Capitolo 2

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Prese tra le mani il bicchiere, se lo portò alla bocca. Il whisky aveva un odore vagamente affumicato, gli bruciava la gola. Ne mandò giù due piccoli sorsi, poi riappoggiò il bicchiere sul tavolo. Aveva trovato un piccolo pub lungo la Royal Mile, la via che conduceva al castello, in un piccolo vicolo laterale, vicino al museo degli scrittori - così diceva un cartello. Era entrato da quella minuscola porta di legno scendendo qualche gradino e aveva chiesto un whisky. Gli avevano detto che era già tutto pagato e che qualcuno lo stava aspettando su quelle poltrone in fondo, nella penombra. Si era andato a sedere quindi di fianco ad un uomo, poco più giovane di lui, biondo, con la barba incolta e gli occhi chiarissimi. Il naso leggermente storto e una camicia nera, troppo grande, con le maniche arrotolare fino al gomito.
«Alla buon'ora, Hendrik», disse il biondo.
Hendrik sbuffò, si levò l'impermeabile marrone e spostò con i piedi lo zaino grigio sotto al tavolo. Qualcosa tintinnò all'interno. «Non è stato così facile trovarle, la città è grande».
Al biondo non sembrò importare delle parole di Hendrik, quindi tirò fuori una mappa di Edinburgh, su cui erano state disegnate delle piccole croci, cinque per l'esattezza.
«Al, ma queste sono solo cinque». Hendrik guardò incredulo l'altro uomo, facendo un altro sorso di whisky.
«Le stanno chiudendo, dovremo arrangiarci così». Schioccò le dita in direzione del bancone e il barista arrivò con due pinte di birra. Al gli fece un cenno in segno di ringraziamento. «Bene, quindi hai detto che conosci l'indirizzo delle sue sorelle, giusto?»
Hendrik annuì. Aveva iniziato ad innervosirsi, si guardava intorno e picchiettava sul tavolo con le dita. Si chinò a frugare nello zaino e ne tirò fuori una piccola fiaschetta di metallo. Svitò il tappo e appena sentì l'odore del contenuto cominciò ad agitarsi ancora di più, stringendo i denti e digrignandoli lievemente. Anche Al, non appena si accorse della bottiglietta, sussultò ma si affrettò a nascondere le mani tremanti. Hendrik si portò alle labbra la boccetta e ingoiò avidamente due grossi sorsi del liquido, poi inspirò lentamente, espirò e si tranquillizzò. I suoi occhi, di un verde acceso, si fecero grigi, con l'iride divorata quasi interamente dalla pupilla. Il respiro del biondo si fece pesante, guardava solo la fiaschetta, sembrava ipnotizzato. La strappò dalle mani di Hendrik e la svuotò per metà, senza controllo, affamato di una fame antica ed aggressiva, come se l'unico vero cibo fosse contenuto in quella piccola bottiglia. Per un momento si avrebbe potuto pensare che anche la sua intera esistenza fosse rinchiusa lì dentro.
Hendrik avvitò il tappo e ripose la fiaschetta nello zaino. «Andrò a prenderle stanotte».
Al deglutì. Finì la sua birra e fece un nuovo cenno al barista. Tirò fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette, se ne portò una alla bocca e lanciò uno sguardo rapido alle altre persone presenti nel pub. Erano solo in sette, inclusi loro e il barista. La sigaretta si accese da sola, e il barista non poté fare a meno di arrivare al tavolo con le birre e con un'aria furiosa. «Le devo chiedere di uscire», disse secco, sbattendo i bicchieri sul legno.
Al lo guardò dritto negli occhi. «Come?»
Lanciò un'occhiata veloce anche agli altri presenti, con l'iride grigia e sottile, e al centro un pozzo nero.
Il barista, sulla quarantina, con i capelli ramati, basso e di corporatura robusta, balbettò qualcosa in risposta,
riacquistando all'improvviso la pazienza. Nessuno in quella stanza fece un movimento, tornarono ad ignorare i due uomini seduti nell'angolo e ripresero a parlare e a bere.
«Vai a prenderle. Poi ce ne andremo da questa città. Sanno che siamo qui, non c'è altra spiegazione. In soli dieci giorni, venti portali sono scomparsi.»
Hendrik analizzò la mappa: una croce era stata piazzata vicino ad un luogo chiamato Cramond, su una piccola isola collegata alla terraferma da uno stretto passaggio, non sempre accessibile a causa della marea. Un'altra croce era nel bel mezzo delle Pentlands, senza nessun punto di riferimento sulla carta. Un'altra ancora era al porto di Ocean Terminal, in mezzo al cantiere navale, probabilmente difficilmente raggiungibile; una croce era stata segnata proprio sopra al Craigmillar Castle, a sud di Edinburgh. L'ultima era stata disegnata in pieno centro fortunatamente, nel Cowgate, una via stretta e oscurata dagli alti palazzi della città vecchia, e pareva trovarsi in corrispondenza del ponte subito prima del bellissimo quartiere di Grassmarket.
«Hanno eliminato tutti i portali in città...quelli accessibili. Tranne questo», disse Al indicando l'ultima croce. «Dobbiamo muoverci con cautela ma in fretta. Non so se la notte sia il momento migliore, credo sia meglio aspettare l'alba. La notte è troppo scontata», continuò Al.
«E' anche vero che di giorno verrei scoperto subito», commentò Hendrik, sorseggiando la sua birra.
«Andrai appena prima dell'alba, intorno alle quattro e mezza. Io ti aspetterò sotto al ponte», disse Al, indicando la croce nel Cowgate. La sigaretta era ormai quasi del tutto consumata e in qualche modo si incendiò da sola, bruciò e poi si spense, lasciando due minuscoli pezzettini di carta anneriti.

I Portali verso i MondiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora