Promise-Capitolo 3

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Sbattè più volte gli occhi prima di riprendersi e abbassare lo sguardo imbarazzata, non sapeva cosa dire e trovarsi davanti a quel ragazzo non era una delle situazioni più belle di sempre, non che gli dispiacesse, ma dopo una giornata di lavoro si stava seriamente preoccupando per il suo aspetto.
C'era un silenzio imbarazzante, molto imbarazzante e non sapeva chi fosse e cosa volesse, prende un labbro fra i denti, passando nervosamente una mano tra i capelli mentre aspetta che lui dica qualcosa; insomma, era entrato lui nel locale a quest'ora.. Doveva pur dir qualcosa no?

Stava zitto, li in piedi a guardarsi in giro e a guardare lei, come se nulla fosse.
Doveva dire qualcosa, farsi coraggio e cercare di fargli capire che non la metteva in soggezione con i suoi bellissimi occhi ancora puntati su di lei.
"Il locale è ormai chiuso, mi dispiace" disse cercando di apparire sicura di se, fallendo peró completamente.
Sente una dolce risata e questo la costringe ad alzare lo sguardo, ritrovandosi questo ragazzo seduto su uno degli sgabelli di fronte a se, che incrocia le braccia sul bancone e fa spallucce tranquillo.

"Lo so" disse semplicemente sorridendo ancora, facendola quasi incantare.

Mio dio. La sua voce.

Era roca, leggera.. Cosi pura.

"Sto aspettando Des" afferma alle fine, dopo qualche secondo di silenzio di completo silenzio.
"Oh anche io.. Sarebbe dovuto arrivare 20 minuti fa ma ancora nulla." dice e prese subito dopo un bel respiro "tu.. Ehm, tu insomma lo conosci?" Chiede incerta, domandandosi infatti come faccia a conoscere Des.
Lo sentí di nuovo ridere, Dio aveva una risata cosi bella.
Era reale?

"Si,direi!" rispose ancora ridacchiando "È mio padre. Quindi, bhe si lo conosco.. O almeno penso" dice alzando un sopracciglio, guardando attentamente la ragazza che in quel momento vorrebbe solo scomparire.

Ah.

"Oh, scusami.. Io n-non sapevo. Non sapevo avesse un figlio o comunque.. Cioè sono nuova quindi... Non so molto" Era rossa, lo sapeva, sentiva le guance bruciargli.. Perchè doveva sempre arrossire e fare queste figure? Blaterando cose a caso, senza un senso logico.
"Comunque sono Harry" dice porgendo la sua mano verso di lei.
Aveva una mano davvero molto grande, con due bellissimi anelli che su chiunque altro sarebbero sembrati ridicoli, invece su di lui stavano benissimo.
"Io sono Ashley" rispose mentre stringeva la sua mano cosi calda e molto più grande rispetto alla sua; abbassa lo sguardo su quest'ultime e sorride mentalmente, senza un motivo ben preciso.

Quando finí di pronunciare il suo nome gli vidi spuntare un bellissimo sorriso sulle labbra dando cosi vita a due adorabili fossette, che non aveva mai visto su nessun ragazzo, o forse semplicemente nessun ragazzo aveva delle fossette come le sue.
Che avesse qualcosa di brutto questo ragazzo?

"Come mai sei qua?" Mi chiese cordialmente, passando la mano libera tra i suoi capelli lunghi che gli circodano perfettamente il viso.
"Devo dare le chiavi a Des.. Sarebbe dovuto arrivare prima della chiusura del negozio ma niente.. Quindi aspetto, devo dargli le chiavi che mi aveva lasciato" dice sinceramente, facendo spallucce per poi appoggiarsi al bancone con la mano che non tiene stretta quella del ragazzo.
"Sempre il solito ritardatario" dice scuotendo la testa divertito, mentre se la ride.

Si guardano, con le mani ancora strette, senza dir nulla; prende coraggio e dopo aver fatto il primo sorriso, stacca le loro mani, non sapendo come comportarsi con il ragazzo pensando che in una situazione del genere non si trovava ormai da tanto tempo.

"Vuoi anche tu un cappuccino?" Chiede dopo aver poggiato il proprio sul bancone, notando come il cagnolino si sia ormai deformato.
"È tardi.." disse riflettendo "Ma si, voglio un cappuccino" dice con sorriso dolce sulla labbra, come per incoraggiarla.

Si gira, dandogli le spalle e nonostante le mani tremanti comincia a prepararne un altro per il ragazzo, sperando che gli riesca bene anche questo, evitando cosí una figuraccia.
"Oh Ashley" si sente chiamare da dietro, da quella bellissima voce che la porta a sorridere timidisamente senza peró farsi vedere.
Si gira lentamente, appoggiando il cappuccino quasi pronto su un tavolino accanto per guardarlo, aspettando.
"Si?" Chiede dopo qualche secondo di silenzio, con voce leggermente preoccupata nel vedere il modo in cui ora la guarda; vede Harry alzarsi dallo sgabello e appoggiare i gomiti sul bancone, poggiando il suo viso nelle mani strette tra loro mentre continuava a fissarla senza dir niente.

Ormai si stava completamente sciogliendo nel stare davanti a un ragazzo del genere, era probabilmente troppo per chiunque.

"Mi chiedevo" fa un colpo di tosse e subito dopo gli regala un bellissimo sorriso " Non è che potresti disegnarmi un gattino? Sai preferisco loro ai cani."

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