*papá dove stai andando?!*
*devo andare piccola, addio*
*dove devi andare? e perchè? non mi lasciare anche tu*
In quel momento un uomo non troppo robusto si mise al volante di un auto nera e partí.
Io iniziai a correre, lo feci con tutta me stessa, correvo più veloce possibile, ma invano.
Poco dopo l'auto sparì.
Mi buttai a terra piangendo e dopo pochi istanti sentí una mano sulla spalla.
Mi girai di scatto.
...
Mi svegliai.
Avevo il respiro affannoso ed ero
gelata.
La porta della terrazza era spalancata e le tende, per colpa del vento, si muovevano quasi fossero possedute.
Mi alzai dal letto e la chiusi.
Mi sedetti sull'angolo del letto e guardai la sveglia sul comodino.
Erano le 3.41.
Guardai le lenzuola del letto tutte stropicciate, mi alzai e stropicciandomi gli occhi andai in bagno.
Guardai il mio riflesso allo specchio, avevo il mascara tutto colato, gli occhi gonfi di lacrime e lo chignon quasi ormai disfatto.
Aprii il rubinetto, inizió a scorrere acqua fresca e limpida, ci misi sotto le mani e me le portai alla faccia due o tre volte.
Dopodiché presi l'asciugamano e me la posai sul viso lasciandola scendere fino a lasciarmi scoperti solamente gli occhi.
Il mascara era sparito.
Tornai in camera e la osservai, fuori si sentiva il vento soffiare forte e i rami degli alberi facevan si che strane forme invadessero le mie mura.
Di nuovo quello stupido sogno, che più che un sogno pareva un incubo.
Era la seconda volta che durante la notte mi svegliavo così, presa dal panico sognando mio padre, la prima era successa pochi mesi prima.
Mio padre mi aveva lasciata quando ero piccolina, un incidente in auto lo aveva portato via da me e purtroppo, essendo così piccola non mi ricordavo nemmeno come fosse e neanche nel sogno, purtroppo, mi era possibile riconoscere il volto di quel uomo che doveva essere mio padre.
Decisi di andare in cucina a bere qualcosa, tanto per calmarmi un po'.
Varcai la porta della mia camera e mi ritrovai nel piccolo corridoio.
Passai davanti alla camera di Jessy e mi appoggiai alla porta, doveva dormire, poiché non si sentivano più le cuffiette con la musica al massimo.
Bagno e...cucina.
Mi diressi verso il frigo, lo aprii e cercai il succo d'arancia.
Tirai fuori il cartone, presi un bicchiere dalla credenza e lo riempii.
Con un piccolo gesto bevetti l'intero bicchiere senza prendere respiro.
Mi sentivo già meglio.
"Che ci fai sveglia Elvney?"
"Scusami Jessy, ti ho svegliata..." dissi voltandomi e mirando una figura mezza addormentata dai lunghi capelli color caramello dentro ad un pigiamino lilla.
"No tranquilla" rispose, aprendo il frigo e tirando fuori il cartone del latte con cui si riempí un bicchiere.
La guardai disgustata, odiavo il latte, almeno che non fosse al cacao, figuriamoci berlo senza niente alle 3 del mattino.
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ECLIPSE • Michael Clifford
FanficSguardi assenti, risate sforzate, cuori infranti. Entrambi così fragili e persi, perché mai il mondo avrebbe dovuto decidere di farli incontrare? Elvney non sapeva cosa fosse l'amore, finché non incontró lui, il suo esatto contrario. Rimaneva il fa...