concerto; -arturolò

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Ero stanchissimo, non vedevo l'ora che quella serata finisse. Non che non mi piacesse esibirmi, assolutamente, ma la notte precedente non avevo chiuso occhio, e la stanchezza stava iniziando a farsi sentire.
Mi girai a guardare Arturo, era lì in mezzo al palco e si stava esibendo.
Più lo guardavo, più vedevo in lui particolari che me lo facevano amare. Ero innamorato perso di Arturo Bruni.
La canzone finì, e con quella anche la serata. Andammo tutti e quattro insieme nel palco, accolti dalle urla felici dei nostri fans. Sentirli così emozionati solo per vederci mi dava la carica: è una sensazione unica.
Ero accanto a lui, stavamo tutti sorridendo ai nostri fans, ma il mio sorriso era alimentato anche da Arturo, che stava cercando la mia mano. Feci lo stesso e lui la prese, facendo intrecciare le nostre dita. Il mio cuore fece un tuffo.
Vidi Arturo chiedere il microfono ad Umberto, il quale glielo porse.
-Scusate, prima che questa serata finisca c'è una cosa che devo assolutamente dire- sentenziò lui al microfono, marcando l'accento romano. Lo guardai confuso, un po' come tutti, però aveva addosso l'attenzione di tutti. Mi strinse la mano, accarezzandomi lievemente il dorso tatuato con il pollice.
-C'è una persona, qui presente, che mi ha rubato il cuore. A questa persona cerco sempre di dedicare ogni attenzione di cui sono capace. A questa persona dono tutto l'amore che ho in corpo, ogni giorno. Mi fa sempre stare bene, mi fa ridere e mi sta accanto da tutta la vita, non ha nemmeno mai pensato ad abbandonarmi...- disse lui, sorridendo. Avevo il cuore a mille, mi stava facendo una dedica pubblicamente.
Si girò poi verso di me, senza mollarmi la mano.
-...Nicolò...- dicendolo mi stava guardando negli occhi e teneva un sorriso bellissimo.
-...Ti amo- concluse poi. Era calato un silenzio generale, ma a me non interessava, in quel momento vedevo solo lui.
Poi mi baciò, scatenando un boato generale, causato da fischi e urla.
Fu uno dei baci più dolci che mi aveva dato; non venne approfondito, però riuscì a trasmettermi il suo amore. Sì staccò poco dopo, poi mi sorrise, accarezzandomi la guancia.
Pensavo di morire, ma dalla felicità.
-Piccolo stupido..- mormorai sorridendo.
Umberto prese il microfono.
-Bella pe' Roma regà, è stato un evento pazzesco, state sempre sintonizzati, gang gang, triplo sette everywhere, bella!- urlò, estasiato, seguito poi dalle urla dei fans. Uscimmo dal palco, salutando, poi ci raggiunse Luke.
-Che bomba di serata...- cominciò, entusiasta, dando un abbraccio veloce ad ognuno di noi. Poi guardò me ed Arturo, rivolgendoci un sorriso.
-...non mi sarei mai aspettato il coming out stasera. Grande fratè!- esclamò, felice per noi. Sentii le braccia di Arturo stringermi, da dietro; mi venne normale sorridere.
-Non era in programma infatti, ma ho trovato che fosse il momento giusto- sentenziò lui, girandomi più vicino a lui. Luke sorrise, poi Umberto batté le mani emozionato, cominciando poi a dire parole sconnesse tra loro, senza senso.
-Mi accompagni in camerino?- mi sussurrò il mio ragazzo all'orecchio, poi mi lasciò un bacio sul collo. Mi vennero dei brividi in tutto il corpo: l'effetto che mi faceva era assurdo. Annuii lievemente, poi mi prese la mano e senza dare spiegazioni a nessuno, mi trascinò nel suo camerino. Appena dentro, chiuse la porta a chiave, poi si girò a guardarmi. Sorrise, era qualcosa di unico.
-Non pensavo avresti avuto il coraggio di dirlo...- sentenziai, sorridendo, sentendo poi le guance leggermente calde. Sì avvicinò, prendendomi delicatamente il volto tra le sue mani:
-Non l'avrei mai fatto se non ti amassi davvero.. no so come spiegarlo, ma.. io ti amo, ecco tutto, penso che basti dire questo- spiegò lui, tutto d'un fiato. Gli lasciai un bacio a stampo veloce e mi abbandonai fra le sue braccia, pronte a stringermi e darmi calore.
-Ti amo anche io, bimbo- sussurrai. Mi accarezzò il viso, poi mi passò una mano tra i miei capelli ricci, tirandoli un poco.
Mi diede un casto bacio, poi mi morse il labbro inferiore, tirandolo delicatamente.
Stavo bene con lui, mi rendeva davvero felice. Tante volte mi faceva incazzare come non ci riusciva nessun altro, altre mi deludeva, ma riuscivamo sempre a risolvere: più che altro, uno cercava l'altro, perché non sapevamo stare separati.
Sapevo benissimo che non sarebbe stato in eterno, ma durante la duratura avrei voluto felicità.
Non mi interessava se il giorno dopo mi sarei ritrovato pieno di insulti per il mio essere bisessuale: non mi interessava proprio niente di persone vuote. Io amavo Arturo, il resto non contava.
-Non ti dovevi cambiare?- domandai poi, sorridendo. Lui annuì, staccandosi a malincuore da me.
Si tolse la camicia Gucci che stava indossando, poi fece lo stesso con il jeans strappato. Rimasi senza fiato a vederlo così, senza nulla se non un paio di boxer. Amavo tutto di lui: dai tatuaggi, che amavo tantissimo ripassare per farlo rilassare, al suo fisico, sebbene forse troppo magro.
Infilò dei pantaloni Adidas della tuta ed una maglia Fendi, seguita da una felpa della medesima marca del capo precedente.
-Perché mi guardi così?- domandò sorridendo.
-Amo guardarti, sei bellissimo- mi lasciai sfuggire. Le sue guance diventarono un poco arrossate e continuò a sorridere.
Sì sedette nel divanetto accanto alla porta, facendomi cenno di andare da lui. Lo feci e mi fece sistemare sopra di lui, poi incominciò a lasciarmi una serie di baci sul collo e qualche succhiotto, nel mentre mi accarezzava l'interno della coscia.
-Quanto ti amo, non hai idea- mormorava tra un bacio e l'altro.
Sentimmo bussare, quindi smise di baciarmi e rispose, ma senza farmi muovere da sopra di lui.
-Sí?-
-Nico, Artù, andiamo?- domandò la voce all'esterno, che associai a Dylan.
-Arriviamo- sentenziò. Mi alzai, seguito a ruota da Arturo.
-In hotel concludiamo- sussurrò al mio orecchio, andando verso la porta: la aprì e mi prese per mano, poi ci incamminammo vero il parcheggio, dove ci attendeva Luke, che ci avrebbe portato in hotel.
Mi attendeva una serata di fuoco.

𝐎𝐧𝐞 𝐒𝐡𝐨𝐭𝐬 ;; 𝐑𝐚𝐩 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora