06 | cigarette number six

642 20 9
                                    

:*•.──────────.•*:

CIGARETTES !
( RICHIE TOZIER )

   cigarette number six | GETTING DRUNK

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


cigarette number six | GETTING DRUNK

Richie aveva aspettato quel momento da tutta la settimana: era finalmente venerdì sera e aveva deciso alcuni giorni prima di vedersi con Lucas per ubriacarsi. Gli aveva spiegato che aveva scritto proprio quello su una delle sigarette e che lo riteneva il compagno ideale per una bella sbronza. Il suo amico aveva accettato immediatamente, incapace di dire di no ad un'ubriacatura, in particolare assieme a Richie.
Così quella sera il corvino lo aspettava alla cava, impaziente di vederlo di nuovo. Nei giorni precedenti non erano riusciti ad incrociarsi nei corridoi o nella mensa, dato che Lucas era sommerso da test e compiti in classe e aveva troppo da studiare. Richie avrebbe dovuto essere nella sua stessa situazione, ma aveva una straordinaria capacità di imparare le cose in fretta e gli bastavano poche ore per ricordarsi tutto quello che doveva sapere. Lucas lo chiamava "secchione del cazzo" e lui gli rispondeva che "il cazzo dei secchioni è sempre più lungo" senza alcun motivo. Questa risposta faceva ridere moltissimo il moro e Richie continuava a utilizzarla ogni volta che poteva. Non vedeva l'ora di rivederlo. Richie si era reso conto che la loro amicizia si era evoluta velocemente e in grande, e proprio per questo aveva paura di poterla rovinare con altrettanta velocità. Sapeva di provare qualcosa di diverso per Lucas: non appena lo vedeva gli mancava il fiato per almeno un paio di secondi, era geloso di chiunque gli rivolgesse la parola, sentiva troppo spesso la sua mancanza e ogni volta che si trovavano assieme nulla sembrava al posto sbagliato. Sì, Richie si era preso una bella cotta per Lucas Huggins.

«Tozier!» il ragazzo al quale Richie stava pensando da ormai troppo tempo era appena arrivato. Indossava dei jeans logorati e una semplice maglietta bianca con sopra una felpa rossa; i capelli erano più scompigliati dei suoi e addirittura bagnati sulle punte. Scavalcò un enorme ramo che ingombrava il sentiero e si fermò davanti a lui. Richie si domandò come facesse ad essere così bello.
«Finalmente, ce ne hai messo di tempo!»
«Sono puntale, stai zitto coglione!» gli rispose il moro ridendo, sedendosi su una pietra abbastanza grande e piatta. «Hai l'alcool dietro?»
Richie alzò gli occhi al cielo mentre si andava a sedere di fianco a lui. Tirò fuori da una tasca interna della giacca la bottiglia che aveva rubato pochi giorni prima e si passò una mano tra i capelli.
«Avevi paura che non portassi l'unica cosa necessaria per stasera?»
«Beh, sei un coglione, quindi non si sa mai... Io ho portato le caramelle, ti ho aspettato a mangiarle...» borbottò l'altro, stringendosi nella sua felpa e tirando fuori il pacchetto dalla tasca. Richie lo guardò sorpreso, passandogli la bottiglia e prendendo le caramelle.
«Direi che in questo modo ti sei meritato il primo sorso!»
«Beviamo e basta, nessun gioco?»
«Che gioco avevi intenzione di fare?»
Lucas scrollò le spalle e aprì la bottiglia.
«Di solito, alle feste a cui vado, si gioca a "obbligo o verità" oppure a "non ho mai..." per rendere il tutto più divertente!»
Richie, che non era mai stato ad una festa come quelle alle quali andava il suo amico, annuì convinto, dicendogli di scegliere il gioco che preferiva. I due si misero a litigare per quale fosse il più divertente e alla fine decisero di iniziare con "obbligo o verità". Lucas fece prima un lungo sorso sotto lo sguardo interessato del corvino.

«Richie, obbligo o verità?»
«Iniziamo con qualcosa di semplice, verità!»
«Hai mai scopato?»
La sincerità con cui glielo chiese lo fece restare a bocca aperta. Il moro non sembrava affatto a disagio e continuava a bere dalla bottiglia senza che fosse il suo turno.
«È complicato...»
«Allora spiegami, dai!»
«Non mi va adesso!» gli rispose leggermente accigliato, prendendogli la bottiglia dalle mani e bevendo dei lunghi sorsi.
«Lucas, obbligo o verità?»
«Verità anche io!»
«Ti farò la stessa domanda non perché non abbia fantasia, ma perché sia veramente curioso... Hai mai scopato?»
«Sì, il secondo anno ad un festa con Veronica Brandis...» gli rispose lui con una scrollata di spalle. «Ero troppo ubriaco, non mi ricordo un cazzo! Adesso tocca a te, obbligo o verità?»
«Obbligo!»
«Fai quattro lunghi sorsi dalla bottiglia! E mi raccomando, lunghi!»
Richie fece come gli era stato detto e, pochi secondi dopo, iniziò a sentirsi un po' brillo. Era magro e alto, queste due componenti giocavano a suo sfavore.
«Obbligo o verità, Huggins?»
«Sempre verità!»
«Dimmi i nomi delle tre persone che ti attraggono di più della scuola!»
Lucas lo guardò un po' spaventato, non sicuro se avesse potuto dire anche il suo nome.
«Credo Monica Delans, Amy Witton e... Non ti dirò la terza...» borbottò impacciato, prendendo la bottiglia e scolandosela per metà.
«Vacci piano campione, chi è la terza persona?»
«Non lo saprai mai!»
«Ah si? Vedremo, stronzo! Ora tocca a me, e scelgo verità!»
«Dimmi anche tu i tre nomi delle persone che ti attraggono di più della scuola!»
«Copione del cazzo... Allora, Amy Witton, sicuramente... Jacob Turner e, non ti emozionare troppo, Lucas Huggins!»
Il ragazzo lo guardò inarcando un sopracciglio.
«Certo Tozier, prendimi anche per il culo!»
«Cosa? Sono serio!»
Lucas incrociò le braccia al petto, realizzando che scolarsi metà bottiglia non era stata una delle sue più grandi idee.
«Io?»
«Sì, tu, testa di cazzo!» borbottò Richie, sentendosi improvvisamente vulnerabile. Non aveva pensato alle conseguenze e adesso si era reso conto di aver fatto una mossa un po' troppo azzardata. Lucas sospirò e si distese a pancia in su sulla roccia. Richie fece lo stesso, osservando le stelle muoversi ad una velocità surreale. Sì, era proprio ubriaco.
«Richie?»
Il corvino voltò la testa verso di lui, trovandosi faccia a faccia con Lucas. Il suo viso era addirittura più bello visto da così vicino.
«Posso baciarti?» gli chiese l'altro, passandogli una mano tra i ricci scuri.
Richie credette di esserselo immaginato. Lucas Huggins che gli chiedeva il permesso di baciarlo? Era forse in paradiso?
«Vuoi davvero farlo?»
«Tu lo vuoi?»
«Sì, cristo che lo voglio, ma non rovinerebbe tutto? Perché vuoi baciarmi?»
Lucas si tirò leggermente su, guardando Richie con un sorrisetto sulle labbra.
«Passami la sigaretta, coglione» borbottò semplicemente.
Richie pensò che magari era stato l'alcol a parlare e non Lucas, e che magari il mattino seguente se ne sarebbero dimenticati entrambi. Gli porse la sigaretta con la scritta "ubriacarsi" e l'accese al ragazzo.
«Domani ci vediamo, vero?» gli domandò poco dopo, osservandolo buttare fuori il fumo.
«Certo, abbiamo ancora quante? Quattordici sigarette?»
«Sì, esatto... Secondo te continueremo ad essere amici anche quando saranno finite le sigarette?» gli chiese Richie, guardandosi le scarpe.
Lucas gli passò la sigaretta e, prima di alzarsi, gli diede un bacio veloce sulla guancia.
«Ma certo, testa di minchia. Buonanotte Tozier, ci vediamo domani qui alle quattro!» gli rispose con un sorriso, lasciando il corvino da solo con i suoi pensieri.

CIGARETTES ( richie tozier )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora