Capitolo 25

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Kate's Pov

Dopo quell'uscita, così inopportuna e da stronzo patentato, evitai di incontrare il suo sguardo per tutta la settimana. Lo odiavo. Per colpa sua ero stata costretta a coprire il collo con delle sciarpe autunnali, pur di non farlo vedere.

Inutile dire che l'avvocatessa Blair si divertiva a vedermi così affannata, impegnata e sommersa dal lavoro. Tutto pur di non vedere la sua faccia da narcisista.

Avevo la sensazione che tutti in ufficio si fossero accorti della tensione che c'era, nonostante ne io ne lui ci scambiavamo nemmeno un'occhiata o mezza parola. Le mansioni da sbrigare me le faceva recapitare o da Lacey — la poveretta era confusa e triste per il mio stato d'animo scombussolato — o dalla vipera di Blair.

Con estrema violenza nei gesti; chiusi l'ennesima cartella di lavoro che stavo modificando e bevvi del caffè; amaro, questa volta. Amaro come quell'uomo. Se prima avevo pensato potesse avere un cuore ora ero sicura che fosse seppellito in profondità, sotto migliaia di macerie e ghiaccio. La sua freddezza faceva invidia anche al polo sud.

- Tutto bene Kate? - chiese Jacob mentre mi vedeva prendermela con i fogli. Alzai lo sguardo, addolcendolo un po' per non spaventarlo. Non meritava le mie ire e i miei sguardi assassini, non aveva alcuna colpa della mia frustrazione. Lui aveva tutte le colpe di questo.

- Si, tutto apposto. È successo qualcosa? - chiesi cercando di essere il più disponibile e gentile possibile. Jacob scosse la testa facendo ondeggiare i capelli scuri sopra la sua fronte. - No, solo... volevo chiederti un consiglio, ecco. - Iniziò a parlare con imbarazzo.

Lo guardai curiosa vedendo come le sue guance candide venivano coperte dal rossore sulle gote. Era così tenero quel ragazzo, un cucciolo dolce e smarrito. - Dimmi pure - lo spronai a parlare, facendogli segno di sedersi accanto a me.

Prese una bella boccata d'aria e con tono incerto disse: - come fai a capire di essere... uhm... di provare qualcosa di profondo per qualcuno? - La domanda mi colse totalmente impreparata. Sapevo avrebbe chiesto una cosa simile, ma non avrei mai pensato fosse proprio quella domanda.

Nella mia giovane e breve vita mi ero innamorata solo una volta, a diciotto anni. Frequentavo i corsi del primo anno di college quando avevo conosciuto Evan. Tutte erano innamorate di lui. E come avrebbe potuto essere altrimenti? Era allegro, simpatico, dolce e spiritoso.

Era munito del tipico charme di un ragazzo estroverso e carismatico. I suoi capelli biondo oro facevano contrasto con gli occhi di un ambra dolcissimo. La scintilla nei suoi occhi si accendeva sempre quando sorrideva, rideva e scherzava.

Ne ero stata innamorata per ben quattro anni, anche dopo che se ne fu andato dall'università, essendo di due anni più grande. Qualche mese dopo esserci conosciuti iniziammo ad uscire insieme. E dovevo ammettere che ancora oggi sentivo gli occhi luccicare al suo ricordo.

L'avevo amato per molto tempo, di un amore intenso e travolgente. Ma tutto era finito quando fu accettato come volontario di spedizione per l'Africa, tenendolo impegnato per i successivi quattro anni.

- Intendi per capire se sei innamorato? - chiesi conferma vedendolo diventare ancora più rosso in faccia. Lo presi come una conferma. - Hmm... lo capisci quando sentì il respiro mozzarsi in sua presenza, il cuore battere furiosamente contro il petto, le gambe tremare e la sensazione di voler sempre stare accanto alla persona per cui senti queste sensazioni così intense. - Spiegai semplicemente, come a raccontarlo ad un bambino piccolo. In fondo erano proprio queste le sensazioni avvertite sotto l'incantesimo dell'amore.

Jacob annuì mordendosi l'interno guancia. - Quindi ti senti così quando... ti piace una persona? - chiese insicuro, non riuscendo a pronunciare la parola "innamorato", era molto timido ed insicuro di se stesso.

Devil's LawyerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora