Capitolo 3 - Incauta volontà

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Lentamente, la mia mente iniziò a farsi chiara di nuovo e le tenebre si dissolsero. Improvvisamente arrivò il dolore delle ferite, la schiena mi faceva un male indescrivibile. Cercai di alzarmi, mentre i ricordi vorticavano furiosamente nel cervello...

Cercai di rialzarmi, usando i miei viticci (piccolo appunto= tradurre tendrils con tentacoli è fondamentalmente sbagliato) ma con orrore mi resi conto che non c'erano più... mi sentii terribilmente indifeso e debole. Stavo in piedi a malapena.

Non avevo più nulla,

non ero più nulla

e non c'era più nulla per me.

Realizzai di essere finito in una foresta troppo verde per appartenere al mio mondo. Sentii l'energia di un essere vivente davanti a me e, sforzandomi terribilmente, mi costrinsi a guardare chi fosse: aveva i capelli corti arancioni, gli occhi ambrati e una pelle molto pallida che ricordava la mia. Cercai di avvicinarmi a quella piccola cosa, ma quella arretrava ad ogni passo che compivo.

Ti prego, non fuggire da me, voglio solo...

Un'essere simile a quello piccolo, solo molto più grande, gli si avvicinò e lo trascinò via, aveva lo sguardo di qualcuno che avesse visto qualcosa di terrificante. Perché ho la bruttissima sensazione che fosse rivolto a me?

...

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<< Cos'è uno slender?>> chiesi spaventata.

<< Una creatura di un'altra dimensione, non appartiene a questo mondo.>> disse papà trascinandomi via, la sua presa era così stretta da farmi male.

<< Cos'è un'altra dimensione? E perché sei così spaventato? >> continuai a camminare senza fermarmi, era troppo veloce per me e incespicavo molto spesso.

<< Un'altra dimensione è un universo vicino al nostro ma che non potrà mai entrare in contatto con esso. Gli slenders sono pericolosi per l'uomo, ho tutte le ragioni per avere paura. >> rendendosi conto di quanto lo stessi rallentando, mi prese in braccio e iniziò a correre velocemente.

<< Quindi sono cattivi? >> chiesi curiosa, guardando il paesaggio che ci stavamo lasciando dietro.

<< La maggior parte si. >>

Rimasi ferma tra le braccia di mio padre per riflettere su ciò che mi aveva detto. La maggior parte non significa tutto, quindi potrebbe anche essere una persona gentile! Non volevo essere scortese.

<< E se questo fosse buono?>>

Non so bene il perché, ma la mia domanda sembrò terrorizzarlo.

<< Chio, gli slenders sono esseri maligni!>> il suo tono era davvero duro, non avevo mai visto mio padre in quello stato.

<< Ma tu hai detto che- >>

<< E' così è basta. Giurami che non ti avvicinerai mai ad uno di loro!>>

Indugiai per qualche secondo, totalmente confusa dalla sua rabbia improvvisa. Forse avrei dovuto indagare di più all'epoca, ma ero troppo piccola e tonta per prevedere ciò che sarebbe successo tempo dopo...

<< V-va b-bene... lo giuro...>>

<< Mano sul cuore? >> disse ritornando quello di sempre.

<< Mano sul cuore. >>

In pochi minuti raggiungemmo il parcheggio di quella chiesa inquietante e mio padre partì a tutto gas (naturalmente io ero stata messa dietro con la cintura di sicurezza). Arrivammo a casa sani e salvi. Mio padre mi trascinò con se nel suo studio privato, là dove nemmeno io ero mai potuta entrare. Mi fermai prima di entrare:

<< Pà, tu hai detto che non devo entrare mai qui! >> la curiosità mi stava divorando dall'interno, ma una parte di me pensava che lui mi stesse solo mettendo alla prova.

<< Per questa volta faremo un'eccezione... >>

Lo studio era molto grande e tutto era in ordine, non come nella mia stanza dove regnava il caos più totale. Non c'era nulla di strano e, a parte qualche vecchio libro, era tutto normale. Ne rimasi un po' delusa.

Mio padre si avvicinò a muro davanti alla grande libreria e, preso un gessetto blu dal cassetto della scrivania, iniziò a scarabocchiare sui mattoni che lo componevano.

<< Papà! Non si fa, è cattiveria! >>

Mi lasciò molto scandalizzata il fatto che proprio lui che mi aveva insegnato che scarabocchiare sui muri fosse male, ora stesse compiendo quell'azione cattiva. Iniziai a saltellare per la stanza imbronciata:

<< No, no! Non si fa! Cattivo! >> mi attaccai alla sua gamba, cercando di fermarlo. Lui si mise a ridere e continuò a scarabocchiare sul muro. Non riuscii minimamente ad ostacolare la sua azione per quanto mi sforzassi. A volte è davvero fastidioso essere piccoli!

Ad un certo punto si allontanò dalla parete e guardò il suo disegno con aria soddisfatta:

<< Perfetto! >> dichiarò orgoglioso di se stesso << adesso non dovremmo avere più problemi con quel mostro. Strofinò le mani per togliere via i residui di gesso e lo rimise dove lo aveva preso.

Poi tirò fuori dal cassetto in basso della scrivania un piccolo rosario bianco e me lo mise intorno al collo.

<< Chio, questo ti proteggerà dal male, tienilo sempre con te e non toglierlo mai, capito?>> i suoi occhi erano pieni di preoccupazione.

<< Ok... ma sicuro che funzioni?>>

<< Certo! >> disse con l'aria di uno che ci avrebbe messo la mano sul fuoco.

<< A me sembra solo un comune pezzo di legno colorato... >> affermai dubbiosa. Come avrebbe potuto un oggettino del genere proteggermi?

<< Cosa? Bada a quel che dici signorina, quel "pezzetto di legno colorato" è stato benedetto da un vero angelo!>> dichiarò scandalizzato e pieno di ammirazione verso quell'oggetto che a me sembrava inutile.

<< Per davvero?>> la sola idea di possedere un tale oggetto mi faceva sentire importante.

<< Puoi scommetterci! >>

Tempo dopo...

Era passato all'incirca un giorno da quello strano incontro e niente di strano era successo. Era tutto normale e tranquillo. Nessuno sembrava aver visto niente a parte noi e papà ne sembrava sollevato.

Mi ritrovai a pensare a quella creatura, quello slender. Chissà cosa ci faceva qui, nel nostro mondo... chissà se stava bene, faceva piuttosto freddo fuori.

L'idea che mio padre si fosse sbagliato e che tutto fosse stato solo un fraintendimento mi tormentava, ma non potevo fare niente.

Mi affacciai sulla finestra della mia camera, fissando la foresta dietro la nostra casa. Il sole stava tramontando, l'oscurità iniziò a ricoprire tutto e i grandi lampioni si accesero.

Sarei ritornata a dormire, se non fosse stato per qualcosa di strano: qualcosa di bianco si stava muovendo nella foresta. Qualcosa in me mi diceva di stare in allerta, ma la mia curiosità prevalse. Sgattaiolai via, cercando di non far rumore dato che mio padre si era addormentato sul mio letto con il mio libro di favole sulla testa. Passai per il retro, arrivando in giardino, e mi inoltrai sicura nella foresta.

La prima cosa che notai erano delle grosse macchie nere sul terreno. Ci misi sopra la mano: erano viscide e liquide, non avevano l'odore di nulla che conoscessi.

Decisi di seguire quelle tracce per vedere dove mi avrebbero portato...

Quella sera tutto cambiò, nulla sarebbe più stato come prima...

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Errr... mi sa che sono in ritrardo, si? :/ *sussurra piano* scusatemi tanto... *si fa piccola piccola* che dite, vi piace? Se trovate errori che ho saltato e volete segnalarmeli, provvederò a correggere :) grazie per aver letto!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 26, 2014 ⏰

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