02 | cigarette number two

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CIGARETTES !
( RICHIE TOZIER )

 cigarette number two | UP ALL NIGHT

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cigarette number two | UP ALL NIGHT


Il giorno seguente i due ragazzi si diedero appuntamento alla cava alle nove. Era un sabato sera e non avevano nient'altro da fare se non che uscire e divertirsi. Richie stava aspettando Lucas seduto su una roccia. Si sentiva stranamente agitato, forse addirittura di più della sera precedente: non riusciva ancora a credere di essere uscito da quella bolla di noia che lo aveva circondato recentemente. Gli sembrava assurdo di aver iniziato quel "gioco" e di aver addirittura trovato una persona con cui portarlo avanti. Lucas Huggins. Quel nome gli rimbombava nella testa da troppe ore. Le sue iridi castane non avevano intenzione di lasciare la sua mente, così come il suo stupido sorriso.

Era davvero bello.
Richie trovava belle parecchie persone, sia ragazzi chee ragazze, questo era risaputo. Aveva quella forte tendenza a provarci con qualsiasi essere umano di genere femminile o maschile e di essere puntualmente scaricato. Lucas invece lo aveva cercato.
«Tozier, eccomi! Scusa il ritardo, cazzo, mio fratello mi ha trattenuto a casa...»
«Oh ciao! Come mai?»
«Niente di che, i soliti problemi di famiglia... Tu invece, tutto bene?»
Richie lo osservò incuriosito, facendo caso anche ai minimi particolari, come ad esempio quella piccola fossetta che gli si era formata sulla guancia.
«Si si, alla grande... Ho portato le sigarette!»
Lucas si avvicinò al ragazzo e sfilò una sigaretta dal pacchetto. Lesse la scritta sopra e guardò raggiante il corvino.
«"Stare svegli tutta la notte"!»
Richie stava trattenendo il fiato e, non appena il moro lesse la frase, prese una boccata d'aria. Aveva temuto che fosse potuta uscire un'altra sigaretta con chissà che cosa scritto sopra. Le cose da fare non erano tutte erano così innocenti.

«Puoi stare in giro tutta la notte? I tuoi genitori ti lasciano?» gli domandò confuso Richie, chiedendosi che razza di genitori gli avrebbero permesso di fare quello che voleva. A parte i suoi, ovviamente.
«Se non lo scoprono sì!» Lucas fece cenno a Richie di seguirlo.
«Dove stiamo andando?»
«Devo solo andare a dire a mio fratello di coprirmi con i miei genitori, poi potrò stare in giro fino all'alba!»
Così i due ragazzi si incamminarono verso un piccolo bar nel centro di Derry. Lucas disse al corvino di aspettarlo fuori e che ci avrebbe messo meno di due minuti.
«Perché non posso entrare?»
«Perché Bowers ti odia a morte e di conseguenza anche mio fratello e i suoi amici!»

Il ragazzo entrò in fretta nel bar e uscì alcuni minuti dopo con un sorriso raggiante.
«Okay, sono a posto, mio fratello ha accettato! Ora che si fa?»
Richie ci pensò un attimo, fino a quando non gli venne l'illuminazione.
«Dobbiamo conoscerci. Io non so praticamente nulla di te e, dato che avremo poi ancora diciotto sigarette, credo che sia d'obbligo sapere qualcosa l'uno dell'altro!»
«Ci sto! Però andiamocene da qui, non voglio che mio fratello ti veda assieme a me...»
«Cosa potrebbe dirti?» gli domandò Richie incuriosito, avviandosi sulla strada dalla quale erano arrivati.
«Non lo so, di solito quando frequento persone che non gli piacciono mi intima di smetterla di passare del tempo con loro...»
«Ah, quindi io e te ci frequentiamo? Cazzo Lucas, non credi che stiamo andando troppo veloce?»
Il ragazzo gli sorrise e alzò gli occhi al cielo.
«Sei proprio un coglione! Ma sai almeno fare un discorso serio?»
«Certo! Di cosa vorresti parlare?»
«Non lo so... Raccontami qualcosa di te! A parte il tuo nome e la tua età non so praticamente nulla...»

Richie sghignazzò, tirando un calcio ad un sassolino sul marciapiede.
«Ho il cazzo lungo e sono bellissimo, cos'altro vuoi sapere?»
Lucas guardò sconvolto il ragazzo, pensando a cosa diavolo controbattere a quella risposta così sfacciata e provocatoria.
«Ora capisco perché il tuo soprannome sia Trashmouth!»
«Visto? Sai già tutto, sei un fottutissimo stalker, signorino Huggins!»
«C-Cosa? Non è vero!»
«Solamente i miei amici più intimi mi chiamano così!»
«Potrei aver ascoltato alcuni discorsi nei corridoi della scuola...» gli rispose lui imbarazzato, abbassando lo sguardo. «E comunque mi stai dimostrando di non essere in grado di fare un discorso serio!» continuò il moro con un sorrisetto, sedendosi su una panchina scrostata.
«Uffa, va bene. Sono figlio unico, ai miei genitori non importa molto di me, ho sei amici ai quali tengo da morire, adoro i videogiochi e i fumetti... Non saprei cos'altro dire!»
Lucas annuì poco dopo, senza dire nulla al ragazzo.

«Cosa ti piace fare nel tempo libero?»
«A parte scopare, intendi?»
Il moro sospirò stizzito e annuì velocemente.
«Beh, mi piace mangiare, andare in bici e uscire con il Losers Club! Adesso raccontami qualcosa tu!»
Lucas si passò una mano nei capelli per sistemare un ciuffo ribelle e abbozzò un sorriso timido. Non sapeva cosa diavolo raccontargli.
Lui non aveva molti amici a parte suo fratello e la Bowers Gang -sempre che si potessero considerare amici-, passava i pomeriggi chiuso in casa a studiare e non aveva nemmeno un hobby. A parte Annabeth, la sua migliore amica, non aveva nessuno. Inoltre, invidiava da morire l'amicizia che legava il Losers Club: ogni volta che li vedeva passare nei corridoi pensava a quanto sarebbe stato bello farne parte. Essere parte di qualcosa.

«Lucas, ci sei? Stai già pensando a quando le tue labbra saranno attorno al mio-»
«Cristo Richie, fermati qui! E comunque no, non stavo pensando a quello!»
I due ragazzi continuarono a condividere pensieri e segreti fino a quando il cielo non iniziò a schiarirsi. Un tenue chiarore si propagò nel nero e gli occhi del ragazzo si illuminarono lentamente.
«Richie, c'è l'alba! Ce l'abbiamo fatta!» esclamò lui, stanca ma felice, osservando stupito le luci del mattino.
«Finalmente, cazzo!»
Il corvino tirò fuori dalla tasca della giacca il pacchetto e cercò la sigaretta giusta. L'accese in fretta e iniziò a fumarla con lo sguardo rivolto verso il cielo.
«Posso chiederti una cosa?» il ragazzo si voltò verso Lucas, passandogli tra le dita la sigaretta.
Lui annuì e fece un tiro più lungo, lasciando uscire il fumo dalla sua bocca.
«Perché sei qui?»
«Non lo so Richie...»
«In che senso?»
Lucas si alzò improvvisamente e si pulì i jeans con le mani.
«Nel senso che non ho la più pallida idea del perché io mi trovi alle cinque e mezza del mattino assieme a Richie Tozier per fumare una fottuta sigaretta!»
«Ritieniti fortunato, molte altre persone vorrebbero essere al tuo posto!»
«Non ne dubito Tozier!»

Richie lo osservò fumare e si chiese che cosa gli stesse nascondendo. Non era possibile che Lucas Huggins fosse lì con lui di sua spontanea volontà.
«Comunque non sei male Tozier...»
«Grazie al cazzo!» gli rispose lui, facendolo scoppiare a ridere.
«Mi dirai mai il vero motivo per cui sei qui?» continuò lui, ansioso di ricevere delle risposte.
«Abbiamo ancora diciotto sigarette, chi lo sa!» il moro gli fece l'occhiolino e se ne andò in fretta, scomparendo dalla vista non molto buona di Richie.

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vi rendete conto che sono così annoiata che mi sono messa a guardare documentari sulla seconda guerra mondiale
CIOÈ CHE CAZZO

CIGARETTES ( richie tozier )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora