Capitolo 3

122 5 0
                                    

Mi sveglio di scatto, sudata e senza fiato.

Fuori il cielo è blu chiaro, con appena un accenno di luce, devono essere le 5.

Mi guardo intorno, ancora spaventata dall'incubo che ho fatto prima di svegliarmi.

L'adrenalina in corpo non permette di riaddormentarmi, così decido di mettere un po' a posto.

Sono talmente presa dal lavoro e dal rimuginare sul mio incubo che non mi accorgo del sole che ormai illumina interamente l'isola.

Uhm, ho fame.

Lo stomaco mi ricorda di Jesper e della promessa fatta la sera prima. Corro in camera per controllare il telefono e trovo 2 messaggi.

Il primo è di Amalie:

"Come va? Sei arrivata? Dio Beth ti avevo detto di chiamarmi.. Fatti sentire, xo"

Cazzo, Amalie.

Amalie è la mia migliore amica, in realtá lo è sempre stata. Ad Oslo abbiamo le case a poche centinaia di metri di distanza e abbiamo sempre frequentato le stesse scuole, gli stessi corsi, gli stessi luoghi; anche se effettivamente è molto diversa da me. I suoi capelli biondi, lisci, perfetti, contro i miei neri tinti di rosso, arruffati e sempre in disordine, il suo sorriso smagliante contri il mio muso da cane bastonato, i suoi occhi azzurri, brillanti, contro i miei marroni, scuri. Lei una sportiva, eccellente a scuola, io un topo di biblioteca - eppure a scuola vado malissimo- e pubs.

Nonostante questo siamo a dir poco inseparabili ed è stata dura per entrambe accettare il fatto di non vederci per 2 interi mesi.

Decido di chiamarla, sono le 10 e dovrebbe essere sveglia.

"Pronto? Beth? Oddio sei viva"

"Ciao troietta" squittisco in tono, ovviamente, scherzoso.

"Sei a casa?"

"Si"

"Com'è là? Il mio iPhone ha detto che ieri sera c'è stata una tempesta, ero così in ansia"

"Ams, sai che non mi faccio spaventare da queste cose e la casa è costruita apposta per questo tipo di clima.. Non mi preoccupo di quello"

"E allora di cosa ti preoccupi?"

Impreco mentalmente per averle fatto notare di non stare benissimo, anche se in fondo avevo voglia che me lo chiedesse.

"Ho fatto un altro incubo stanotte"

"Uhm sono ricominciati?" il tono di voce di Ams è preoccupato.

"No cioè.. non lo so, può essere un episodio isolato, boh.. Non lo so è stato diverso questa volta.. Ho sognato mia nonna. In realtà il cadavere di mia nonna. Che dormiva nel mio letto. E mi parlava"

"Oddio è così fottutamente inquietante Beth.. E scusa cosa ti avrebbe detto tua nonna?"

A dire il vero non sono riuscita a capirlo.

"Non penso di aver capito.. Ams scusa ma ora ti devo lasciare, ti chiamo dopo"

Mi attacca il telefono raccomandandomi per l'ennesima volta di fare attenzione e di chiamarla spesso.

Il secondo messaggio è indubbiamente di Jesper, che mi chiede a che ora dovrebbe venirmi a prendere.

"Ora" rispondo.

A un soffio di vento.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora