Lynda si svegliò con la luce opaca del sole che le batteva sul viso.
Sapeva che avrebbe dovuto andare da lui, dal suo carnefice, da colui che si sfogava su di lei, che la picchiava, lasciandole inquietudine e ansia giorno per giorno.
Si alzò di malavoglia, avrebbe preferito fingersi malata, saltare la scuola, saltare dalla finestra, pur di non soffrire ancora una volta per mano di Scott, ma lui l'avrebbe comunque trovata, ovunque, anche nell'oblio.
Dopo essersi preparata uscì di casa.
Camminava per le vie di Londra, il cielo era grigio quella mattina, innumerevoli piccole e biancastre nuvole lasciavano scampo solo a piccolissimi raggi solari.
Aveva i lunghi e lisci capelli scuri legati in una coda alta.
Arrivata davanti a scuola lo vide, eccolo li, seduto sul muretto, come aveva detto, ad aspettarla.
Lynda era pronta a vedere i suoi compagni entrare al suono della campanella, mentre lei veniva trattenuta fuori dal ragazzo, e una volta che tutti fossero stati dentro, Scott si sarebbe sfogato ancora una volta su di lei.
Mentre varie scene le passavano per la testa, era ormai arrivata davanti al ragazzo dalla pelle ambrata.
"Brooks" la richiamò lui.
"non mi saluti?"
A quelle parole Lynda alzò il capo accennando un flebile ciao.
Scott le prese il viso con una mano avvicinandolo al suo.
"Devi alzare la voce, altrimenti non ti sento" sussurrò sulle labbra della ragazza mordendole poi il labbro inferiore.
Dopodiché il ragazzo saltò giù dal muretto incamminandosi verso l'entrata.
"Che fai, non vieni, Lynda?" Disse girandosi.
Lynda era sorpresa, non l'aveva mai chiamata per nome, e stranamente non l'aveva picchiata.
Lo raggiunse e quando furono allineati, Scott la prese per il fianco avvicinandola a se è mettendole poi un braccio intorno al collo.
Lei non si oppose, anche se avesse voluto non avrebbe potuto.
Camminarono per i corridoi della scuola, finché non arrivarono nella loro classe.
Quando oltrepassarono la soglia, ancora appiccicati l'uno all'area, tutta la classe smise di chiacchierare e tutti si girarono e li fissarono.
Scott guardò male uno ad uno, e quest'ultimi abbassavano lo sguardo dopo il contatto con le iridi nere del ragazzo.
Lynda sgattaiolò via dalle braccia di Scott dirigendosi poi al suo banco.
Poco dopo il banco al suo fianco venne occupato, tirò un sospiro di sollievo quando vide Luke.
"Hey" sussurrò quest'ultimo per non farsi sentire dal professore.
Lei sorrise solo in risposta, non era abituata a parlare con i ragazzi.
L'ora passò normalmente, tranne che per Scott sbattuto fuori per aver mandato a quel paese la professoressa in seguito ad una nota per i compiti da lui non svolti.
Lynda uscì dalla classe dirigendosi agli armadietti.
Sentì una mano afferrarle il polso e divenne fredda come la neve.
"Tranquilla, mica voglio assalirti" rise il biondo dietro di lei.
La ragazza non ricambiò il sorriso, ma lo fissò negli occhi, di ghiaccio.
Dopo quel contatto visivo il sorriso beffardo che si era fatto spazio sul viso del ragazzo scomparì, si fissarono per qualche secondo.
Gli occhi verde smeraldo di Lynda guardavano tristi quelli azzurri del ragazzo davanti a s'è.
Luke diede un colpo di tosse per l'imbarazzo. Luke Hemmings imbarazzato.
Lynda non poteva crederci,aveva fatto arrossire Luke.
"Comunque, volevo dirti che dovrai farmi tutti i compiti di matematica, sfigata"
Lynda annuì triste abbassando il capo.
Sfigata. Lei era la sfigata della scuola, quella senza amici, quella che andava bene a scuola, che non andava alle feste e che non si ubriacava.
Una mano calda le accarezzò la guancia lasciando poi un bacio vagare su essa.
"Grazie, piccola"
Detto ciò Luke scomparve tra la folla di ragazzi nei corridoi.
"Che ti ha detto?" Disse il ragazzo ambrato sbattendo l'anta dell'armadietto di Lynda.
"Scott! Mi è preso un colpo!" Rispose in un sussurro la ragazza.
"Cosa ti ha detto?!"
Urlò sta volta.
I ragazzi nei corridoi non ci fecero caso, continuarono la loro marcia a testa bassa.
"Nulla, il solito, compiti" parlò Lynda abbassando per l'ennesima volta lo sguardo.
Scott le mise un braccio sulle spalle per poi farsi spazio tra le persone abbracciato all'esile ragazza di fianco a lui.
"Se lo rivedo parlarti o sfiorarti gli spacco la faccia, non avvicinarti più a lui"
Annuii.
Sapeva che non scherzava, ma non poteva non parlargli più, in fondo, Luke è l'unico che le parla, l'unico che lontanamente può essere chiamato amico.
Angolo autrice:
Ciao! Scusate, so che è stra corto, ma intanto non vedo che piace molto, ha davvero poche visualizzazione e nessuno commento, lasciatene qualcuno dai!
Aggiorno al più presto x
Tempesta_98
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Oblivion
FanfictionVedeva il pericolo avanzare verso di lei dentro due Vans nere. - Ti sta distruggendo - - Lo so, ma non posso farne a meno -