Una visita inaspettata

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Era un venerdì sera e Ginny stava piegando i vestiti appena usciti dall'asciugatrice quando si ritrovò tra le mani la camicia di Jimin.

"Oh cavolo. Ce l'ho ancora io? Immagino che Jimin la rivorrà indietro... cercherò di ricordarmi di portargliela martedì in classe..." borbottò tra sé e sé la ragazza. 

Nami la stava fissando dal divano, mentre sgranocchiava delle carote.

"Oppure puoi venire con me al loro appartamento domani pomeriggio. Abbiamo pensato di preparare della zuppa di kimchi con altre persone." commentò con tono leggero. 

Ginny scosse la testa.

 "Ho un impegno domani pomeriggio, proprio non va per me." Rispose. 

Nami si grattò il mento pensierosa "E se ti dessi l'indirizzo? Puoi passare da loro in mattinata e lasciargliela giù. Sono abbastanza sicura che saranno tutti a casa perché devono ripulire l'appartamento per i controlli." Propose allora. 

"Oh, questo in effetti potrebbe essere un buon piano. Lo faresti davvero?" 

"Beh, è solo un indirizzo, non è che ti dò le loro coordinate bancarie, sciocchina!" Rispose ridacchiando la coreana. 

Ginny le fece la linguaccia, ma le era in realtà grata.

 "Ci guardiamo un film?" 

"Direi che è un ottimo piano. Scegline uno! Io intanto ordino una pizza!"


Il mattino seguente Ginny si alzò di buon'ora. Nami russava in modo leggero nell'altro letto, imbacuccata come un baco da seta nella sua coperta. 

Il weekend era l'unico periodo in cui i loro ruoli si scambiavano

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Il weekend era l'unico periodo in cui i loro ruoli si scambiavano. Ginny si alzava sempre presto per poter fare un sacco di cose mentre Nami lo usava per ricaricarsi per la settimana. 

Ginny andò a farsi una doccia veloce per poi infilarsi dei pantaloni da yoga neri, una felpa con cappuccio dello stesso colore e fare colazione con uno yogurt con dei cereali dentro. Finita la colazione finì di prepararsi, si infilò le ciabatte dell'Adidas, prese il sacchetto con la camicia ed uscì, seguendo le indicazioni del navigatore sul telefono. 

Era una passeggiata di una ventina di minuti, ma non le dispiaceva prendere un po' d'aria, sopratutto in quelle ore del mattino in cui il sole non rendeva ancora l'aria incandescente. 

Arrivò all'appartamento dei Bangtan intorno alle 9. Poteva sentire il rumore dell'aspirapolvere e qualcuno che urlava per farsi sentire. 

Si sentì improvvisamente insicura sul da farsi. 

Nessuno di loro le aveva dato l'indirizzo e temeva di sembrare una qualche stalker pazzoide a presentarsi così a casa loro.

 Rimase lì in piedi nel vialetto per diversi minuti dubbiosa, fino a quando la porta si aprì e vide uscire un ragazzo dalle spalle molto larghe ed il volto degno di un attore con tra le mani un enorme sacco dell'immondizia. 

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