Deep autumn - 4. Home

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«Ho lasciato Ginny.»

Qualcosa lo trafisse in pieno petto, ma non erano dolore né sensazioni di fine. Era qualcosa che non riusciva a spiegarsi. «Credo di non aver capito bene.»

«Io credo, invece, tu abbia capito benissimo,» ma il giovane Potter sorrideva. Il sorriso più bello che avesse mai visto.

«Ma...»

«No! Lasciami finire. Spiegare.»

«D'accordo.»

Snape provò a rilassare le spalle, ma si sentiva così teso e impaziente e confuso che non riusciva a credere di aver ascoltato davvero quelle parole, che per la prima volta nella vita poteva davvero essere felice. Per un istante o un'ora o un mese o un anno soltanto, ma poteva esserlo davvero, senza più doversi nascondere.

Respirò a fondo, cercando di calmarsi: stava correndo troppo, lo sapeva, e se c'era una cosa che aveva imparato nel tempo, era che non si dovevano mai creare aspettative, perché puntualmente venivano deluse, così cancellò quegli ultimi pensieri e attese.

«Ho parlato con Ginny, le ho detto tutto.» Si alzò dalla poltrona, frenetico e nervoso. «Non ce la facevo più a portare avanti questa vita. Stare con lei mentre amo qualcun altro» parlava veloce mentre passo dopo passo si era avvicinato a lui che lo fissava con i muscoli di nuovo improvvisamente rigidi. «Mentre amo te.»

Glielo aveva detto tante volte, ma in quegli attimi sembrava avere un sapore diverso, un altro suono che sembrava scioglierlo davvero.

«No!» lo fermò ancora, prima ancora che potesse aprire le labbra. «Io voglio stare con te e con te soltanto. Non m'importa se dovrò lasciare il Ministero o la mia casa, non voglio più stare lontano da te. Senza di te. Perché in questo mondo nulla ha valore se non posso viverlo con te accanto. Casa non è casa senza di te. Senza di te, tutto è niente.»

Harry pareva voler dire altro, come se avesse trattenuto dentro di sé parole per anni e avesse voluto tirarle fuori tutte in quel momento, ma rimase immobile e in silenzio a guardarlo. Ad attendere.

Lui, invece, le parole faceva sempre fatica a farle uscire, il silenzio era più affine alla sua anima, forse perché aveva ascoltato molte parole vuote e altre che facevano male.

Che uccidevano.

E in quegli attimi non sapeva cosa dire.

Più di una volta aveva dichiarato il suo amore al giovane mago, ma era anche scappato, lasciandolo su quella spiaggia senza mai voltarsi indietro, rimpiangendo ogni minuto quella scelta, ma sforzandosi di convincersi che fosse stata la cosa migliore da fare. Nient'altro che quello.

Ed ora era lì. Aveva ascoltato ogni parola di Harry, l'aveva divorata e fatta molecola della sua anima, ma non sapeva cosa dire.

Si scoprì di non esserne in grado, e allora fece l'unica cosa che gli sembrava sensata, l'unica cosa che cuore e mente gli urlarono di fare.

Prese il suo viso tra le mani e lo baciò con una foga tale che quasi caddero entrambi a terra, e lo spinse indietro verso la poltrona mentre le loro labbra rimanevano incollate e i loro respiri si fondevano in uno soltanto.

E si staccarono soltanto quando ebbero bisogno di prendere aria.

«Non posso credere stia accadendo davvero.»

«Cosa sta accadendo?» lo canzonò Harry, quasi sfidandolo, ma Snape lo baciò di nuovo, incapace per la prima volta di trattenere l'euforia che aveva dentro: se si fosse specchiato, avrebbe addirittura faticato a riconoscersi.

Chiunque avrebbe faticato a farlo.

Era completamente un altro, oppure, semplicemente, Severus Snape era per la prima volta nella vita felice. E non aveva paura di mostrarsi tale.

A Bitter Journey to LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora