Capitolo 36

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Tutto come prima

"La vita si ascolta così come le onde del mare...

Le onde montano...

crescono...

cambiano le cose...

Poi, tutto torna come prima...

ma non è più la stessa cosa..."

~ Alessandro Baricco – Oceano Mare


Teresa

«Ti ho promesso che vengo».

«Avevi detto che saresti venuta anche per il battesimo, ma non è successo!».

Sentii una morsa stringermi lo stomaco per il senso di colpa.

«Sto finendo di preparare le valige, ho il volo domani mattina, in solo 21 ore sarò in America», cercai di incastrare un paio di scarpe viola all'interno della valigia ormai piena.

«Ti veniamo a prendere noi all'aeroporto». Anche se non potevo vedere il viso di Nan ero certa, dal tono delle sua voce, che aveva un sorriso che andava da orecchio a orecchio.

Un piccolo sorriso incurvò anche le mie, di labbra.

«Non mi sarei mai persa il suo primo compleanno, ho un gigantesco canguro di peluche da regalargli!».

«Anche Maddox non vede l'ora di vederti!».

Con il cellulare tra orecchio e spalla, mi lasciai cadere sulla valigia verde menta e tentai invano di chiudere quella maledetta cerniera che si rifiutava di cedere.

«È troppo piccolo per sapere chi io sia», obbiettai.

«Sciocchezze, ogni fine settimana vi vedete in video chiamata e, se ricordi bene, l'altra sera ti ha fatto ciao con la manina!».

Sorrisi, ricordando quel mix perfetto di Jex e Nan, tutto ricci scuri e fossette, che con la sua manina paffuta faceva ciao ciao allo schermo del cellulare della mamma.

«Non vedo l'ora di poterlo riempire di baci» ammisi, pentendomene subito dopo, quando, giustamente, Nan mi fece notare che sarei potuta andarli a trovare un po' prima, non aspettare che Maddox compisse un anno.

«Lo sai che non potevo».

«No, so che non volevi. Ed è diverso».

Rinunciando a chiudere la valigia, mi avvicinai alla porta finestra della camera, la spalancai e, investita dall'odore dell'oceano, mi inoltrai nella piccola ma fitta vegetazione del mio giardino, per poi ritrovarmi di fronte a un orizzonte fatto di acqua e cielo.

«È vero, non volevo», mi misi a sedere sulla sabbia, iniziando a sfilarmi le scarpe per poter immergere le dita dei piedi in quella polvere d'oro.

Rimanemmo per un po' in silenzio, ad ascoltare il respiro l'una dell'altra.

«Ieri sera si è presentato a cena con una ragazza».

Quella sua affermazione fu come un pugno dritto allo stomaco, la bocca mi si prosciugò di tutta la saliva, le mani mi tremarono leggermente.

«Non avrei dovuto dirtelo», la sentì borbottare quella piccola parte di me che era rimasta ancorata al presente.

«No no, hai fatto bene», mi misi più dritta con la schiena, facendo vagare lo sguardo sui gabbiani che volavano alti nel cielo, «Non sono affari miei, non mi interessa», aggiunsi in un sussurro – mentendo alla grande, sottolineerei.

Broken - Come feniciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora