Chapter 1: How it all began...
PERCY
Vi posso assicurare che le orecchie che si muovevano nervose del Bianconiglio erano molto più interessanti della riunione a cui presidiavo.
La riunione consisteva nel riunire tutte le favole, le fiabe, i racconti e libri per bambini e ragazzi in un unica sala e parlare. In realtà un unica sala non bastava. L'anno scorso abbiamo affittato un'intera Hall di un Hotel in Francia per poterci entrare tutti. Quest'anno avevamo preso un palazzo che mi ricordava molto la Casa Bianca. Ogni favola diversa aveva un tavolo a se. Il mio tavolo si trovava così vicino a quello diAlice nel Paese delle Meraviglie che potevo scorgere il Cappellaio Matto che beveva il thé a piccoli sorsi, ridacchiando fra se e se ogni tanto.
L'anno scorso il problema era lo scarso impegno dei personaggi secondari delle favole. Quest'anno il problema consisteva nella scarsa voglia e fantasia dei personaggi cattivi.
Dal tavolo accanto al mio la Regina di Cuori sbuffò.
- Voi la fate facile, Presidente. Voi siete uno dei buoni! - urlò sopra le parole sussurrate di tutti i presenti nella sala, con un gesto distratto e indignato della mano. Alzò gli occhi al cielo.
Il Presidente, che in realtà era soltanto un vecchietto tutto ingobbito dalla vecchiaia e smagrito dalla stanchezza. Si appoggiava al suo bastone tirandosi gli occhiali sul naso ogni 5 minuti. Nonostante sembrasse così debole era l'uomo più saggio che conoscevo. Sapeva molte cose e sapeva sempre aiutarti. Era Mago Merlino.
- Noi non la facciamo facile, Regina. Noi cerchiamo di essere equali. Affrontiamo i problemi di tutti, i problemi più importanti. - disse alzandosi dalla sua sedia.
Come dicevo, le orecchie del Bianconiglio erano molto più interessanti. Bianconiglio continuava a muoverle nervosamente, da una parte all'altra della sala. Come se avesse un tic nervoso. Sembrava così preso dalla discussione, ma allo stesso tempo così distratto.
Poi mi persi ad osservare il lento ondeggiare della coda dello Stregatto. Ritmica e dolce il suo muoversi era affascinante. Accanto a lui notai i due gemelli, Pinco Panco e Panco Pinco, che versarono una strana polvere, simile a zucchero, nel thé di Regina, che tutta presa dalla foga si era alzata in piedi e sventolava in aria il suo ventaglio gridando minacce. I due fratelli nemmeno si accorsero di me.
- Peter, lo trovi così interessante? - la voce trillante mi risvegliò dai miei pensieri. La guardai. Stava appoggiata allo schiena della sua sedia con aria annoiata mentre si sistemava il trucco.
Sbuffai sonoramente. - Per niente. Questa riunione è così inutile e per niente divertente. - dondolai le gambe sotto al tavolo.
Trilli rise sventolando le ali. Della leggera polverina dorata cadde sulla sedia e su un tovagliolo che uno dei Bambini Sperduti aveva lasciato cadere. Questo prese a volare.
- Vedila come un ritrovo, Peter. - disse con un sorriso smagliante. - Potremmo svignarcela da qua, però se insisti. - disse in un sussuro mentre appogiava la propria mano sulla mia gamba. Mi guardava negli occhi.
Ero sul punto di accettare. Volevo dirle di sì e scappare con lei. Andarmene via, lontano da quella noiosa riunione. Quando uno dei Bambini urtò contro la mia sedia. Come se mi fossi svegliato spalancai gli occhi e la guardai.
- Non ci provare, Drew! - la ammonii puntandole un dito contro. Immediatamente tolse la mano dalla mia gamba e assunse un aria fintamente imbronciata.
- Come vuoi, Percy. - disse arrabbiata tornando a guardarsi nello specchietto del portacipria.
Naturalmente la riunione continuava ad annoiarmi. Ormai i cattivi di tutti i tavoli si erano alzati. Stavano lì, ad inveire contro Merlino oppure gli uni contro gli altri. Il Lupo Cattivo gridava a Malefica di stare zitta mentre la donna si ritrovava a ricoprirlo di maledizioni. La Strega Cattiva di Biancaneve si ritrovava a gestire una Strega del Mare alquanto arrabbiata e un Tremotino piuttosto irritato.
E, ancora naturalmente, non fu il fatto che lo Stregatto scomparve improvvisamente, oppure il fatto che la Bella Addormentata nel bosco si era appisolata sulla sua sedia, oppure il fatto che Riccioli D'Oro stesse litigando con Mowgli su chi fosse più popolare. E non fu nemmeno Aladino che rubava del pane ad attirare l'attenzione.
Ciò che attirò la mia attenzione era la ragazza che sedeva pochi tavoli più in là. Sedeva composta, con il naso infilato in un vecchio libro. Sembrava così presa dalla lettura che non badò alla confusione che c'era sul suo tavolo. I suoi colleghi si trasformavano in oggetti e poi tornavano normali.
Tirai un ceffone al braccio della prima persona che mi era capitata. Wendy.
- Ahia! - gridò lei indignata. Mi tirò un ceffone al braccio.
- Cosa vuoi? - sbottai infastidito senza distogliere lo sguardo dalla ragazza che leggeva.
- Cosa vuoi tu! Hai iniziato tu! - disse arrabbiata incrociando le braccia al petto.
La ignorai. - Chi è? - chiesi con un gesto distratto della testa verso la ragazza.
- Come “chi è?”? - esclamò sorpresa. Le schioccai un occhiataccia. - E' Belle, che domande! Belle di La Bella e la Bestia!
Annuii distrattamente.
Guardai attentamente Belle. Aveva i lunghi capelli biondi legati in una coda alta. Portava un vestito che oserei dire semplice, blu e corto.
Un ora dopo ero praticamente morto. Giurai di essere invecchiato e di essere ricoperto di ragnatele.
In realtà mi ero solo addormentato.
- Peter! Peter! - sentivo qualcuno che mi strattonava e che mi chiamava con la voce sempre più arrabbiata.
Poi quel “qualcuno” mi tolse la mano da sotto la guancia e io caddi con la faccia sul tavolo. Era Wendy.
- Finalmente! - disse portandosi le mani sui fianchi. - Hai dormito durante tutta la riunione. - disse spazientita.
- E' finita? - chiesi speranzoso.
- Sì. - disse Wendy con un sospiro.
Mi alzai dal mio posto e vidi che pian piano tutti se ne andavano. Rivolsi uno sguardo al tavolo di La Bella e la Bestia. Lei era ancora lì, con la faccia immersa nel suo libro. Qualcuno le strattonò la spalla e lei alzò lo sguardo. Un ragazzo biondo, alto e affascinante la stava guardando con uno strano sorriso. Poi mi accorsi che quel sorriso non era strano a causa del significato, ma bensì perché una cicatrice che partiva dal sopracciglio lo deformava, rendendolo spaventoso.
Doveva essere la Bestia.
Lui disse qualcosa a lei e Belle, fra lo sconfortato e l'adirato, si alzò di malavoglia dalla sedia e lo seguì fuori dalla stanza. La osservai finché la sua figura non scomparve dietro la porta principale.
- Ora possiamo andare. - disse Wendy ai Bambini, come se avesse aspettato che io finissi di osservare la ragazza.
L'amore ci farà a pezzi.Perché l'amore è letale come la lama avvelenata di un coltello.
Perché l'amore fa male e non esiste una medicina in grado di curarlo.