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Era un pomeriggio afoso di fine estate, quando Veronica Palla, una ragazza mora, bella quanto timida e molto dolce, entrò per la prima volta in quella palestra. Ci aveva pensato a lungo, ma aveva deciso. Doveva farsi degli amici, non poteva nerdare su League of Legend tutto il giorno.
Così entrò e si fermò davanti a una porta rovinata con su scritto "DIREZIONE". Raccolse tutta la sua sicurezza e la sua forza di volontà (non che ne avesse molta), e bussò alla porta sentendosi stupida per il batticuore.
Ma è mai possibile che devo agitarmi anche per queste cose? Sono proprio un caso perso.
-avanti!
Veronica entrò. Era in una stanza spoglia, con solo una teca con dei trofei oltre alla scrivania dove era seduto il direttore, un uomo calvo, grasso, sudato e con chiaramente poca voglia di fare il suo lavoro. Spense l'enorme ventilatore di fronte a lui, che faceva un ronzio insopportabile, e sulla stanza calò improvvisamente il silenzio più assoluto, che fu interrotto dal direttore stesso:

D-bhe, buon pomeriggio. Desidera?
V-bhe, ecco... cioè...

E dai, sul serio? Non è mica un'interrogazione eh!
Veronica fece un lungo respiro per calmarsi, poi ricominciò:

V-ecco, io vorrei iscrivermi al corso di parkour.
D-bene, il corso principianti, immagino. Mercoledì e venerdì dalle 4:30 alle 6. Si inizia settimana prossima. C'è la prova mensile, poi se vuoi continuare vieni, ti iscrivi e soprattutto paghi. Tutto chiaro?
V- o-ok, grazie. Arrivederci.

Non si aspettava che sarebbe stato così veloce ed indolore. Meglio così, pensò.
Prima di uscire, decise di dare un'occhiata alla palestra. Era enorme, ed era piena di attrezzi che sembravano mortali o giù di lì, e chiedendosi come avrebbe fatto a fare quel corso, decise di uscire.
Nel corridoio prima dell'uscita incrociò un ragazzo, e per un momento che parve infinito si guardarono negli occhi. Ovviamente Veronica diventò violentemente rossa, ma lui era già andato oltre e (sperò Veronica) non se ne accorse. Era molto alto e magro, capelli castani come gli occhi, aveva un po' di barba e portava gli occhiali. Veronica non lo aveva mai visto, non che avesse mai visto molte persone, e si vergognò di pensare di uno sconosciuto che fosse MOLTO carino. A quel pensiero, arrossì ancora di più.
Uscita dalla palestra, prese il catorcio che a malapena si poteva chiamare automobile che era parcheggiato davanti alla palestra e partì sulla via della casa dei suoi genitori, dove ancora abitava insieme a sua sorella Laura, mentre si immaginava chi potesse essere quel ragazzo, e mentre una piccola parte di lei sperava che l'avrebbe rivisto, anche se lei non voleva ammetterlo.

Entrò nel portone del piccolo condominio dove viveva, salì tre piani di scale, aprì il portoncino di casa sua e si fiondò nella sua camera, l'unico spazio dove non poteva essere disturbata da nessuno (o almeno teoricamente, perchè sua madre e sua sorella facevano irruzione quando gli pareva). Accese il suo PC e giocò a LoL finchè sua madre non le gridò che la cena era pronta. Così cenò, guardò un po' di TV e andò a letto, sempre pensando a quel ragazzo.

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Allora, è la prima fanfiction che scrivo. Ho deciso di scriverla perchè ne ho cercate tante su Stef e Phere, ma le poche scritte bene sono tutte uguali.
Infatti spero proprio di non farla uguale alle altre, anche se è abbastanza inevitabile che siano simili visto che più o meno la storia di fondo è quella. Bhe, fatemi sapere cosa ne pensate e se vale la pena continuare!

Stef e Phere - L'inizio Di Tutto❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora