Ne aveva abbastanza di ciò che era successo in quella giornata.
Lyon non si sentiva bene quella sera e aveva bisogno di un po' di aria fresca.
Teneva le mani fredde nascoste nelle tasche del giaccone e ogni tanto tirava dei calci ai sassi, come se dovesse scaricare un'innata collera.
Sospirò esasperato e alzò lo sguardo verso la luna, unica fonte di luce insieme alle stelle.
Si distese sull'erba e continuò a fissarla, sentendo una spaventosa tranquillità attorno a sé.
Niente mostri, niente rumori, niente disturbi.
Solo lui, la luna e le stelle.
Ma subito dopo un fruscio tra i cespugli lo fece sobbalzare e alzare in tutta fretta dal giaciglio composto da fili d'erba e foglie secche.
Per fortuna egli si era portato la spada con sé, inoltre aveva sempre con sé l'emblema di Herobrine.
Avvolse velocemente il manico della spada posizionata sulla schiena e ruotò la testa a destra e a sinistra per controllare il territorio.
Non ci fu alcun rumore.
Nessun suono, nessun fruscio.
Un silenzio tombale."Sarà stato un coniglio, spero..." Mormorò Lyon a sé stesso, come per paura di essere sentito.
"Oh, ma come, Lyon? Osi davvero comparare me ad un piccolo e tenero coniglietto?"
Non fu in grado di reagire che subito Lyon si ritrovò a terra bloccato da una figura che spiccava nel buio grazie ai suoi occhi rossi.
Ruotò di poco la testa per guardare in faccia il suo assalitore e non appena lo vide i suoi occhi si spalancarono dal terrore.
Il loro vecchio compagno di squadra, nonché amico fidato, era posizionato sopra di lui con uno sguardo assente ma tranquillo, insieme ad un lieve ed inquietante sorriso sulle sue labbra.
Non riusciva a muoversi, non riusciva a compiere alcun tipo di azione.
L'unica cosa che poteva fare era contemplare quel rosso scarlatto e accecante proveniente dagli occhi ormai cambiati di Stefano."Bene, bene, bene... Ci siamo visti poche ore fa ma ora ci rivediamo, che coincidenza..." Commentò ironicamente il demone, tenendo fermo il guerriero dalle braccia e facendo pressione con il corpo.
"... C-che... Diamine ci fai qui...?" Rispose sottovoce il leone, nonché leader del gruppo composto solo da tre persone.
"Sai... Volevo fare una chiacchierata, solo io e te... Ti va, caro e vecchio Lyon?" Chiese retoricamente, stringendo ancora di più la presa sulle braccia.
Lyon strinse i denti per il dolore provocato dalla presa di Stefano e iniziò a dimenarsi in modo frenetico, aspettando che il demone non sciogliesse la presa, fino a lasciare le braccia.
Balzò in piedi e restò in una posizione difensiva, fissando dritto negli occhi quello che prima considerava uno dei suoi amici più fidati."Tu ci hai traditi... Ti sei alleato con Entity! Non è forse così?!" Chiese adirato Lyon, sapendo che in realtà era colpa sua.
"Oh, ma guarda! Capitan Ovvio! Lyon, è colpa tua se mi sono alleato con Entity..." - Rispose Stefano, inclinando di poco la testa di lato. - "Ma vedi... Ci sono un sacco di benefici ad essere delle creature sovrannaturali! L'hai provato tu stesso... Con quel dannato emblema di Herobrine, non è così?" Disse.
"Finiscila! Questo non sei tu... Stefano... Ti prego..."
"Tsk... Che creatura patetica... Stai tranquillo, Lyon, porterò via anche i tuoi compagni, così rimarrai solo."
Lyon fu veloce questa volta.
Con un scatto sovrumano raggiunse il fianco del demone e tenne il manico con entrambe le mani.
Alzò velocemente la spada e la lama andò a infilzare e tranciare il braccio destro di Stefano, con una facilità quasi spaventosa.
Dopo aver compiuto quell'azione, egli fece uno scatto all'indietro.
Teneva ancora la spada puntata verso il demone, senza rendersi conto di ciò che aveva appena fatto.
L'espressione di Stefano era sorpresa, quasi sconvolta: gli occhi erano così spalancati che l'iride sembrava un puntino in confronto alla sclera.
L'arto ormai amputato, insieme alla manica della giacca nera, giaceva su un letto composto da rami, foglie secche e erba appena cresciuta.
Ma esso non ci rimase molto perché poco dopo esso divenne cenere e il vento la portò via con sé."Che mossa ingenua."
Lyon dovette assistere ad una scena disgustosa.
Il braccio di Stefano stava lentamente ricrescendo: si potevano osservare le fibre muscolari che si contraevano, l'osso che piano piano si creava, la pelle che avvolgeva la carne da proteggere.
Ingoiò un boccone di saliva e cercò di non vomitare.
Esso si ricompose completamente in pochi minuti, tranne per la manica.
Lo sguardo scarlatto di Stefano si posò di nuovo su Lyon, scrutandolo con attenzione e severità."... Direi che è ora di tornare alla fortezza. Salutami Mario, per favore, grazie."
Non appena egli finì di pronunciare queste parole, si dissolse come al solito in una nube di cenere, sparendo dalla foresta e apparendo al cospetto di un'enorme fortezza posizionata sul picco più alto di una montagna.
Afferrò i manici del grande portone e con essi lo aprì, ritrovandosi in una cupa ma elegante sala vuota.
Lui sapeva già dove andare, quindi non si fermò ad ammirare i dettagli dell'entrata e salì immediatamente le scale, ritrovandosi in un salotto.
Egli era lì, a contemplare il vuoto che quelle terre avevano da offrire.
Senza esitazione, Stefano si mise al suo cospetto e assunse una postura dritta e matura, pronto a comunicare i fatti avvenuti in quella giornata.
Entity fece due passi per girarsi verso il demone, osservandolo dall'alto con i suoi occhi dal bagliore inquietante.
Anche la sua postura era decisa ed elegante, degna di un uomo."Vedo che sei tornato. Com'è andata?" Chiese con voce calma e profonda.
Stefano spiegò con formalità ciò che era accaduto quel giorno, aggiungendo anche con un lieve imbarazzo lo strappo avvenuto poco prima di tornare alla fortezza.
Entity sospirò e tornò a guardare dall'enorme vetrata il vuoto panorama, riflettendo e riordinando le informazioni."Bene, un buon risultato... Tranne per quello strappo alla giacca. Ne vuoi un'altra?" Chiese.
"No, signore... Non mi serve. Continuerò a tenerla aggiornata in ogni caso, e poi..."
Egli iniziò ad accarezzarsi il braccio con una lentezza sovrumana, come se fosse un cimelio prezioso.
"Mi ricorderò di ciò che Lyon mi ha fatto." Concluse.
Entity annuì con un cenno e gli fece il segno di andare, incrociando subito dopo le mani dietro alla schiena.
Stefano annuì e tornò di sotto.
Ormai la sua vita era cambiata e non si poteva fare niente per tornare indietro.
Aveva detto addio alla sua vecchia vita, al suo vecchio "io"...
Ormai l'umanità di Stefano era stata sopraffatta dalla parte demoniaca.
Una parte demoniaca difficile da estinguere.Beh... Che dire!
Che finale di merda-
Signori, mi dispiace, ma ho concluso la lunghissima One-shot "Revenge"!
Ho aggiornato un po' prima perché mi sta per morire il telefono :'D
Ma comunque state tranquilli... Ho deciso di aggiungere una bella parte bonus :3
Non c'entra proprio con Stefano e Mario... Ma è più su Entity e un'altra entità che conoscete, ma tranquilli... Secondo me vi piacerà, almeno lo spero ':D
Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo alla prossima! Cya a tutti :3