Capitolo 10

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Dreams


"You're gone too soon

I know I'll never get the chance

To say the things I never said

But I keep waiting for the night

I close my eyes and hope you'll find me sleeping

Coz in my dreams

We can spend a little time together

In my dreams

You can live a little longer"

~ James Morrison (In My Dreams)


Teresa

«Ai futuri sposi!» esclama mio padre alzando il calice.

È parecchio fuori, in verità devo ammettere che lo siamo un po' tutti. Lo champagne scorre a fiumi e lo stesso i super alcolici.

Un coro di "ai futuri sposi" si eleva e tutti alzano i bicchieri al cielo stellato.

Non posso che sorridere mentre i miei parenti e quelli di Marco si congratulano con noi per le nostre imminenti nozze. Nozze che non ho ancora iniziato ad organizzare e per le quali Gwendoline non fa che propormi di darmi una mano. Mano che vorrei rifiutare senza pensarci due volte, ma poi ricordo che è la moglie di mio padre e a quel punto cerco di assecondarla senza fare troppe storie...

Da quando il figlio di Gwendoline, Max, è stato spedito in una clinica per disintossicarsi, la mia matrigna non fa che starmi col fiato sul collo. Forse vorrebbe tentare di ripulirsi la coscienza comportandosi da brava mammina con me, ma arriva troppo tardi. Ho già ventitré anni, una madre, anche se non me la ricordo, l'ho già avuta, e lei avrebbe dovuto comportarsi da tale quando di una madre ne avevo bisogno, non adesso.

Osservo la piscina sulla terrazza del The Press Lounge, uno dei migliori rooftop bar di New York che la madre di Marco ha gentilmente affiatato per la nostra cena di fidanzamento, mentre cambia colore, per poi alzare lo sguardo ed ammirare la vista mozzafiato di una città fatta di stelle artificiali che si fonde con le stelle nel cielo scuro.

Mentre una musica dolce parte dalle casse due braccia forti mi avvolgo la vita e mi stringono forti contro un corpo possente. Mi rilasso contro un petto solido mentre dolcemente Marco inizia a muoversi e ciondoliamo da una parte a l'altra petto contro schiena.

«La seconda cosa più bella che abbia mai visto».

Mi volto verso il mio fidanzato che guarda New York sotto di noi.

«Qual è la prima?» mormoro sapendo già quale sarà la sua risposta.

I suoi occhi si intrecciano ai miei, delle pagliuzze dorate gli illuminano le iridi nocciola.

«Tu sei la cosa più bella che abbia mai visto» soffia contro la mia bocca e un sorriso me la deforma.

Senza pensarci un secondo di più poso le mie labbra sulle sue. Quel contatto così familiare mi provoca una piacevole sensazione alla bocca dello stomaco e le sue mai calde, che vagano sul mio corpo, mi fanno fremere come se fosse la prima volta che mi tocca.

Broken - Come feniciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora