Capitolo 1
Sono ormai tre ore che continuano e credo che non finiranno più. Ho smesso da tempo di gridare loro di smetterla, tanto è inutile. Io non esisto più per loro.
Ecco chi sono: nessuno.
Non credo che si siano neanche accorti che sono appena uscita per andare nella panetteria di mia zia nel centro di Holmes Chapel, il mio piccolo paesino. Per me lei era come una madre, c'è sempre stata per me, è sempre stata al mio fianco e visto che i miei genitori mi odiano non capisco perchè non mi mandino a vivere con lei. Forse il motivo è che io sono il loro unico modo per farsi apprezzare dalla gente: sono una brava ragazza, gentile, ottimi voti a scuola e ho sempre ottenuto risultati importantissimi nella ginnastica artistica.
Ma io non sono un oggetto da mostrare, un gioello di cui vantarsi! Ho una vita, un cuore e soprattutto dei sentimenti... Nel mentre penso tutto questo, le mie lacrime che scendono dai miei occhi marroni mi danno un aspetto da scappata di casa, e in effetti lo sono... Non so neanche se posso chiamarla casa, l'edificio in cui vivo, ma piuttosto un inferno. Vorrei tanto un amico, me ne basta uno, con cui parlare e sfogarmi; vorrei tanto avere qualcuno che mi capisse che mi ascoltasse e consolasse. Purtroppo, o meglio, per fortuna c'è mia zia che ricopre il ruolo di amica se no dovrei affrontare questa situazione da sola. Tiro su una manica e osservo le cicatrici sul mio polso: sì, mi taglio. Lo faccio da sempre e in effetti mi piace vedere il sangue che esce fuori dalla ferita e adoro il dolore che provoca sulla mia pelle. È una dipendenza ormai, c'è chi si droga e c'è chi si taglia. Per me è la stessa cosa.
Le lacrime scorrono ancora più forte, rigando il mio viso di linee nere dovute al mascara ormai sciolto. Entro in panetteria, attraverso il bancone e abbraccio più forte che posso mia zia. Fortuna che in negozio non c'è nessuno.
"È successo di nuovo Jess?" mi chiede mia zia con tono dolce e io annuisco tra le sue braccia.
Mi fa sedere lentamente sulla sedia che uso sempre quando vengo qui dopo una litigata dei miei e esplodo in un pianto che da tempo sto trattenendo. Un pianto di rabbia, tristezza, solitudine e delusione.
"Hey, tutto ok? " una mano si poggia sulla mia spalla e quando alzo lentamente lo sguardo, noto che a rivolgermi la parola è un ragazzo che credo abbia due anni in più di me: è riccio, occhi verdi, labbra rosee e carnose, lineamenti perfetti e delicati, sguardo dolce e premuroso. La perfezione in persona direi, sembra un angelo. È il ragazzo che lavora nella panetteria di mia zia, lo aveva assunto qualche mese fa e, poverino, si è dovuto sorbire tutti i miei pianti e le mie lamentele. Nonostante tutto mi sembra un bravo ragazzo, simpatico e molto dolce anche se è la prima volta che ci parlo.
"ehm.. sì più o meno.." rispondo piano.
"Se hai bisogno chiedi a tua zia oppure.. a.. m-me... se vuoi... s-se no..." la sua timidezza mi fece sorridere e gli risposi ringraziandolo e dicendogli che poteva stare tranquillo. Il ragazzo torna a lavorare e mia zia mi prende la mano per confortarmi. Non la guardo ma in risposta stringo ancora di più la presa alla sua mano per ringraziarla.
Restiamo così per un po' di tempo, poi la guardo e le faccio cenno di avvicinarsi "Come si chiama?" le faccio cenno con la testa indicando il ragazzo
"Harry" guardo ancora una volta il riccio e poi di nuovo mia zia
"Carino eh?" dice lei ridacchiando
"Zia!"
"Che c'è vuoi negare?"
"Parla più piano, potrebbe sentirti"
"Scusami... comunque, è carino vero?" mi sussurra ridendo
"Bhe carino è dire poco... secondo me è più che carino" lei dico sorridendo
"Tipo?"
"Uhm.. figo?" lo dico pensandolo davvero.
La zia ride e mi aggiungo anche io conquistando l'attenzione di Harry che si gira e ci guarda confuso ma sorpreso perchè in effetti è la prima volta che mi vede ridere.
"Però! Espansiva la ragazza eh!" commenta la zia. Poi guarda l'orologio appeso alla parete
"Oh, il mio turno è finito. Devo andare a casa, tu Jess resta pure qui se vuoi"
"Si, anche perchè adesso come adesso non ho intenzione di tornare a casa" rispondo con un po' di sofferenza
"Se vuoi ti passo a prendere dopo la chiusura e ti porto a casa" Zia
"La accompagno io" si intromette Harry nel discorso
"Davvero? Puoi?" dice mia zia
"Si, se a Jess non dispiace..."
"Tranquillo a Jess non dispiace" si gira verso di me e mi fa un occhiolino; mi abbraccia e esce dalla porta non dopo aver dato un'occhiata veloce ma intenditrice ad Harry.
"Allora... a che ora chiudi?" lo so benissimo che il negozio chiude alle alle 20.00 ma ho intenzione di mettere su una conversazione. Guarda l'orologio e parla "Tra mezz'ora circa" dice e si volta verso di me, appoggiando un braccio al bancone
"Come ti chiami?" nonostante sapessi anche questo, glielo chiedo lo stesso
"Harry. Tu invece sei Jess g-giusto?"
"Si. Esattamente." come diavolo sapeva il mio nome?
"Tua zia mi ha parlato con di te"dice sorridendo. Bene, ora leggeva anche nel pensiero?
"Ah davvero? E che ti ha detto?" ora sono curiosa
"Che sei una brava ragazza, molto bella, intelligente e... bhe... dolce"
"Oh" rispondo semplicemente e anche un po' imbarazzata.
Dagli aggettivi con cui mia zia mi ha descritto, ho capito che vuole che Harry diventi mio amico: il mio unico amico precisiamo.
Ed eccoci qui con il primo capitolo della seconda fanfiction. Spero che fino ad adesso vi sia piaciuto :)
Dico in anticipo che non pubblicherò regolarmente, nel senso non tutti i giorni, perchè con l'inizio della scuola sarò in po' impegnata... Mi scuso in anticipo.
Fatemi sapere se i capitoli vi piaccioni votando e commentando! Grazie mille se lo farete <3<3 ciaoo al prossimo capitolo.
Nenenanna :-*
STAI LEGGENDO
My salvation
FanfictionJess Charles: ragazza di quasi diciassette anni con genitori assenti e nessun'amica che possa rincuorarla. Harry Styles: il ragazzo più bello e desiderato dell'intero paese, un cuore d'oro che batte solamente per il suo unico amore. Loro: il figo e...