Sentendosi la testa pulsante, anche più di prima che si fosse addormentata, Lia cercò di calmarsi concentrando la sua attenzione sul soffitto color panna. Aveva sempre voluto attaccarvici sopra delle sagome a forma di stella, quelle che di notte, al buio, prendono vita con i loro tenui bagliori, ma la madre della ragazza aveva, ovviamente, avuto da ridire anche su questa questione (non era certo nelle sue intenzioni rovinare la pittura), per cui il muro era semplicemente rimasto spoglio.
Irritata da quell'improvviso ricordo, Lia si girò sul fianco sinistro e osservò la sua stanza.
Le pareti color carta da zucchero erano decorate da piccoli motivi floreali argentati; davanti a lei si ergeva un grande armadio a quattro ante color avorio, acquistato anni prima e, sulla stessa parete dove si trovava il suo letto, campeggiavano un piccolo comodino e una spaziosa libreria. La testiera del letto però, essendo più sporgente, aveva creato un piccolo spazio dove Lia poteva rannicchiarsi e leggere in pace (nella sua mente era diventato il suo piccolo rifugio).Sulla parete di fondo invece si trovavano, da una parte, il cassettone in legno dipinto e il lungo davanzale, affacciato all'ingresso, pregno di piccole statuine di ceramica, mentre, dall'altra, la scrivania con computer e la lampada da terra. La porta, situata a destra dell'armadio, era stata un tempo coperta da diversi adesivi colorati, ma ormai scomparsi per far posto a una semplice tintura beige.
Lia non credeva di poter definire quella camera propriamente sua, nonostante fosse diventata la sua "tana" personale; niente di quello che si trovava al suo interno sembrava rispecchiare la sua personalità (sebbene non avesse gusti particolarmente eccentrici), ma avrebbe voluto lo stesso marchiarla in un modo tutto suo.
Si tirò su a forza da quel letto ormai sfatto e, con tutta la pazienza possibile, cercò di risistemarlo meglio che poté. Erano da poco passate le quattro e il pomeriggio si prospettava ancora lungo, perciò, cercando di tenersi occupata, Lia cominciò a fare i compiti: per lo meno non avrebbe mentito sul fatto che aveva da studiare.Le liti con sua madre erano ormai frequenti, quindi non era insolito che la sua mente riuscisse a proiettarsi automaticamente su qualsiasi altro pensiero che non fosse quella guerra civile casalinga, ma era comunque uno il tarlo che ancora la tormentava.
I secondi, infatti, diventarono minuti e i minuti diventarono ore, ma Lia non riuscì proprio a concentrarsi su niente che non fosse Zach.
Gli occhi assassini del suo oscuro mietitore stonavano con l'espressione stranamente triste che gli aveva visto sul volto quella mattina; non riusciva a credere che un mostro del genere potesse provare dei sentimenti o, perlomeno, non dei "normali" sentimenti.
Sembrava davvero turbato e sincero quando si era offerto di darle il suo aiuto, ma Lia non poteva evitare di chiedersi cosa lo avesse sconvolto tanto. Forse c'era qualcosa lì fuori, persino più pericolosa di lui? O forse qualcuno?Solo Zach avrebbe potuto rispondere a quegli interrogativi, ma una cosa era ormai certa: non si sarebbe mai fidata di lui.
Un lieve tremolio baluginò nella luce della lampada alla sua destra. Fu impercettibile, come un battito di ciglia, ma prima che potesse chiedersi se fosse stato solo il frutto della sua immaginazione, accadde una seconda volta; probabilmente la lampadina stava semplicemente esalando i suoi ultimi "respiri" e presto avrebbe dovuto essere cambiata ma, allo stesso tempo, Lia non potette fare a meno di notare che la temperatura della stanza si fosse stranamente abbassata.
Non avvertiva le stesse sensazioni provate in classe poco prima che Zach si palesasse, ma quel refrigerio non era comunque normale. Mentre rifletteva su questo, la luce della lampada riprese a lampeggiare a intermittenza, dapprima in intervalli più lenti e poi in un susseguirsi frenetico di luci e ombre.
Colta da una paura del tutto razionale in una situazione del tutto irrazionale, Lia si alzò di scatto dalla sedia e continuò a fissare quello strano evento. Benché non osasse voltarsi, era consapevole che le due luci sulla parete opposta si stavano comportando alla stessa maniera.
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A Lovely Nightmare
Fantasía"Mai giudicare un libro dalla copertina", è questo che pensereste se anche voi conosceste Lia Davies un pò più a fondo, ma, a quanto pare, nessuno ha voglia di conoscerla davvero. Con una vita sociale solitaria e una situazione famigliare non certo...