Capitolo 4

23 3 0
                                    


Lisa e Matthieu  si guardarono nello stesso istante in cui lei fini di leggere la pergamena , ci fu un attimo di silenzio e poi esclamò:
Penso che dovremmo dirlo  al mio capo… perché non vorrei che… pensasse che io…
Ma cosa Lisa ? che hai curiosato troppo ? Stavi facendo semplicemente il tuo lavoro : hai portato alla luce qualcosa dal passato ed e una cosa meravigliosa e anche… 
Molto pericolosa – lo interruppe lei - Se il mio capo viene a sapere che gli ho nascosto questo diario posso dire addio al lavoro e quindi  addio soldi e addio accademia.
Vide la paura nei suoi occhi, quegli occhi che prima d’ora non aveva guardato cosi da vicino e cosi intensamente. Fu guardando la paura che esprimevano che fece un respiro, si schiarì la voce e poi disse:
Lo prendo io! Ci studio di sopra e ti dico se realmente funziona questo marchingegno.
Tu sei...
Pazzo? Lo so! Prendilo come il nostro piccolo segreto tra “amici” – quella parola gli si blocco in gola e la pronunciò cosi male che, per un attimo, Lisa temette che la vernice gli avrebbe dato alla testa.
Va bene, tienilo tu. Studia il modo per attivarlo –  cosi dicendo Lisa si tolse il grembiule da lavoro e si avviarono alla porta. 
Si era fatto buio e il pomeriggio si era trasformato in sera.
Dove vuoi andare? – chiese Lisa
Mm… potremmo cenare a casa mia se per te non è un problema
Dai, si può fare – per poco Matthieu  non svenne dalla gioia.
Andarono a prendere del sushi  e una bottiglia di vino. Arrivati a casa si accomodarono in quel tavolo che per  Matthieu era solito usare come scrivania.
Scusa il disordine, sto ultimando dei lavori per una materia – disse Matthieu, imbarazzato per aver lasciato la casa in disordine.
Oh tranquillo… non fa nulla. Dai mangiamo che dopo voglio dirti una cosa che spero ti farà piacere e poi magari ragioniamo sul diario –  così dicendo si misero a cenare.
Finito di cenare Matthieu era ormai in preda al panico, ansioso di sapere cosa Lisa voleva rivelargli. La guardò intensamente, sperando di poter scorgere i frammenti di quella conversazione imminente prima ancora che lei riuscisse a formularla. Lisa a suo modo non sapeva come iniziare. Si perse in un lungo sospiro e poi disse:
Mi hanno dato l’opportunità di ottenere una borsa di studio – lo disse tutto d’un fiato, come se avesse paura di non riuscire ad esprimersi. Matthieu la guardò meravigliato
E’ grandioso! – disse – Qua a Parigi?
No, per Firenze. Se accettassi dovrei trasferirmi nuovamente in Italia
Oh… E’… Io… Bella l’Italia - Matthieu  non sapeva cosa dire – E poi Firenze. La città dell’arte. Fantastico – si costrinse a mostrarsi contento, felice per la sua opportunità, ma dentro sentì qualcosa rompersi, come una corda tirata al limite che aveva ceduto,  spezzandosi e la sua estremità si era abbattuta con forza sul suo cuore, marchiandolo.
Quindi pensi che dovrei accettare? – chiese lei, non sapendo interpretare la sua reazione, quasi sperando che lui le chiedesse di  non accettare e restare a Parigi.
E’ una bella opportunità, dovresti pensarci su
Restarono a fissarsi per un tempo che sembrò infinto ad entrambi. Nessuno sapeva come riavere l’atmosfera tranquilla creatasi durante il pasto.
Tornando al diario – sussurrò Lisa, cambiando rapidamente discorso – Come pensi che si possa attivare?
Oh si, il diario… Penso che dovremmo rileggere la pergamena, forse c’è sfuggito qualche indizio su come attivarlo.
Ripresero la pergamena e la lessero attentamente. Girarono il foglio e rimasero sbalorditi. Nel retro ero tracciate nove rune differenti. Sotto ogni runa era tracciato un numero. Matthieu alzò velocemente la testa verso Lisa, la guardò estasiato ed esclamò: 
IO SO CHI E’ LILITH! – si accorse dall’espressione di Lisa di aver appena urlato
E sarebbe? – chiese Lisa confusa, sicura di non aver mai sentito questi nomi alle lezioni di storia dell’arte. Matthieu era euforico – Lo scorso anno ho frequentato un corso di iconografia esoterica, per dei punti extra. Mi ricordo che il professore aveva citato un autore che aveva scritto un libro su come aprire dei portali che permettevano il viaggio tra le varie epoche, future e passate. Ricordo fosse tedesco… - Matthieu non riusciva a ricordare il nome dell’alchimista. Cominciò a guardarsi intorno, come se la stanza potesse suggerirgli il nome che gli serviva. Osservò attentamente ogni oggetto presente in casa sua fino a quando l’occhio non gli cadde su una foto appesa alla parete opposta. La foto ritraeva  il suo amato nonno e quelle iniziali: Viktor Holloran
Ma certo!! Mio nonno. Oh dio, grazie nonno – Matthieu era così contento da non notare lo sguardo scioccato di Lisa
Tuo nonno? Cosa c’entra tuo nonno?
L’alchimista…
Tuo nonno era un’alchimista? – Lisa era sempre più confusa
Cosa? No, mio nonno non era un’alchimista, faceva il contadino
Mi spieghi allora il collegamento con tuo nonno?
Il nome, hanno le stesse iniziali. – Matthieu non riusciva a spiegarsi come Lisa non riuscisse a capire – Mio nonno si chiamava Viktor Holloran, V H, sono le iniziali dell’alchimista che ha scritto quel libro: Van Hohenheim

La restauratriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora