Capitolo 3

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Quel pomeriggio Matthieu abbandonò i libri, le matite, i professori e le lezioni di contemporanea. Si precipitò sotto la doccia e si fece la barba, se la curò fischiettando una melodia che aveva udito il giorno prima suonare ad un artista di strada con il suo violino mentre stava tornando a casa, dopo aver lasciato Lisa vicino la senna. Ora era seduto nel bordo del letto ancora intatto; visto che aveva passato le ultime due notti sulla sua scrivania a studiare e a rivedere i suoi lavori, sia allaccio le scarpe, si inforco il basco e scese la rampa di scale. Per strada la temperatura si era abbassata come minimo di dieci gradi, ma lui non sentiva minimamente freddo, anzi, era accaldato e andava spedito verso il negozio di antiquariato dove lavorava Lisa.
Arrivò, busso due volte senza avere risposta, “forse ancora non è arrivata”- penso lui… ma la porta era aperta e c’era la scritta ORVET, significava che il negozio era aperto ma di Lisa nessuna traccia.
Provò a spingere la porta. Il suono di due campanelline poste sopra la porta annunciò il suo ingresso nel negozio. “Ehi sono qui!” Era la voce di Lisa. Veniva dal fondo di quel corridoio fatto di mobili e pezzi di arredamenti, alcuni posti come base, e molti atri accatastati sopra essi.
Entro nel retro bottega, era un vero e proprio laboratorio; era uno spazio ampio dove c’erano attrezzi da lavoro che, in una prima impressione, facevano pensare al laboratorio di un falegname, l’odore della vernice era molto forte tanto che Matthieu si dovette coprire il naso con il palmo della mano.
Lisa era impegnata a togliere le incrostature di muffa dalla parte superiore di una cassettiera.
“Lo so, è molto forte questo odore, però dopo un mese il naso si abitua e poi non lo senti più. Che ne dici di darmi una mano? Aiutami ad aprire questi cassetti così finiamo prima e magari ci scappa qualche cioccolata”- sorrise -“ stai molto attento, sono molto malandati e si possono danneggiare”.
Matthieu prese una spatola che era poggiata su un tavolo e cominciò anche lui a staccare pezzi di muffa che incollavano i cassetti. Passò un’ora da quando iniziò a lavorare sui cassetti; ad un certo punto, mentre stavano tentando di aprire l’ultimo cassetto che sembrava proprio non volesse venir fuori, Matthieu esclamò - “FERMA! Guarda qui? Ci vogliono delle pinze per rompere il fermo che chiude questo cassetto; almeno che tu non abbia le chiavi.” Lisa si allontanò qualche istante e ritornò con delle pinze. Lui le guardò ed esclamò - “possono andare!”
Ruppe il fermo del cassetto ed esso si apri. Era molto più pesante rispetto ai suoi simili. Lo misero sopra il tavolo da lavoro e cominciarono ad esaminarlo; furono molto attenti a non rovinarlo. Lisa prese dei guanti   e li porse a Matthieu - “Prendi la spatola che usavo io, penso di aver capito”
Gli porse la spatola e lui la inserì nei bordi del cassetto. Non appena ebbe fatto una piccola pressione il fondo si sollevò e quello che videro li lasciò di stucco. 
Un diario dalla copertina di pelle nera, come quella che usavano loro per abbozzare degli schizzi, solo che i fogli sembravano molto antichi, era messo sul fondo. Lisa lo prese dopo essersi messa anche lei dei guanti ma, appena lo sfogliò, una pergamena posta in mezzo a quei fogli cadde per terra. Lisa la raccolse e lesse:

“Il male delle persone non può sempre farla franca davanti alla legge. Ho questo marchingegno che mi ha aperto le porte dell’inferno tanto quanto quelle della morte. Domani mi giustizieranno ma, prima che sarò arso vivo dalle fiamme del rogo, lo nascondo nella speranza che una mente intelletta lo trovi e, dopo aver scritto il mese e l’anno, metta il mio nome alla fine come firma e possa portare alla luce quello che la giustizia ha perso nelle sfumature l’ombra. Pongo la mia mente d’alchimista e la mia anima esoterica nelle mani di chi trova questa pergamena.
Ps: girando c’è il modo per attivare questo marchingegno magico.
Ultima notte – Chris Lilith

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