.
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Il fantastico mondo delle mie OC :3
AcakEhh niente, ho in testa troppe idee e quindi le voglio condividere.