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Audrey terminò un intervento alle quindici e qualcosa. Dopo aver trascorso ore in sala operatoria, aveva bisogno di un caffè bollente affinché le rigenerasse il corpo e la mente.

Stava percorrendo il corridoio che portava alla sala comune quando sentì qualcosa che le fece piantare i piedi per terra.

«Come sarebbe a dire che si è rifiutato?»

Audrey sentì le urla del dottor Walters provenire da dentro il suo ufficio. Si guardò intorno per accertarsi che nessuno la vedesse e accostò un orecchio alla porta. Anche se origliare le discussioni del capo non era consigliabile, la curiosità di conoscere il motivo per cui una persona pacata come Walters stesse sbraitando ebbe il sopravvento.

"Non ho mai ammesso niente di simile in quest'ospedale e non sarà certo lui a compromettere la credibilità di quest'istituzione!" Fu l'ultima frase che Walters gridò. Audrey non riuscì a comprendere la restante parte della discussione e in più non riconobbe la voce appartenente alla persona che parlava con Walters. Improvvisamente sentì dei passi avvicinarsi alla porta, segnale che l'altra persona stava per uscire dall'ufficio. Audrey allora indietreggiò e si nascose dietro l'angolo della parete. Fece attenzione a non farsi notare e vide che la figura di un infermiere apparì sulla soglia della porta. Quando egli si fu allontanato abbastanza, Audrey uscì dal suo nascondiglio e proseguì lungo il corridoio, con un turbinio di domande che le vorticava per la mente.

***

Audrey giunse alla sala comune con il fiatone per aver percorso le scale che conducevano al sesto piano. Notò che oltre a lei non c'era nessuno. Preparò del caffè e l'aroma caldo e intenso della bevanda le deliziò i sensi. Quando fu pronto, prelevò la tazza dalla caffettiera e aggiunse pochi cucchiaini di zucchero. Lo mescolò e lo bevve. Si sentì subito meglio e il calore della bevanda la riscaldò immediatamente. Stava osservando il cortile interno dell'ospedale dalla finestra della sala quando la porta a due ante si aprì. Si voltò e non riuscì a trattenere un sorriso.

«Buongiorno Styles» Audrey disse cordialmente.

«Buongiorno» Harry rispose a denti stretti, la mascella tesa e un'espressione accigliata sul viso. Non aveva neanche sollevato lo sguardo verso di lei, né le si era rivolto in modo gentile. Audrey non riuscì a capirne il motivo. Dopo la serena chiacchierata che avevano fatto il pomeriggio precedente lei si aspettava che lui fosse gentile, così come lo era stata lei. Ma c'era qualcosa nella sua voce e nei suoi gesti che parevano indicare che fosse successo qualcosa e Audrey non tardò ad accorgersene. Non aveva intenzione di indispettirlo, ma voleva anche scoprire il motivo del suo malumore.

«Una bella giornata oggi, eh?» Audrey tentò di intavolare una conversazione qualunque, sperando che Harry reagisse, ma lui si limitò a scrollare le spalle, con lo sguardo ancora fisso sul bicchiere di acqua che aveva tra le mani. Audrey restò delusa del fatto che non aveva prestato attenzione a ciò che gli aveva detto, né aveva formulato una risposta.

A quel punto Audrey si arrese, pensò che fosse meglio lasciargli il suo spazio. Poggiò la tazza vuota sul tavolo e silenziosamente uscì dalla stanza.

***

«Ti dico che il verde sedano non va bene come colore per le damigelle!»

«Il verde non sedano, allora?»

Audrey e Jamie stavano attendendo la fine dei loro turni discutendo dei preparativi per il matrimonio di Jamie. Si sarebbe sposata il mese dopo e con l'organizzazione delle nozze si trovava ancora in alto mare.

«Jamie, dimmi una cosa»

«Sì, ti ascolto»

«Sai perché oggi Walters era nervoso? L'ho visto particolarmente arrabbiato» Audrey domandò a Jamie che cosa fosse successo quel pomeriggio, sperando che lei sapesse qualcosa.

«Dicono che Styles si sia rifiutato di assistere un paziente e lui, naturalmente, non ha reagito bene»

«Cosa?»

Dunque era questo il motivo? Harry si era rifiutato di assistere un paziente e Walters l'aveva ammonito? Probabilmente era questa la ragione che l'aveva spinto a essere scortese con Audrey. «È una cosa gravissima» lei ammise a bocca aperta.

«Lo so. E per di più era l'unico infermiere disponibile rimasto in reparto» Jamie aggiunse e lo sbalordimento di Audrey si fece più grande.

Le saltò il cuore in gola quando Harry sbucò da dietro l'angolo e le scoccò uno sguardo contrariato. La ragazza sentì le guance scaldarsi e arrossirsi, sperava che non avesse sentito la conversazione di pochi secondi prima.

Lo seguì con lo sguardo e vide che si stava dirigendo verso il parcheggio dell'ospedale: stava dunque andando via.

«Devo fare una cosa» Audrey disse a Jodie, allontanandosi da lei e incamminandosi lungo il sentiero che conduceva al parcheggio.

A ogni passo che compiva verso Harry, sentiva l'ansia crescere, temeva che lui vedendola si infuriasse, ma non riusciva a tenere dentro ciò che aveva da dirgli. Doveva necessariamente parlargli, doveva.

«Harry!» quasi urlò quando fu abbastanza vicina da far sì che lui la sentisse. Harry aprì la portiera dell'auto e si voltò verso di lei, tacendo.

«Stai bene?» Audrey non sapeva da dove provenisse la preoccupazione che nutriva nei confronti di Harry, ma vederlo più serio del solito l'aveva impensierita.

«Perché le interessa?» lui disse in tono scortese. La guardò in modo stizzito e quasi arrogante, visibilmente infastidito. Audrey si pentì di essersi spinta troppo oltre.

Lei non osò parlare oltre e lui sbuffò, entrando in macchina e scomparendo dalla sua vista, lasciandola sola con un mare di dubbi.

Author's note: ehilà! Questa volta mi piacerebbe sapere cosa pensate dei protagonisti, Harry e Audrey. Li avete già inquadrati? Avete già capito che tipi sono? E per quanto riguarda la trama? Vi intriga? Vi annoia? Se avete pensieri o commenti, mi piacereste che li scriveste, così da capire che cosa la mia storia vi trasmette.

Love.

-Faith

Reckless [h.s.] itaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora