Cara Ginny,
forse non ti aspettavi di ricevere una lettera da parte mia, ma comunque: come
stai? Spero bene. È passato un po' di tempo da quando è finita la scuola, e da quanto ho capito Potter è venuto a stare da voi, alla Tana. Lui sta bene? E i tuoi fratelli? Sembrerà strano che mi interessi in questo modo a loro, ma in realtà sto solo cercando di essere gentile, di farti capire che... non ce la farò mai a dirlo con chiarezza.
Ricordi a scuola? Quando ti prendevo in giro, ti dicevo che la tua famiglia era una traditrice del suo sangue e che tu, voi Weasley, eravate in realtà dei mezzosangue. Ti giuro, non puoi immaginare quanto male mi faccia solo ripensare e scrivere queste parole. Ecco, era questo che volevo dirti, che in realtà non penso così, quella era solo una maschera per compiacere mio padre, per fargli vedere che aveva il figlio che aveva sempre desiderato e così si è formato quello stupido gruppetto di idioti che pensavo fossero miei amici. Invece quando avevo bisogno di qualcuno che mi sostenesse, loro si sono dileguati come foglie al vento. Mi hanno deluso. Avevo bisogno di qualcuno come te, ti vedevo con Potter, eri la spalla a cui poteva appoggiarsi e quella su cui poteva piangere. Io avevo, ho, tanto bisogno di piangere.
Quel giorno a casa mia c'erano mio padre, mia madre, mia zia e Lui. In salotto, mentre Codaliscia gli reggeva il mantello, io ero inginocchiato davanti a Lui e avevo il braccio sinistro allungato davanti a me, la manica della mia camicia risvoltata fino al gomito. La Sua bacchetta magica puntata sul mio avambraccio e un secondo dopo una fitta come di mille coltelli piantati nel braccio, mi costrinse a cacciar giù le lacrime. Non devi piangere, aveva detto mio padre, ma guardando questo orrendo Marchio ora vorrei solo tagliarmi via il braccio intero, per non doverlo più vedere. È orrendo, sono segnato per sempre. Il problema è che io non volevo. Mi avevano abbindolato, pendevo dalle labbra di mia madre e mio padre mi aveva fatto il lavaggio del cervello con tutte le sue farneticazioni. Non so come ho fatto a resistere con il senso di colpa per due anni, da quando mi aveva ordinato di uccidere il preside. Non ho avuto il coraggio, lì piangevo, potevo piangere davanti a Silente, lui capiva, ma non volevo ammetterlo perchè era come sbagliare il copione di una parte che avevo recitato troppo bene per troppo tempo. In quel momento stavo pesando a te, a te che sei più coraggiosa di me, mille volte di più almeno. Pensa che ho paura del buio da quando ho usato l'armadio svanitore. È una bruttissima sensazione. La notte tengo accesa una candela nella mia stanza, a casa mia. Sì, me ne sono andato appena la guerra finì. Ho trovato un buco di appartamento a Diagon Alley e mi sono completamente scollegato dal resto del mondo. Sono qui da almeno un anno. Al buio di notte la candela mi ricorda il rosso dei tuoi capelli e la speranza che accendi in me.
A scuola ti vedevo passare per i corridoi tutta presa nel parlare a Lovegood o a Brown, non stavi mai da sola e questo sottolinea il fatto che tutti ti vogliono bene, ma mi ha troncato un sacco di occasioni per avvicinarmi, era come se ci fosse una barriera invisibile che passavo solo quando volevo punzecchiarti, solo quando avevo addosso la mia maschera. Il mio vero volto non l'hai mai visto. Forse lo percepisci debolmente adesso mentre leggi queste righe. Io sono un piccolo armadillo che sembra avere una scorza dura, ma in realtà ha un ventre molle e debole, che si rinchiude nel suo guscio e non ne esce più quando ha paura. Non sono lo sbruffone che appaio, non mi piace confrontarmi con gli altri, quella era solo una recita, un palco tutto mio. Ho iniziato convinto che fosse la scelta giusta, ma mi sono perso circa due anni fa quando cominciavo a capire che tutto quello che mi circondava era sbagliato, ingiusto, crudele. Ed è ritornato fuori il ragazzino emotivo e giocherellone, che quando vede una farfalla ha l'istinto d'inseguirla. Mi serviva qualcuno come te, al posto di Potter avrei preferito che entrassi tu in quel bagno quel pomeriggio che mi sentivo più perso del solito, vagavo nel mare della solitudine e non c'era nessun faro che mi segnalasse la via. Ora il mio faro è la candela che ho in camera. La mia camera. Sono solo da troppo tempo, parlo da solo, penso di vedere fantasmi, faccio sogni strani, a volte vedo dei flash del mio passato. Il più recente è stato mentre facevo la doccia. Sì, hai capito bene. Chiusi gli occhi un attimo e quello dopo mi trovavo nel parco di Hogwarts un pomeriggio che pioveva molto, un pomeriggio prima della morte di Silente, tornavo da una lezione supplementare di Erbologia che Piton aveva insistito a farmi fare perchè voleva che mio padre fosse fiero. Bah, fatto sta che io ero infuriato nero con la Sprite e stavo passando per il parco per raggiungere il portone, volevo solo sdraiarmi a letto. Ma quando arrivai all'altezza del Lago Nero, vi vidi, voi due avvinghiati come due polpi. Lo stavi baciando. Sinceramente non so cosa ci trovi in quel Potter. Io avrei avuto voglia di urlare, di spaccare qualcosa, ma ti rispetto e ho continuato per la mia strada con il cuore a pezzi, quella fu la prima avvisaglia della mia pazzia. Da lì in poi il mio copione cambiò del tutto. So che mi vedevi strano, diverso, lo sentivo anch'io di star cambiando. Non pensavo che mi sarei costretto a fingere di voler stare dalla Sua parte.
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La mia candela. La lettera di Draco a Ginny.
Fiksi PenggemarEra il gennaio del 2000, due anni dopo la guerra di Hogwarts, che Draco trovò finalmente il coraggio di dichiararsi a Ginny. Le scrisse una lettera che però venne intercettata. Quattro anni dopo, Ginny lesse finalmente la lettera, ma ormai era tropp...