Capitolo 3

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«NATHAN JONAS HUNTER!»

Eccola...

Non si aspettava niente di meno.

Quando sua madre lo chiamava con il suo nome completo significava che presto o tardi si sarebbe scatenata una tempesta.

La donna dai lunghi capelli biondi e gli occhi verdi stava davanti alla macchina con le braccia incrociate e con in volto un'espressione piena di rimprovero, affiancata da un uomo alto e dai tratti quasi misteriosi, vestito completamente di nero, i capelli nero pece e corti e gli occhi di un profondo azzurro come il cielo poco dopo il tramonto.

Nathan aveva ereditato entrambi i colori.

Un occhio verde e l'altro azzurro.

Eterocromia. Chiunque Nathan avesse incontrato nella sua vita si soffermava sui suoi occhi.

Belli, brutti, singolari, unici, mostruosi, strani... aveva appuntato ogni commento nella sua mente fino all'età di dodici anni, poi si era stancato e anche se le persone lo guardavano quando camminava per strada o facevano battutine e commenti lui non ci faceva più caso.

L'unica parola che ormai registrava era Invidia.

Lui era diverso mentre gli altri si potevano accontentare della monotona e comune semplicità.

Ciò però non cancellava i suoi genitori. In quel momento, che entrambi lo guardavano fisso, Nathan si sentiva un accidente, un minuscolo essere pronto al castigo universale.

Senza dire niente e senza nemmeno incontrare gli occhi dei suoi genitori entrò in macchina. Evelyn e Stephen si scambiarono uno sguardo accennando ad un minimo di preoccupazione ma senza farlo notare al figlio.

«Ti rendi conto della gravità della situazione?!» continuò sua madre dopo essersi seduta sul sedile del passeggero «Non immagini nemmeno quanto sono delusa da te!»

La macchina si mise in moto.

Nonostante le parole di sua madre, Nathan non si sentiva in colpa, solo un po' amareggiato, ma niente che lo distruggesse internamente.

«Addormentarsi in classe! E non è nemmeno la prima volta! Ti hanno anche sospeso per una settimana!»

Altro silenzio da parte del ragazzo.

«Nathan, lo capisci che rischi di perdere l'anno per questo tuo comportamento? È la fine dell'anno scolastico! Cosa ti passa per la testa?! Ci hai anche nascosto il fatto che i tuoi professori volevano parlare con noi, i tuoi richiami, le assemblee con i docenti! Hai nascosto tutto questo ai tuoi genitori! Sono molto, molto delusa!»

«Ho capito, puoi anche smetterla!» disse Nathan non riuscendo più a sopportare la voce della madre.

Il padre, che stava guidando, lanciò un'occhiata severe al figlio attraverso lo specchietto.

«Non ti azzardare mai più a parlare così con tua madre! Non hai nessun diritto di parlare! Ricordati della posizione in cui ti trovi.» lo ammonì il padre.

Nathan sbuffo e guardò fuori dal finestrino.

L'uomo non ne sembrò molto contento e strinse con forza il volante.

«Nathan, non pensare che questa settimana te la spasserai solo perché sei esonerato dalla scuola! Prenditi le tue responsabilità! Per un mese non uscirai di casa se non per andare a scuola, niente playstation, niente televisione, niente amici e niente telefono!»

Se a Nathan sembrava già impossibile non poter uscire per un mese, sarebbe stato ancora di più resistere un mese senza telefono e televisione.

«Non puoi farlo!» ribatté il ragazzo.

Loved by a Demon [YAOI]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora