Ours Rules

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-Alzati idiota!- non mi ascoltava -Logan!- strillai.

Mi era saltato addosso quando non avevo prestato attenzione a quel che mi aveva detto e in quel momento sentivo che sicuramente non avrei visto la televisione quella sera.

-Levati ti ho detto!- fece finta di nulla e rimase lì. Mi stava soffocando col suo, tutt'altro che dolce, peso. Mi guardava tranquillamente, spensierato.

Ero stufa dopo pochi attimi, così lo colpii là sott, dove non batte il sole, con il ginocchio e si levò finendo a terra.

-Finalmente!- mi risedetti composta. -Visto che era semplice? bastava volerlo-

-Brutta stronza!- iniziò, per poi continuare con altri appellativi poco carini a cui non diedi importanza e che infatti non ricordo.

-Ti pareva il caso di colpirmi nell'orgoglio? Soprattutto solo per guardare un po' di televisione?- risi e notai che era rosso in viso, supposizioni fosse per il dolore. Non mi ero trattenuta con quel calcio, dritto in buca.

-Portami del fottutissimo ghiaccio!- tentò di ordinare, credo si fosse scordato con chi sta trattando.

-La parolina magica?- roteó gli occhi e con un filo di voce disse:

-per favore...- come i bambini che supplicano la nonna rompipalle per ottenere una caramella, va bene... Forse il paragone non è azzeccatissimo.

-Potevi dirlo subito, ma a te soffrire mi sa. La gentilezza non uccide- risi.

-Mi ucciderà il dolore se non ti sbrighi-

Continuavo a ridere sguaiatamente me tre raggiungevo a passo estremamente lento la cucina.

-Vuoi che te lo porti così com'è o preferisci uno straccio?-

-Basta che sia ghiaccio- amavo dargli fastidio, era ormai il mio sport preferito. La mattina lo svegliavo strillandogli in un orecchio come fossi una sveglia, gli nascondevo i vestiti quando doveva uscire e quando mi accompagnava in giro con l'auto ci mettevo sempre di più con le commissioni, così arrivava tardi agli appuntamenti.

Lo ammetto, forse a volte esageravo, ma era uno stupido quel ragazzo (non che ora sia tanto diverso). Lo avevo capito sin da quando lo avevo conosciuto e me lo aveva dimostrato quando al college si era portato a letto tutte le mie amiche (giuro, tutte, pure quelle sgorbie) e ora continuava con la prima che passava.

Il piccolo dettaglio da considerare? Anch'io ero così.

Avevamo la tendenza ad essere disordinati, a vivere di reddito con i soldi che ci mandavano i nostri genitori e soprattutto a non avere storie che durassero più di un mese se erano scopamici e una settimana se c'erano "sentimenti".

-Il ghiaccio!- continuava a strillare mentre io mi perdevo nei pensieri. Arrivai in salotto e mi sedetti davanti a lui con il ghiaccio freddo in mano che poi usai per colpire nuovamente il suo "orgoglio" prima di lasciarlo lì a dargli piacere.

-Ma allora sei...- si fermò perché il dolore finalmente si alleviava, presumo.

-Non puoi dire che non sono una buona amica, perché nessun altro sopporterebbe tutte queste tue urla acute!-

-Come se tu non strillassi- rispose.

Stavamo seriamente litigando su chi strilla di più a letto e molto probabilmente a voi non sembrerà così ma si, dal nulla stavamo parlando di questo. In ogni caso: se gli dava tanto fastidio avrebbe potuto tranquillamente andare in un motel, tanto costano poco.

-Sinceramente non capisco perché esistano così tante ragazze che continuano ad andare a letto con te. Io non ce la farei, sarebbe insopportabile come idea... e non solo perché sei il mio migliore amico eh-

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