Alzò la maglietta davanti allo specchio della sua stanza, lasciando lo stomaco scoperto e passando poi indice e medio sul punto dolorante.
Aveva cambiato colore già quattro volte dal giorno prima, all'inizio giallo, poi marroncino, blu e infine viola.
Abbassò di scatto il tessuto precipitandosi sul suo letto e prendendo un libro a caso quando sentì dei passi fuori dalla sua stanza.
Lynda e suo padre non avevano un bel rapporto, lui lavorava sempre, e lei, passava la maggior parte del suo tempo sola, essendo figlia unica e non avendo amici.
Sua madre era morta anni prima, lasciando angoscia e dolore nel cuore della figlia.
-Lynda, dobbiamo andare, preparati-
-cosa? Dove?- chiese la ragazza chiudendo il libro di scienze.
Il signor Brooks si fece spazio nella stanza della figlia arrivando alla porta finestra che dava sul balcone e l'aprì.
-Cena di famiglia- annunciò poi inspirando la leggera aria di metà settembre.
Cena di famiglia equivaleva a nonna, zia e zio, James e Nina.
Ormai Lynda sapeva benissimo che quando c'erano queste cene, qualcosa sarebbe cambiato sicuramente.
'Magari mio padre mi spedirà a casa della nonna e se ne andrà' pensò la ragazza.
Aprì l'armadio estraendo poi un paio di skinny jeans blu e un leggero maglioncino color panna.
Mise solo un filo di mascara, suo padre non voleva che si truccasse, la riteneva troppo piccola anche a sedici anni.
Si vestii e raggiunse il padre già in auto.
Dopo una ventina di minuti arrivarono in un ristorante/pub dove ad un tavolo già ad aspettarli c'erano gli altri.
Si sedette tra una bambina con un vestitino tutto rosa e il fiocchetto tra i capelli, Nina, e James, i suoi cugini.
James aveva i capelli tirato su in una cresta color oro e gli occhi celesti, come tutta la famiglia del resto. Ordinarono la cena e poco a poco arrivarono tutti i piatti.
Lynda prese a mangiare, ma quando lo vide seduto al bancone, vide lui, il suo incubo, un nodo le si formò allo stomaco e lasciò la forchetta sul tovagliolo, lasciando il piatto pieno.
-Non mangi più?-
Chiese suo padre, lei scosse la testa.
Quando posò di nuovo lo sguardo sul ragazzo notò che la fissava e divenne rigida.
-tutto bene, Lynda?- chiese il ragazzo di fianco a lei.
Si girò di scatto verso il cugino e rispose con un flebile - si -
Le sorrise, ma purtroppo quando lei ricambiò, dalle sue labbra uscì solamente un falso sorriso, impaurito.
-Come va con la scuola?- chiede James nuovamente.
James aveva un anno in più della cugina, non frequentavano la stessa scuola, non abitavano nemmeno nello stesso paese.
Quando la madre di Lynda morì, il signor Brooks decise di cambiare aria, così prese la figlia e si trasferirono, lontani quaranta minuti dai ricordi.
-tutto bene, tu?- Lynda era imbarazzata, era suo cugino, ma rimaneva pur sempre un ragazzo, e lei con i ragazzi non riusciva a parlarci.
James fece una risatina, per poi come risposta dare un -no, affatto-
La ragazza non si azzardò a chiedere il motivo, anche se era molto curiosa.
-Ho fatto a botte con uno e così mi hanno espulso- finì suo cugino come se le avesse letto nel pensiero.
Vedeva il pericolo avanzare verso di lei dentro due Vans nere.
Non voleva che la raggiungesse davanti al padre e ai suoi parenti, così si alzò dicendo che sarebbe andata in bagno, ma fermò Scott.
- c-che vuoi?- balbettava.
Il ragazzo dalla pelle ambrata la guardò serio un attimo, e subito dopo sorrise prendendo i polsi delicati di Lynda.
La tirò dietro di se fino ad arrivare lontani da occhi indiscreti, dopodiché, come al solito, la bloccò al muro.
La ragazza era pronta ad accogliere un nuovo colpo, come era diventato ormai di routine nell'ultimo mese.
Chiuse gli occhi, attendendo che la mano del ragazzo si scagliasse contro il suo ventre.
Spalancò gli occhi quando il contatto che ci fu poi era un contatto diverso dal solito, le labbra del ragazzo erano premute sulle sue con prepotenza, si muovevano velocemente.
Lynda non ricambiò, ma anzi cercò di staccarlo poggiando le sue mani minute sul petto della figura scura davanti a s'è.
Poco dopo fu lui però ad interrompere quel momento.
Era la prima volta che la baciava, che non le faceva del male.
-Domani mattina ti aspetto al muretto fuori scuola - annunciò Scott per poi lasciarle i polsi e sparire tra le luci soffuse del locale.
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Oblivion
FanfictionVedeva il pericolo avanzare verso di lei dentro due Vans nere. - Ti sta distruggendo - - Lo so, ma non posso farne a meno -