part 2: when all falls down

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...non ebbi ancora nessuna notizia dei nonni o di papà, e pensai che forse non potevano rispondere alle centinaia di lettere mandate da noi, che forse lo stato impediva, oppure... Il peggio non lo avrei mai pensato, perché non lo avevo mai sperato, come mamma e le migliaia di persone che dovevano e avevano la possibilità di partire da quel paese, quel giorno, ufficialmente vittima di una lunga guerra.
La mia adolescenza la passai ad allenarmi in palestre varie,  praticando vari sport,  studiando bene a scuola, aiutando mamma in alcuni momenti difficili della sua vita senza papà e, raramente,  concedendomi qualche tempo per gli hobby.
Ero così impegnato in tutto quel tempo,  perché un giorno,  compiuti i 18 anni, volevo arruolarmi anch'io nell'esercito (ormai sceglievano solo i migliori,  e non più chiunque come prima), e trovare mio padre, vendicandomi della guerra, di tutte le famiglie che separò,  uomini, donne e bambini che uccise, paesi che distrusse e sogni e progetti che infranse,  tempo fa come ora è come sarà.
Mi ferì molto il pensiero che una persona a cui ero così legato,  a cui volevo il bene del mondo, la quale era così speciale per me e unica, sia così lontana da me, in pericolo, che probabilmente con la speranza di tornare un giorno dalla famiglia, e ridere,  scherzare, abbracciarsi, poi ci sono io,  che non faccio niente per salvarla.
Per il mio diciassettesimo compleanno, andai con mamma a festeggiarlo in una prateria verde, dove andavamo spesso insieme per pensare, ridere, fare progetti, anche per dei pic-nic.
Questa volta,  ed era la prima, eravamo andati per festeggiare, e stare fino al più tardi possibile, era una bella giornata... Almeno...
La sera, verso le 10, ci incamminavamo per tornare a casa, e a un certo punto, mamma cadde a terra, e non sentiva, non parlava, non si muoveva...
Aveva perso i sensi.
Un giorno dopo si risvegliò in ospedale,  con me accanto a lei con le lacrime che mi colavano sulle guance.
Mi chiese cosa era successo,  e non ebbi il tempo di rispondere,  che si avvicinò il dottore e ci spiegò la situazione.
Aveva un mal funzionamento del cervello, non ricordo, che a volte non le permetteva di far niente, e la bloccava.
Durante il periodo della sua malattia, mi presi molta cura di lei, perché non riusciva neanche più a camminare, quindi andai io a lavorare al suo posto, e nel tempo libero, cantammo canzoni insieme, disegnavano, condividemmo pensieri insieme, come facevamo nella prateria... Il giorno prima del mio diciottesimo compleanno morì.
La ritrovai nel letto, con accanto una lettera :
"tesoro,
ti sei preso molta cura di me, e di questo ne sono molto grata, sei stato un ottimo figlio per me, e sei stato molto forte, continua così,  e andrai molto avanti.
Sono molto fiera di te,  tesoro,  grazie di tutto.
(da qui il foglio è più stroppiciato e mal scritto, per l'inizio della mancanza di ogni funzionalità)
Ricordi quand la sera tard guardavamo le stell ?
E ci racontavamo stori quasl tutta la sera?
Ti voglio bene
-Mamn... "
(e qui non fece in tempo a finire,  si capisce dalla metà m sulla lettera è segni di penna accanto... )
Il mio compleanno lo passai solo, nella nostra prateria, a pensare, piangere, tirare pugni a ogni albero in mia vista e guardare tutte le incisioni che avevamo fatto sugli alberi quando ero più piccolo.
Andai momentaneamente a vivere a casa di un mio caro amico....

Sopra Le Nuvole Della TempestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora